Gentilissima
on. avv. nonché titolare pro tempore del MIUR,
senza mia responsabilità personale, sono un suo dipendente e sto per
andare in pensione, non per mia scelta; mi era stata concessa, bontà
vostra, la deroga di un anno per raggiungere l’ultimo scatto di
stipendio e speravo anche nell’ulteriore adeguamento stipendiale con il
rinnovo del contratto collettivo, peraltro già scaduto da un anno.
http://www.argo.catania.it/2010/06/04/non-metteremo
-le-mani-nelle-tasche-degli-italiani-meno-male/#more-12752
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Mi avete ingannato. In questi giorni, da un suo collega di governo, sto
per essere defraudato (assieme a tutti i miei colleghi), in un colpo
solo, di:
- € 1560 annui per il mancato scatto di stipendio
- € 100 mensili e per tutta la vita come ripercussione di questo
mancato scatto
- un’altra cifra non quantificabile su stipendio e pensione, a causa
del blocco non recuperabile del rinnovo contrattuale
- una cifra non quantificabile, ma proporzionale alle due precedenti,
sulla liquidazione, a cui si aggiungerà il danno derivato
dall’inopinata modifica dei criteri di calcolo.
Senza contare che il pesante taglio dei trasferimenti a Regioni, Comuni
e Province, dell’ordine del 20 per cento, costringerà questi Enti ad
aumentare ulteriormente le addizionali locali, che andranno ad incidere
indirettamente sui redditi fissi medio bassi, cioè, ancora una volta,
sul mio.
Nel frattempo
LEI È RIMASTA ZITTA E NON HA FATTO NULLA PER DIFENDERMI DA QUESTA
INOPINATA E INAUDITA VIOLENZA.
Un senso, forse malinteso, della dignità, vorrebbe che in questi casi
ci si dimetta (altri datori di lavoro, nelle sue stesse condizioni,
hanno fatto scelte ben più drastiche), ma questo attiene alla Sua
coscienza.
Quando, nel novembre 1972, fresco di laurea conseguita con il massimo
dei voti, sono rientrato come insegnante nel mondo della scuola, non
avrei mai immaginato che ne sarei uscito con un tale senso di
umiliazione e frustrazione, per dover subire, senza potermi difendere,
questo brutale trattamento da parte di un governo bugiardo, incapace
persino di mantenere la parola data e la cui credibilità morale e
politica molte, troppe, volte ha lasciato a desiderare (per così dire).
Eppure c’è qualche inguaribile buontempone che, in modo irresponsabile,
continua a blaterare che le tasse non sono aumentate e non sono state
messe le mani nelle tasche degli italiani, mentre evasori (Draghi
dixit), abusivisti, speculatori, corruttori e corrotti (anche per caso)
continuano a spadroneggiare.
Ma chi paga davvero, in termini di disoccupazione, lavoro precario e
salari di fame, sono i giovani. Non una, ma due mani, vengono messe
nelle loro tasche!
Per quanto mi riguarda, senza alcuna presunzione e con molto orgoglio
posso affermare che in tutti questi anni, oltre ai miei normali
obblighi professionali, non ho mai lesinato di dedicare il mio tempo e
le mie forze, senza mai badare agli inesistenti ritorni economici, alla
ricerca e alla sperimentazione didattica, non trascurando nemmeno la
ricerca scientifica, avendo nel frattempo conseguito un dottorato di
ricerca e pubblicato con editori e riviste scientifiche di rilievo
almeno nazionale.
So bene che le mie sono solo parole di un inutile e inefficace sfogo;
vorrei solo chiederLe la cortesia di tenerle a mente e ricordarle tutte
le volte, Le accade spesso, che Le verrà la voglia di riempirsi la
bocca della parola ‘meritocrazia’, perché – mi creda – Lei non ne
conosce il significato.
Con i sensi della mia più assoluta disistima