L'autonomia scolastica che vorrei non può prescindere
dall'etica della responsabilità civile e penale, dall'etica della
legalità e quindi dal buon governo dell'Istituzione. Quando uso il
termine “ETICA” lo faccio nel suo significato ellenistico - stoico,
piuttosto che in quello ellenistico-epicureo.
Per me l'etica è una virtù propria del comportamento pratico, è quella
virtù dell'anima razionale che domina sulla parte irrazionale
dell'uomo. Se si vuole che, un sistema organizzativo tipo
la scuola, possa godere di una completa e vincente autonomia, bisogna
che essa sia guidata da un'etica pratica e non da un' etica teorica,
inoltre non ci dev'essere un'etica fondata sugli stati
emotivi-relazionali ed affettivi come spesso accade.
Se si vuole che, un
sistema organizzativo tipo la scuola, possa godere di una
completa e vincente autonomia, bisogna che essa sia guidata da un'etica
pratica e non da un' etica teorica, inoltre non ci dev'essere un'etica
fondata sugli stati emotivi-relazionali ed affettivi come spesso
accade. Le mie esperienze di conoscenza del mondo della scuola, quasi
ventennali, in qualità di docente di matematica e fisica dal 1992, mi
fanno pensare che l'autonomia della scuola italiana, non funzioni per
mancanza appunto di “etica pratica”e presenza solo di un'
“etica teorica” da parte della maggior parte della classe dirigente,
che opera nel settore della pubblica istruzione.
In un'epoca di decadentismo politico-sociale, in cui vengono
coniati termini come “mignottocrazia”, “fallocrazia”, “cricca”,
”velinismo”, in cui le icone dei nostri giovani sono i calciatori, le
veline, in cui il potere e il denaro sono i valori primari per la
nostra esistenza, non è accettabile che nelle scuole e nelle
università, templi del sapere e della conoscenza, non vi sia
traccia di quell'etica pratica che attraverso l'autonomia, potrebbe
fungere da volano per il rilancio etico-sociale di questo paese.
Se, in questo paese, ci fosse un'idea politica forte di vera
autonomia scolastica e uomini e donne eticamente capaci e
competenti per portarla avanti, e se sopratutto si investissero soldi e
capitale umano per fare ciò, l'Italia troverebbe il modo per tornare ad
essere uno dei paesi più produttivi del mondo, come è sempre stato.
Lucio Ficara