Per
adesso è vittoria. E se tutto procede come si vorrebbe «in un paese
normale e democratico» la riforma della scuola del ministro Mariastella
Gelmini verrà sospesa.
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso su iscrizioni nelle scuole
superiori, organici e mobilità presentato lo scorso aprile da 755
persone tra docenti, personale Ata e genitori, come annunciato
dall’Unità. E ha disposto la «sospensione dei provvedimenti impugnati»,
recita l’ordinanza del 25 giugno. Tradotto: sono inefficaci e
illegittime le circolari del ministro, che fino ad ora hanno «dettato
legge» nella scuola nonostante non fossero depositati i regolamenti
attuativi in Gazzetta ufficiale. (da L'Unità di Chiara Affrontetutti)
. Il 19 luglio ci sarà la seconda udienza, in cui il tribunale deciderà
se confermare la sospensione, dando in sostanza la chance al Minsitero
di portare la sua versione. L’Usr emiliano-romagnolo replica: «Vogliamo
vedere le carte».
Milli Virgilio, bolognese, ex assessore della giunta Cofferati, e
Corrado Mauceri, fiorentino, gli avvocati ricorrenti. Impossibile da
qui al 19 luglio “aggiustare tutto” per loro, perché ci sono iter e
modalità democratiche da rispettare: «Bisognerebbe ricominciare
daccapo», chiarisce Mauceri. «È un fatto gravissimo: il Ministero ha
attuato un capovolgimento anteponendo la volontà governativa a quella
legislativa. Il segnale del Tar è importantissimo», tuona Virgilio. Di
fatto, le circolari e il sito internet sono stati spacciati come
regolamenti e decreti attuativi. Inacettabile poi la «tracotanza» del
Ministero che non si è presentato in udienza e non ha neppure
depositato una memoria. Ma c’è un punto che non lascia gli avvocati
tranquilli. Un punto che anche la Cgil con Sandra Soster sottolinea:
«Il Ministero potrebbe farla franca» (la Cgil nazionale tra l’altro ha
fatto un altro ricorso al tar che verrà discusso il 5 luglio, ndr).
«Logica vuole che il Ministero soprassieda e rimandi la riforma
all’anno prossimo, ma può invece succedere che invece metta il Tar
davanti al fatto compiuto e vada avanti per la sua strada», osserva
Mauceri.
È l’avvocato a lanciare un appello alle istituzioni, sostenuto dal
bolognese Comitato Scuola e Costituzione, firmatario del ricorso
insieme ad altri coordinamenti nazionali: «A questo punto è
fondamentale l’intervento delle istituzioni, degli enti locali che si
devono opporre alla messa in atto di tagli illegittimi». Mauceri già da
oggi inizierà a lavorare ad una bozza di diffida per impedire che il
Ministero prenda provvedimenti in questa fase: «Vogliamo coinvolgere i
giudici del lavoro perché sia chiaro che chi ha perso il posto lo ha
perso illegittimamente».
Duro sul silenzio delle Regioni il bolognese Bruno Moretto di Scuola e
Costituzione: «Festeggiamo con amarezza, visto che la Regione non ha
partecipato al ricorso, come ad un certo punto sembrava dovesse essere.
Chiediamo che sia presente all’udienza del 19 luglio». Oltre ai tagli,
molto grave per i ricorrenti, il «tradimento» verso i nuovi allievi
delle superiori che si sono iscritti in base a Pof (piani di offerta
formativa) irreali visto che le scuole non sanno quali materie verranno
tagliate e chi insegnerà cosa.
Il ministero ridimensiona la portata della sentenza. «L`ordinanza del
Tar del Lazio sui provvedimenti ministeriali in materia di organici è
solo temporanea», precisa in una nota. «Il Miur - si legge nella nota -
fornirà al più presto ogni opportuno chiarimento e depositerà la
documentazione necessaria al fine di dimostrare che il ricorso,
enfatizzato da parte di alcuni sindacati e associazioni, è destituito
di qualsiasi fondamento».
Redazione