Secondo il sindacato erano 100 mila
ieri a Roma (un quarto, secondo la questura), e in ogni caso tanti. Hanno
sfilato da piazza della Repubblica fino a piazza del Popolo, dove hanno
parlato i segretari della Funzione Pubblica, Rossana Dettori, e dei
Lavoratori della conoscenza, Mimmo Pantaleo. Alla fine ha chiuso il
segretario Guglielmo Epifani ribadendo la contrarietà della Cgil «ad
una manovra che pesa tutta sulle spalle dei lavoratori e dei
pensionati».
Il corteo è stato pieno di spunti, di acutezze, di battute affidate a
cartelli e striscioni: «O’ sparagno - dice una scritta in napoletano -
nun è maje guadagno», e un altro «Con classi di 31 non impara più
nessuno». Una professoressa siciliana ricorda una farse di Antonino
Caponnetto: «La mafia e la camorra temono più la scuola che la
giustizia». Frasi a effetto, insomma. E capaci di far riflettere sui
tagli a istruzione e ricerca.
Ma la Cgil ieri ha fatto di più: a piazza del Popolo ha allestito
cinque gazebo per altrettanti comparti della pubblica amministrazione
(scuola, sanità, enti locali, giustizia, protezione civile) con schede
brevi e molto chiare sui tagli che sono stati praticati nei vari
comparti e sulle conseguenze che avranno sulla vita dei cittadini.
I lavoratori pubblici - lo dice la scheda ma lo ha ripetuto anche
Rossana Dettori - perderanno 3000 euro l’anno per il blocco della
contrattazione collettiva, e stiamo parlando di lavoratori che prendono
1000-1300 euro al mese.
Anche i dipendenti della scuola, ha ricordato Pantaleo, subiranno
queste decurtazioni, con l’aggravante del blocco degli scatti di
anzianità, uniche voci di crescita stipendiale previste. Senza dire che
il taglio di 8 miliardi al funzionamento degli istituti, comporterà che
le famiglie dovranno pagarsi laboratori, assistenza ai disabili, fino
ai materiali di consumo. E poi i tagli alla sanità, quelli agli enti
locali e, infine, alla ricerca e all’università. E via elencando.
Ma la Cgil ha voluto anche dare delle proposte alternative: «Si
potrebbero ottenere subito 15 miliardi attraverso tre interventi -
spiega una scheda - 1. tassare i beneficiari dello scudo fiscale. 2.
tassare quel 10% di cittadini che possiede il 50% dei beni del paese.
3. combattere l’evasione fiscale».
In piazza ci sono vari politici. L’Italia dei valori ha un suo gazebo.
Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, fa notare che «Con uno solo dei
131 nuovi cacciabombardieri F-35 che l’Italia acquisterà nei prossimi
anni (costo unitario 124 milioni) si potrebbero costruire 83 asili nido
da 60 bambini l’uno».
Il senatore del pd Ignazio Marino, fa
riferimento a due sole voci di spesa «tra le tante» che potrebbero
essere tagliate «senza intaccare minimamente» i servizi ai cittadini:
«l’abolizione delle provincie e il taglio di almeno la metà delle 600
mila auto blu».