Una storia tanto
emblematica quanto paradossale che riguarda la scuola italiana dell’era
berlusconi è quella di Luca
Piergiovanni, un insegnante che ha appena ricevuto la comunicazione di
aver vinto il titolo di “Docente dell’anno” e non sa se riuscirà anche
per il prossimo anno scolastico ad insegnare a causa dei tagli
effettuati dal governo, tagli che stanno compromettendo seriamente la
didattica nella scuola (o almeno nella scuola pubblica).
Il titolo di Docente dell’anno è conferito dal presidente
dell’Associazione Nazionale Presidi, che ha istituito questo concorso
assieme a Microsoft per valorizzare chi sa «migliorare la didattica
nelle scuole attraverso la tecnologia» (Luca e i suoi studenti hanno
realizzato il progetto Emoticon Art in poesia!, “riflessione sull’uso
degli emoticon nella didattica e nella poesia”).
E sarà proprio il Ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini a
conferirgli il riconoscimento, lo stesso ministro che della scuola sta
tagliando il tagliabile e che ha mandato a spasso migliaia di docenti
(e non docenti).
Luca ha 37 anni e dopo essere migrato in cerca di un posto di docente
(originario delle Toscana si è trasferito in Lombardia, in provincia di
Como, e in cinque anni ha cambiato quattro scuole, guadagna –
guadagnava – 800 euro al mese) in quanto precario il suo contratto è
scaduto ed ora non sa se riuscita ad insegnare a settembre
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