Drammatica Festa della Repubblica, tra tramonto o riscatto della
democrazia
Editoriale di Alessandro Cardulli ?
“E’ l’ultima risorsa per creare una falsa, disinformata e stupida
opinione pubblica che non sa nulla del mondo e sa quasi solo cose false
dell’Italia”: parole pesanti pronunciate nel corso di una straordinaria
manifestazione, “Letture per la libertà di stampa” che si è svolta a
Roma al Teatro Quirino gremito di pubblico organizzata da un centinaio
di editori, insieme a librai, scrittori contro la legge-bavaglio sulle
intercettazioni.
A pronunciare questo giudizio non l’ultimo estremista antiberlusconiano
ma il professor Giovann Sartori, uno dei principali autori nel campo
della Teoria della Democrazia, politologo fra i più autorevoli non solo
a livello italiano ma internazionale. Definisce questa legge con una
sola parola. “ Vergognosa”. Per tutta risposta la maggioranza
berlusconiana non solo ha duramente attaccato il presidente della
Camera che si era permesso di avanzare dubbi su alcuni articoli ma ha
fatto sapere che non ci saranno modifiche per quanto riguarda una delle
norme che supera ogni limite di vergogna, quella relativa alla
retroattività dei famosi 75 giorni concessi per le intercettazioni e
che questo periodo non sarà allungato.
Bavaglio a stampa e magistrati in nome della cricca ?
Si capisce perché questa ostinazione per far passare al Senato una
norma anticostituzionale: il problema sono le indagini sulla cricca
nelle quali compaiono ministri, esponenti di primo piano del governo,
del Pdl . Con quella norma capestro potrebbero lanciare un urlo di
gioia, “ liberi tutti”, come fanno i bambini quando giocano a
nascondino. Berlusconi ha fatto intervenire il presidente del Senato
che ha accusato Fini di fare politica e gli ha intimato di non
interferire nel dibattito in corso, i soliti Gasparri, Cicchitto,
l’immancabile Gaetano Quagliarello che ha chiesto nuovamente al
presidente della Camera di dare le dimissioni. Insomma una delle leggi
vergogna, la più pericolosa , un insidia, uno sfregio per la
democrazia, entra in dirittura d’arrivo proprio mentre si celebra la
Festa della Repubblica “ che il popolo scelse liberamente- dice un
appello di Giorgio Napolitano- il 2 Giugno del 1946” e, per chi non
volesse proprio intendere, il Capo dello Stato ricorda che è “ Festa
dell’Italia che si riunì e si fece Stato 150 anni fa”. Una Festa, ci si
scusi l’apparente bisticcio di parole, drammatica. Già,drammatica sia
per quanto riguarda gli avvenimenti italiani sia quelli internazionali
che ci chiamano in causa direttamente. Ci riferiamo al fuoco che
divampa in Medio Oriente dopo il massacro dei pacifisti da parte di un
commandos israeliano. Un giornale italiano, molto vicino al presidente
del Consiglio in via familiare, in linea con esponenti di primo piano
del Pdl, a partire dal sottosegretario agli esteri, Mantica, titola:
“Israele ha fatto bene a sparare”. Siamo andati ben oltre le parole di
Giovanni Sartori a proposito della falsa informazione. Ci fa perfino
schifo commentare un simile titolo. ?
Quando il popolo perde identità e memoria ? ?
Ma il “ Giornale” di Feltri è solo la punta avanzata,l’avanguardia,se
così si può dire, di un paese che perde la memoria, non conosce più la
sua storia. Con il rischio, forse qualcosa , più del rischio, di
perdere l’identità di popolo, rappresentato al livello più alto da
istituzioni democratiche, per diventare un paese abitato da un insieme
di persone che si trovano lì per caso. Quasi inquilini di un condominio
che a malapena si danno il buongiorno e la buona sera. Quando un
giornale si rivolge ai propri lettori inneggiando a chi ha sparato ed
ha compiuto un massacro sa che parla ad un pubblico che ingurgita
tutto, avendo perso il senso della solidarietà, della socialità,
perfino della umana socialità, della solidarietà. Quando, andiamo su un
altro terreno, istituti di sondaggi, per scacciare i cattivi pensieri
di Berlusconi e risollevarlo dall’umor nero intervistano i cittadini
per capire se la manovra economica ha appannato l’immagine del capo del
governo sanno bene che in questo paese neppure il Presidente della
Repubblica fino a l’altro ieri conosceva i provvedimenti. Allora che si
chiede ai cittadini? Si crea, così, quella falsa disinformata opinione
pubblica di cui parla il professor Sartori. Proprio l’informazione, la
conoscenza, nella società della comunicazione, sono gli “ strumenti”
necessari per dare ad un insieme di cittadini la “ qualifica” di
popolo.
Autoritarismo e falso federalismo
Ma il demo -autoritarsimo, sempre meno democrazia, sempre più
autoritarismo, cui mira Berlusconi, nel nome del popolo mira a
distruggere il popolo, ha bisogno come l’aria di cittadini che vivono
nel medesimo paese senza vincolo alcuno. E’ quello che piace alla Lega
con il falso federalismo destinato a dividere ancor più l’Italia. Non è
un caso che Pdl e Lega abbiano fatto di tutto per sminuire
quell’avvenimento di 150 anni fa “quando l’Italia si unì e si fece lo
Stato” ed ora accettano a malincuore che si ricordi il 2 Giugno, ma in
modo strettamente ufficiale” Insomma il popolo ne stia fuori,ignori la
storia di questo paese, i valori fondanti della società che si
ritrovano nella Resistenza, nella lotta antifascista da cui nasce, la
Costituzione, nel referendum in cui i . cittadini scelsero la
Repubblica. Tutta roba da mandare al macero o in qualche archivio
segnato dal segreto di Stato, dove si dimentichino le stragi, non si
cerchino i mandanti, si metta una pietra sopra sulle tragedie che
l’intreccio criminalità- mala apolitica ha provocato. Drammatica questa
Festa perché può essere ricordata come l’avvio di un lento tramonto
della democrazia repubblicana oppure il riscatto, la riconquista della
nostra memoria storica per guardare al futuro