La ministra Gelmini fa sapere dalle poltrone televisive che
"Con un cinque non si boccia nessuno". E poi aggiunge: "Rispetto
alla prassi di questi anni di ammissione totalitaria alla
maturità questa è una delle norme pensate per restituire rigore e
maggiore serietà alla scuola e alla maturità. Non mi sfugge che laddove
c'è l'insufficienza in una materia, il consiglio di classe debba
valutare collegialmente se ammettere o no lo studente. Queste norme vogliono evitare i sei
politici e il lassismo degli ultimi anni". E saremmo
d’accordo, ma dovrebbe precisare che quei famosi “ultimi anni”
appartengono alla sua collega di partito, Letizia Moratti, e al governo
Berlusconi, che adottò le commissioni interne, con un solo presidente
esterno per un intera scuola, e l’ammissione generalizzata anche con
debiti formativi non sanati. Quando parla dunque di “sei politico”
dovrebbe aggiungere per correttezza di informazione: quello voluto
dalla mia collega di partito, Letizia Moratti. Fu Fioroni, del Pd, a
rimettere ordine sia nei recuperi del debito formativo e sia nelle
ammissioni agli esami di stato. ( p.a.)
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