F.I. ha riunito il Dipartimento scuola e università con la partecipazione dei
parlamentari delle Commissioni cultura di Camera e Senato e i rappresentanti
delle assemblee e delle giunte regionali e provinciali per discutere della bozza
di riforma del secondo ciclo.
F.I. ha sostenuto tutte le fasi attuative della legge 53 e ritiene che essa
risponda pienamente alle aspettative del Paese soprattutto per rilanciarne il
sistema sociale, economico e produttivo.
Il decreto sul secondo ciclo rappresenta il punto più qualificante di questa
strategia e sulla sua implementazione si concentrano le maggiori attenzioni
della società.
F.I rileva che la bozza in discussione presenta
significative discordanze con la legge di riforma, al punto di vanificarne i
propositi di cambiamento e di innovazione.
In primo luogo F.I. ritiene che la riforma del secondo ciclo debba segnare una
forte discontinuità con l’attuale struttura della
secondaria, caratterizzata da forti tassi di selezione e abbandoni
scolastici e che produce scarsa qualificazione professionale media. In questo
senso la legge ha delineato un sistema di Istruzione e formazione professionale
moderno e europeo che dovrà comprendere tutta l’offerta di titoli tecnico
professionali. Sistema che dovrà svilupparsi naturalmente nel settore terziario
con la previsione di percorsi stabili di Formazione tecnico professionale
superiori non accademici secondo le raccomandazioni dell’OCDE e la dichiarazione
di Bologna (1999).
Spostare, come fa la bozza di decreto, ulteriormente il
baricentro del ciclo secondario sul versante liceale, con l’inevitabile
“de-professionalizzazione” dei diplomi tecnici e conseguente propedeuticità al
proseguimento degli studi, accentuerebbe i fattori di crisi del nostro sistema
educativo, vanificando la domanda del sistema produttivo.
F.I. ritiene che debba essere chiaramente connotato il sistema di Istruzione e
formazione professionale per dargli una dimensione adeguata a sostenere una
domanda di professionalizzazione che viene dal mondo del lavoro e delle
professioni e, pertanto, vada superata la palese
omogeneizzazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale con
quelli liceali.
In secondo luogo si esprime preoccupazione per la
compressione degli spazi di autonomia delle scuole e della libertà di scelta
degli studenti e delle famiglie che emerge con chiarezza dai quadri
orari e dagli OSA dei licei presentati dall’Amministrazione.
F.I chiede che sia pienamente attuato il dettato costituzionale che si
fonda sull’autonomia delle scuole e sul principio di
sussidiarietà verticale e orizzontale: la trasformazione del nostro
sistema educativo in un sistema più libero che coniughi la libertà
d’insegnamento con le libertà di apprendimento e di scelta educativa delle
famiglie, oltre a valorizzare le migliori professionalità presenti nel mondo
della docenza e della dirigenza.
In particolare dall’assemblea del Dipartimento sono emersi alcuni punti
critici che sono dirimenti per il sostegno di F.I. al progetto di riforma
dei licei e, in particolare, F.I ritiene che:
1. debba essere individuato un nucleo essenziale di discipline che connoti la
dimensione liceale riducendo il numero di discipline del quadro orario
obbligatorio, ampliando lo spazio per le attività opzionali e facendo emergere
in maniera esplicita la dimensione di propedeuticità degli studi liceali per il
segmento terziario, accademico e non;
2. si debba arricchire il repertorio delle discipline opzionali obbligatorie;
3. si debba ridurre in maniera consistente il numero di indirizzi del liceo
tecnologico che, così come proposto, rappresenta una razionalizzazione delle
sperimentazioni esistenti, connotandosi come un ibrido tra licealità e
terminalità;
4. si debba prevedere un’organizzazione degli insegnamenti per raggruppamenti di
aree disciplinari, con quote orarie riferite su base annuale e biennale,
indicando una fascia di oscillazione oraria per le singole discipline entro cui
le scuole organizzano i piani di studio personalizzati;
5. si debba riformulare la proposta relativa alle attività motorie;
6. si debbano inserire il latino, la filosofia, il diritto, la fisica e la
chimica nelle attività opzionali obbligatorie rispettivamente nei licei ove
queste discipline non sono previste o sono presentate con un orario ridotto.
F.I. ritiene, infine, che, rispetto al nuovo quadro giuridico-istituzionale,
debba essere valorizzato il ruolo istituzionale delle
diverse autonomie (regioni, autonomie locali e istituzioni
scolastiche) distinguendo meglio, nel decreto legislativo, tra piano degli
ordinamenti e piano gestionale.
In riferimento alla bozza di decreto inerente la formazione del personale
docente (ex art. 5, L. 53/03) F.I. ritiene che debba essere valorizzata appieno
l’autonomia scolastica e responsabilizzare maggiormente le scuole riconoscendo
loro un ruolo attivo nell’ambito della selezione del
personale docente che in esse andrà ad operare per l’anno di
praticantato.
Forza Italia, al fine di rendere più proficuo, sia per l’abilitato sia per la
scuola, il lavoro dell’anno di praticantato, propone di istituire Albi regionali
degli abilitati, in relazione ai quali le scuole abbiano la possibilità di
valutare i curricula degli abilitati che richiedono di svolgere detto anno
presso di esse e la specificità del progetto educativo di ciascuna scuola,
sviluppato nel Piano dell’Offerta Formativa.
Quanto alla proposte di legge attualmente in discussione presso il Parlamento,
il Dipartimento di Forza Italia ha confermato come propria priorità la sollecita
approvazione del D.D.L. sullo stato giuridico dei
docenti, passo indispensabile per valorizzare e rilanciare il ruolo
professionale dei docenti e per sostenere adeguatamente il processo di riforma.