Egr. Prof.
Salvatore Indelicato
Pres. Reg. Dirpresidi – Sicilia
Nel ringraziarla per l’attenzione riservatami e per la sua lunga,
cortese, articolata e appassionata replica (non pensavo di meritare
tanto) alla mia nota del 24.06.2010, replica che mi ha permesso di
arricchire le conoscenze sulla problematica, mi scuso per il ritardo di
questa mia perché solo da qualche giorno, ed anche occasionalmente, mi
sono accorto di tale risposta, che è stata non tanto tempestiva, ma
proprio immediata.
Purtroppo, nulla sapevo di questo sito, che svolge un fondamentale
servizio di conoscenza, confronto e informazione sul mondo della scuola.
Ella mi ammonisce di essere poco avveduto e accorto e di avere più
diligenza e circospezione nel valutare i problemi, ricordandomi di
considerare nei dettagli la vexata questio.
“Sfogliando” Aetnanet, mi stupisce non essere il solo ad essere incorso
nel «colossale abbaglio».
Guardi, le do ragione.
In effetti so molto poco (anche se la sua risentita replica mi ha
costretto ad approfondire l’argomento) rispetto a Lei, molto più
esperto ed “addentrato” di me in questa intrigata faccenda. Peraltro,
non conosco molti insegnanti e meno che mai dirigenti scolastici, per
me (dopo che ho letto la sua) troppo “in alto” da frequentare.
Mi sarebbero potute venire le vertigini ed io, per mia scelta,
preferisco la tranquillità (placide vitam, citando Seneca).
Il mio rapporto con il mondo scolastico si limita tutto sommato ad una
abilitazione all’insegnamento di materie economico-giuridiche ed
all’appartenere ad una commissione consiliare che si occupa di pubblica
istruzione negli istituti superiori etnei.
Il che certo non mi dà il diritto di intervenire su di una problematica
così delicata.
È vero, concordo ancora con lei, ho appreso della vicenda da un
giornale poco serio, “la Repubblica”, con articoli scritti da
giornalisti «poco professionali, faziosi e approssimativi», da cui la
mia allarmata nota che è stata dettata dalla preoccupazione di padre
che vorrebbe vedere i propri figli frequentare una Scuola che li
educhi.
A che cosa?
Semplice, al rispetto delle leggi, alla legalità e alla trasparenza;
alla solidarietà sì, ma anche ad una sana e leale competizione; una
scuola dove prevalga il merito e non la “sottocultura dei raccomandati”
o, peggio, della corruzione.
Una istituzione che dia saperi, competenze e specializzazioni per
affrontare le sfide del futuro, una cultura adeguata e sappia
trasmettere valori a ragazzi che dovranno costruire una società
migliore della nostra.
Da qui la mia preoccupazione, più da cittadino che da rappresentante
delle istituzioni che dà fondamentale importanza al kantiano senso
morale, nell’apprendere che la commissione non ha agito nel suo plenum,
che i compiti sono stati corretti mediamente in tre minuti ad elaborato
(manco si fosse trattato di quiz meccanografici) attribuendo lo stesso
punteggio a quasi tutti i vincitori, senza volermi addentrare (leggenda
metropolitana o no che sia) nel tema degli orrori di ortografia (mi
dicono addirittura inquadrati dalle telecamere di Rai 3) e meno che mai
pretendere di giudicare vincitori e vinti.
Anche se, per inciso, scorgendo la graduatoria non posso non
meravigliarmi nel vedere scartati docenti plurititolati e letterati che
conosco di fama anche per averne sfogliato (sa, io non vado oltre …)
qualche libro a vantaggio di docenti di educazione musicale o di
provenienza Isef (niente contro costoro, per carità, mia moglie è
insegnante appunto di educazione fisica).
Tutto ciò qualche interrogativo, glielo confesso, me lo pone.
Infine, mi chiedo quale autorevolezza avrà un dirigente scolastico,
vincitore di un concorso inficiato da simili dubbi, nei confronti della
sua classe docente e non e degli alunni stessi?
Insomma, fermo restando che certamente i 426 dirigenti scolastici
vincitori del concorsi saranno degli ottimi professionisti, non vedo
come si possa non ottemperare a quanto disposto da una sentenza del
Consiglio di Giustizia Amministrativa, che giorno 2 luglio scorso ha
rigettato l’istanza di revocazione (ricorso per revocazione) presentata
da Ch.mo Prof. Avv. Sebastiano Licciardello.
In ogni caso, a mio sommesso avviso, l’esperienza, l’impegno, la
passione e le competenze maturate da coloro che per ventura non
dovessero essere riconfermati dalla ripetizione delle selezioni non
deve essere dispersa, così come il punteggio acquisito.
In Italia, come si sa, le sanatorie non mancano mai. Al pari dei corsi
abilitanti ...
Da ultimo, relativamente alla mia appartenenza partitica, la informo
che da sempre intendo la politica come passione civile e impegno
sociale, per cui non sono servo di nessun partito ed al momento mi
onoro di essere capogruppo della Lista “Con Nello Musumeci per la
Provincia” a Palazzo Minoriti.
Cordialità,
dr Enzo D’Agata
Consigliere della Provincia Regionale di Catania
P.S. Un grazie di cuore ai gestori del sito Aetnanet per l’ospitalità
riservatami, nonché ai suoi lettori per l’attenzione ed il gradimento
avuti nei miei confronti.