In questi
anni di protesta, di sacrifici personali in termini di tempo, di
riunioni, di telefonate, di salute psicofisica, di viaggi della
"speranza" per manifestare a Roma, Palermo, Catania (spesso in
situazioni disagiate), di documenti consegnati, di cortei, di slogan,
di anticamera presso questo o quel politico, di parole, di sorrisi, di
strette di mano, di sguardi indifferenti, di giudizi sgradevoli, di
false promesse, di false illusioni, di tradimenti ideologici, di amare
considerazioni ci sosteneva la certezza che la causa che stavamo
perorando avesse prima o poi l'epilogo sperato!
Qualcuno, pensavamo, prima o poi avrebbe capito ciò che per noi era
così chiaro e come in ogni buona favola che si rispetti sarebbe
arrivato il lieto fine!
Ma come in ogni bel sogno che si rispetti siamo state costrette al
risveglio: abbiamo capito che non dovevamo impegnarci per far capire,
per avvisare che si stava commettendo un errore madornale; no, di
quello, l'attuale classe politica, era certa e consapevole.
Purtroppo il nostro interlocutore doveva essere il/la nostro/a collega;
colui o colei che incontrandoci per strada, casualmente, magari durante
le fasi concitate dello shopping, ti racconta da quanti anni è
precario/a o di ruolo e quanto soffre nella situazione che sta vivendo
e quanto si sente frustrato/a per la mancata realizzazione
professionale e personale, di come è difficile senza stipendio vivere
dignitosamente!
Dovevamo, cari colleghi con cui ho condiviso questa "battaglia", andare
a protestare sotto casa di costui/costei!
Fischiare sotto la loro finestra, costruire slogan contro l'indolenza,
la furbizia, l'opportunismo di chi manda a "combattere" le proprie
battaglie gli altri e nel frattempo si occupa del proprio giardinetto
per vie traverse.
Voglio anche sottolineare che la metodica del demandare e quindi del
"non ti preoccupare, ci penso io", del pietire aiuto per le proprie
cause personali a scapito delle "cause" generali e di principio ci ha
condotto a questo tipo di situazione: altri possono vendersi la tua
pelle a proprio vantaggio personale! Ma continuate così:
facciamoci male!
Ma non vi permette più di condannare il sistema, di mostrarvi
sbigottiti, affranti e partecipi; non più, vi prego.
Non posso più sopportare di perdere il mio tempo per consolarvi,
spiegarvi, incitarvi, motivarvi; basta!
Il tempo dei piagnistei è finito.
Con questo sfogo personale voglio anche ringraziare coloro i quali sono
stati presenti sempre e nonostante tutto; voglio confermare, a me e a
voi, che c'è ancora gente che crede in se stessa e nella legalità,
nella possibilità di farcela con i propri mezzi e, nel nostro caso, con
la propria passione!
Con questa nota voglio ringraziare, ad uno ad uno, quanti hanno
partecipato spesso e quindi anche ieri alle nostre e "comuni"
manifestazioni di dissenso ma allo stesso tempo, perdonatemi lo sfogo,
volevo "condannare" aspramente gli altri, gli assenti, gli
ingiustificati e gli ingiustificabili!
Adesso vi racconto l'incontro con la Gelmini:
-ho tenuto a sottolineare con il ministro che la nostra protesta non
nasce da uno scontro ideologico politico e che la superficialità con la
quale ci appellano come i 4 comunisti è ingiusta e proficua solo ad
accattivarsi la parte debole culturalmente dell'opinione pubblica;
-le ho parlato degli anni di precariato in attesa di una "giusta
collocazione" e quando mi ha giustamente fatto notare che loro
governano da relativamente meno tempo ho risposto che però "loro" sono
arrivati al momento giusto, volendo sottolineare che comunque c'è la
loro attiva partecipazione al mio disagio;
-le ho detto che non era il caso che le parlassi delle fasi della
"distruzione" attuata alla scuola pubblica perché meglio di lei non
poteva saperlo nessuno ma piuttosto ho voluto impiegare il tempo
proponendole di aprire un tavolo tecnico con gli insegnanti, precari e
non, per scegliere insieme le strategie migliori atte ad affrontare la
crisi economica e quindi il risparmio necessario; perché nessuno meglio
di noi si può arrogare il diritto di conoscere la "scuola" e le sue
necessità; perché in tutti questi anni NOI abbiamo imparato a conoscere
aspetti negativi e positivi dell'istituzione scolastica in generale e
quindi siamo una fonte attendibile alla quale riferirsi nel caso di
tagli e nel caso di potenziamento.
-le ho detto che eravamo profondamente delusi dal fatto che i tagli,
nella scuola e negli altri settori, fossero iniziati colpendo
innanzitutto le fasce deboli e non tagliando i privilegi di coloro i
quali, in questi lunghi anni, hanno riempito le loro tasche e
continuano a farlo incuranti, o meglio, consapevoli della situazione
critica che vive l'economia del nostro Paese; ho auspicato che si
cominci da questa gente, dalle tante organizzazioni inutili ma tanto,
tanto proficue per taluni; le ho chiesto di dimostrare di non aver
paura nel toccare i privilegi dei pochi anche se questo significherebbe
farsi nemici le caste "eccellenti"; di scegliere, insomma, la strada
più difficile anziché quella più facile;
-le ho palesato che, come previsto, la salva-precari non ha avuto
effetti positivi o risoluti ma anzi ha incrementato la guerra tra
poveri perché coloro che hanno lavorato con le supplenze temporanee in
virtù di questo provvedimento lo avrebbe fatto comunque ed invece
tutelando le graduatorie d'Istituto avrebbe lavoricchiato anche il
precariato più giovane.
- Tra gli altri interventi si è parlato di sostegno agli alunni
diversamente abili e in questo caso le ho ricordato la presenza, nella
nostra provincia, del polo industriale e della responsabilità civile
che adesso abbiamo di assicurare una vita di relazione il più possibile
adeguata a coloro che ne hanno fatto le spese in termini di salute!!
-Quando è stato trattato il problema del personale ATA e dei forti
tagli subiti si è auspicato un taglio alle cooperative che si occupano
delle pulizie degli edifici scolastici in modo da risparmiare sulle
spese a vantaggio del personale precario e, anche in questo momento, le
ho proposto di tagliare i privilegi politici che ne derivano, perché
sappiamo bene di cosa vivono tali iniziative (favoritismi, sacche
elettorali, etc) a favore delle graduatorie che palesano invece chi ha
diritto per anzianità di servizio al lavoro e chi no!
In conclusione ha dichiarato la propria disponibilità al dialogo e già
il 15 Luglio, in occasione della manifestazione del CPS Nazionale al
MIUR potrebbe esserci un ulteriore incontro per programmare le modalità
di questa nostra partecipazione, collaborazione e interscambio.
Ritengo che anche questo tipo di esperienza andava fatta; aspetto di
vivere gli sviluppi futuri prima di illudermi che, questo incontro,
possa aver prodotto risultati positivi; l'esperienza maturata in questi
anni mi induce a mantenere fermamente i piedi per terra;
le parole NON mi bastano più, non più ormai.
Cristina Formosa