FLC CGIL – CISL Scuola – UIL Scuola – GILDA Unams
Scuola: noi intendiamo reagire
La scuola è l’istituzione in cui gli alunni, si formano per diventare
“cittadini consapevoli”; pertanto dovrebbe essere il luogo del buon
governo e del rispetto di regole democratiche, stabili e chiare.
Viceversa è diventata, negli ultimi due anni, luogo di crescente
instabilità e illegittimità:
vigilanza ma non il diritto
allo studio;
• l’aumento del numero degli alunni per classe, fino
a 33, contrasta con le norme vigenti in materia di sicurezza e di
edilizia scolastica;
e inoltre, per quanto riguarda la scuola primaria,
• il tetto sugli organici impedirà le scelte delle
famiglie su tempo scuola e tempo pieno;
e per quanto riguarda le scuole superiori:
• gli studenti che escono dalla scuola media vengono
iscritti a classi con nuovi ordinamenti giuridicamente inesistenti: il
riordino della secondaria di secondo grado non è infatti ancora legge
dello Stato; inoltre non sono stati emanati i nuovi programmi, né gli
indicatori per la valutazione e l’autovalutazione dei percorsi;
• negli istituti tecnici e professionali, trattati di
fatto come scuole di serie B, viene attuata una riduzione oraria, “ad
ordinamento vigente”, nelle classi successive alla prima, con evidente
violazione del patto educativo che le scuole hanno sottoscritto con le
famiglie all’atto dell’iscrizione alle classi prime;
• in molte scuole sono stati “regolarmente” adottati
libri di testo per le prime classi superiori, realizzati in assenza
delle necessarie indicazioni nazionali.
La nuova normativa sulla valutazione, che consente l’ammissione agli
esami di stato solo a chi ha raggiunto la sufficienza in tutte le
discipline - metafora, insieme agli spot del grembiulino, della maestra
unica e delle ore di 60 minuti, di un presunto ripristino della serietà
degli studi – sta generando comportamenti, pur “a fin di bene”, ma
improntati a scarsa trasparenza e dunque funzionali ad alimentare
sfiducia nelle regole e ipocrisia.
Bisogna infine aggiungere il comportamento irresponsabile del MIUR nei
confronti dei lavoratori, ai quali si è negato quel rinnovo
contrattuale su cui nemmeno un anno prima era stato preso da parte del
governo un preciso e solenne impegno.
Questo clima di precarietà e di incertezza sta producendo nelle scuole
demotivazione e abbandono delle buone pratiche.
A tutto questo si aggiungono i pesanti tagli a classi, organici e tempo
scuola imposti dalla manovra finanziaria triennale inaugurata dalla l.
133/08.
Noi intendiamo reagire a questa situazione, che rischia di raggiungere
il punto di non ritorno.
Di fronte a un governo che è determinato a ridurre al minimo l’impegno
economico e il ruolo dello Stato nell’istruzione pubblica, favorendo
l’espansione del settore privato e privatizzando di fatto le stesse
scuole statali, non ci resta che appellarci alla Costituzione, che
prevede l’istituzione e il buon funzionamento delle scuole “per tutti
gli ordini e gradi” come compiti della Repubblica,
la quale “è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città
Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”.
Ci rivolgiamo dunque agli Enti Locali, e prima di tutto alla Regione
Toscana, perché le scuole statali abbiano di mira “il pieno sviluppo
della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Vogliamo
anche ricordare i principi generali, a cui si ispira lo Statuto
regionale, di “libertà, giustizia, uguaglianza, solidarietà, rispetto
della dignità personale e dei diritti umani”.
Ci appelliamo a tutti coloro – cittadini, associazioni, istituzioni -
che condividono le ragioni della Scuola della Repubblica e li invitiamo
a aderire e a partecipare alla
manifestazione/corteo Firenze
P.zza Strozzi
giovedì 3 giugno, ore 17