Forse bisognerebbe passare alla disobbedienza civile, se
gli scioperi, i blocchi degli scrutini, le manifestazioni non
porteranno alla modifica della finanziaria. Con ogni probabilità gli
insegnanti e il personale della scuola dovrebbero prendere anche questa
strada e i sindacati dare tutto il supporto legale necessario e come
ultima ratio. I dati che stanno fornendo Tuttoscuola e i
sindacati non danno spazio ad altra protesta di meglio visibilità
di disagio, dal momento che il blocco, e non il suo congelamento, del
gradone stipendiale vale solo per i professori e gli Ata, come i
mancati aumenti contrattuali che si ripercuoteranno insieme
nell’arco della intera carriera, compreso lo slittamento di un
anno per ottenere la pensione nonostante i 40 anni di contributi.
E allora, si rifiuti l’incarico di coordinatore, di segretario, delle
funzioni obiettivo, di responsabile di laboratorio e perfino di vice
preside e si faccia solo didattica e i servizi di legge: interrogazioni
e spiegazioni. Tutto il resto che non ricade negli obblighi
istituzionali lo si rifiuti. Uguale posizione dovrebbero prendere i
presidi, ponendosi non come controparte ma come parte della parte che è
così mazziata dal Governo. Le famiglie? Capiranno e se non lo capiscono
si spieghi la condizione in cui i professori versano e le
penalizzazioni previste solo e solamente per loro. Dice Tuttoscula :” Come abbiamo ampiamente
illustrato nelle nostre precedenti notizie, quei tre anni di mancato
contratto vengono anche completamente sterilizzati - solo per la scuola
- con effetti permanenti. Per il personale docente, Amministrativo,
Tecnico ed Ausiliario (A.T.A.) della Scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012
non sono utili ai fini della maturazione delle
posizioni stipendiali e dei relativi
incrementi economici previsti dalle
disposizioni contrattuali vigenti. (art. 9, comma 23,
decreto legge 31 maggio 2010 n. 78).Il triennio 2010-2012 viene
cancellato dalla carriera che in questo viene rallentato di un
equivalente periodo di tempo. La struttura della progressione
stipendiale viene modificata per sempre, ritardando i passaggi di
gradone di tre anni.” Se dunque l’accanimento è solo
contro i lavoratori della scuola non si capisce perché questi debbano
ancore essere il pilastro portante della istruzione e debbano
ancora caricarsi di compiti e fardelli che non sono nemmeno
riconosciuti né a livello morale, né professionale, né economico, né di
qualsivoglia gratifica. Non è il classico “do ut des” ma il
riappropriarsi della propria dignità non solo di lavoratori ma anche di
professionisti della cultura. Li si accusa di avere troppe vacanze: si
prendano tutte quelle che è possibile prendere? Di poco lavoro? Se ne
faccia il meno possibile, tanto il giudizio sarà sempre negativo. E dire che una volta un ministro della
Istruzione, De Mauro, pianse in Tv pensando ai docenti morti di fame:
ora si sta togliendo loro direttamente il pane di bocca, ma solamente a
loro.
Pasquale Almirante