I provvedimenti del governo sulla scuola non solo stanno mettendo in
discussione il futuro della scuola della Repubblica e il diritto
all’istruzione, ma sono pure illegittimi e viziati da procedure
arroganti e disinvolte, che violano le regole dello stato di diritto.
Il 10 giugno il TAR del Lazio discuterà il ricorso presentato da 755
docenti, genitori, personale Ata, studenti, di cui 500 in Emilia
Romagna e ben 410 a Bologna e provincia, contro le illegalità dei
provvedimenti Gelmini sulla scuola superiore.
Il Coordinamento scuole superiori di Bologna e provincia e il Comitato
precari scuola hanno organizzato la partecipazione allo sciopero degli
scrutini nei giorni 7 e 8 giugno che ha visto l’adesione di 500 docenti
di 15 scuole superiori su 32, bloccando lo svolgimento di oltre 130
consigli di classe, relativi a 3000 studenti.
Il 19 aprile scorso 410 docenti, genitori, personale ata e studenti
delle scuole superiori di Bologna hanno presentato ricorso al TAR del
Lazio. Tale ricorso verrà discusso il 10 giugno prossimo.
Il ricorso chiede l’annullamento della CM 17 del 18 febbraio 2010 che
ha dato disposizione per le iscrizioni alle scuole superiori, dell’O.M.
n. 19 del 19 febbraio 2010 contenenti termini e modalità delle
procedure di mobilità del personale docente, educativo ed ATA per
l’a.s, 2010/11 e, attraverso la presentazione di motivi aggiunti, della
CM n. 37 del 13 aprile 2010 avente per oggetto: Dotazioni organiche del
personale docente per l’anno scolastico 2010/2011.
Il ricorso espone i seguenti motivi:
1) le circolari in questione sono state emesse prima dei regolamenti di
riordino delle scuole superiori, i quali ancora oggi non sono state
pubblicati in G.U. Il Ministero li ha ritenuti atti efficaci solo per
il fatto di averli pubblicati sul sito web dell’Indire;
2) le circolari ledono il principio costituzionale dell’autonomia delle
Istituzioni scolastiche che hanno dovuto leggere sul sito del MIUR i
nuovi indirizzi assegnati scuola per scuola, senza aver potuto avanzare
le loro proposte, e hanno dovuto accettare le iscrizioni dei nuovi
alunni senza aver avuto la possibilità di attualizzare il piano
dell’offerta formativa, in modo da renderlo conforme al nuovo
ordinamento;
3) in tutti gli istituti i genitori hanno dovuto iscrivere i propri
figli in condizioni di incertezza sulla reale offerta formativa che le
scuole saranno in grado di garantire il prossimo anno. In particolare
gli studenti degli Istituti professionali non hanno alcuna garanzia che
gli istituti siano i grado di offrire la qualifica professionale
triennale finora prevista;
4) sono stati lesi i diritti dei docenti che perderanno il posto e
verranno trasferiti sulla base di una determinazione degli organici
illegale, che a causa dell’enorme ritardo delle operazioni, getterà nel
caos l’inizio del prossimo anno scolastico.
Il danno più grave viene ricevuto dagli studenti degli istituti tecnici
e professionali che si vedono modificata in corso d’opera l’offerta
formativa sottoscritta all’atto dell’iscrizione. Per essi è prevista
una riduzione oraria di 4 ore settimanali e, per di più allo stato
attuale non si conoscono ancora quali saranno le materie tagliate
l’anno prossimo.
Il ricorso chiede l’annullamento degli impugnati atti ed ogni
conseguenziale effetto di legge, previo, ove occorra, la remissione
degli atti alla Corte Costituzionale per illegittimità costituzionale
dell’art. 64 del DL 25.06.2008 n. 112 convertito, con modificazioni,
nella L. 06.08.2008 n. 133 e dell’art. 17, comma 25 del D.L. 1/7/2009
n. 78 c.to in L. n. 102 del 2009, da cui derivano gli atti impugnati,
per violazione degli art. 33, 76, 97 e 117 della Costituzione.
I due Coordinamenti aderiscono alla iniziativa del 10 giugno dalle ore
17 alle 20 dall’USR ai giardini del Guasto: “La scuola non è finita”
Bologna 9 giugno 2010
Coordinamento scuole superiori Bologna e Provincia , Coordinamento
precari scuola di Bologna