I tagli al sapere sono tagli al futuro
del nostro Paese
Puglisi (PD): Un maestro elementare perderà quasi 2000 euro l'anno.
Partecipazione mobilitazione del 3 e 4 giugno
«Il Partito Democratico sostiene e partecipa con i propri dirigenti
alla mobilitazione dei lavoratori della scuola promossa dai sindacati
in modo unitario che metteranno in campo diverse iniziative e forme di
protesta, a partire dall’occupazione simbolica degli Uffici scolastici
provinciali e regionali.
Siamo convinti che questa manovra sia ingiusta e che faccia pagare
l’inettitudine e i disastri economici della destra a chi serve lo Stato
con dignità e sacrificio, in primo luogo alle lavoratrici e ai
lavoratori della scuola che già soffrono di salari al lumicino, di
precariato pluriennale, di tagli che rendono difficile persino aprire
le porte delle scuole ogni mattina.
Con l’occupazione simbolica degli Uffici scolastici si denuncia un
taglio che non colpisce solo chi a scuola ci lavora, ma in primo luogo
studenti e famiglie: non investire sui giovani, significa non investire
sul futuro del nostro Paese».
Giovedì 3 giugno, la responsabile nazionale Scuola del PD Francesca
Puglisi sarà alle ore 14.30 a Bologna, in via Castagnoli, dove ha sede
l’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna, e poi alle ore 17,
a Firenze, dove parteciperà alla manifestazione-corteo indetta dai
sindacati della scuola.
Il governo bastona chi serve lo Stato
con una manovra iniqua e pesante
Un maestro elementare perderà quasi 2000 euro l'anno. A pagare lo
sfacelo, saranno i soliti noti come confermano i calcoli della rivista
Tuttoscuola. Denuncia di Francesca Puglisi, responsabile Scuola Pd
I calcoli li ha appena messi on line Tuttoscuola, lo hanno detto con
forza i sindacati, lo abbiamo denunciato noi da subito: questa manovra
è iniqua e mette le mani direttamente nel portafoglio sempre degli
stessi: i lavoratori della scuola.
Un maestro con un reddito di 23.000 euro lordi l'anno vedrà sfumare,
per il blocco delle progressioni di anzianità degli stipendi, 1.823
euro l'anno. Ho ricevuto in questi giorni telefonate ed e-mail di
insegnanti che speravano di coprire con quei soldi prestiti o tasse
universitarie per i propri figli, solo per fare alcuni esempi.
Come Partito Democratico vogliamo anche denunciare con forza il fatto
che la manovra di 24 miliardi di euro viene scaricata per 15 miliardi
su Regioni, Province e Comuni, questo equivale al rischio di tagli a
catena sulle risorse destinate alla qualificazione dei piani
dell'offerta formativa territoriale, l'insostenibilità di asili nido e
scuole d’infanzia comunali, mense e trasporto scolastico.
Questa maggioranza e questo governo stanno disegnando un Paese iniquo e
dai divari abnormi, che non investe sulla crescita reale del Paese, che
danneggia il futuro delle giovani generazioni e ricaccia le donne a
casa.
Il PD chiede di tornare ad investire sulla conoscenza diffusa e
sull'istruzione pubblica di qualità, per dimezzare i tassi di
dispersione scolastica e triplicare il numero di laureati come chiedono
gli obiettivi dell'Europa 2020 per una crescita intelligente, inclusiva
e sostenibile.
Per ridare una spinta alla crescita del nostro Paese occorre sottrarre
dai vincoli del patto di stabilità le spese d'istruzione e gli
investimenti per l'edilizia scolastica, creando così migliaia di posti
di lavoro ed evitando i gravi rischi di insicurezza in cui vivono
migliaia di ragazzi nelle scuole del Paese.