Il Ministro dell’Economia la scorsa settimana fa ha annunciato che a
pagare la Manovra sarebbero stati “falsi invalidi e veri evasori”.
Autorevoli esponenti della Maggioranza hanno pervaso i media di
invettive contro i falsi invalidi - causa del disastro economico - sui
quali sarebbe caduta la scure di una politica nuova che elimina le
ingiustizie e fa cassa. Sono seguite veline artatamente false che buona
parte dei giornali, schierati e non, hanno rilanciato acriticamente,
senza approfondire i fatti e i risvolti.
Dimenticando, ad esempio, che l’Italia per l’invalidità civile spende
meno della Polonia, dell’Ungheria, della Francia e della Germania e di
molti altri. Che meno di noi spende solo la Grecia, l’Estonia, la
Bulgaria, l’Iralnda. Che la nostra spesa è inferiore all’Europa dei 15
e anche a quella dei 27 (Fonte: Relazione sullo stato economico del
Paese, Ministero dell’economia).
La FISH e le associazioni aderenti reclamano da tempo immemore un’opera
di pulizia – ma anche di razionalizzazione del sistema - in questo come
in altri campi.
Allo stesso tempo però, sono perfettamente consapevoli che un annuncio
tanto roboante ed una campagna così accuratamente costruita non poteva
non nascondere ben altro: il taglio delle prestazioni a persone con
vera disabilità.
E si è iniziato da una “categoria” che già di tutele ne ha ben poche.
L’innalzamento della soglia percentuale dal 74% all’85% per vedersi
erogare l’assegno mensile, non colpisce in alcun modo i falsi invalidi,
bensì principalmente persone con disabilità intellettive di media
entità espulse dal mercato del lavoro per lo stigma dell’improduttività
e per lo stesso stigma privati della vita di relazione ordinaria. Il
carico assistenziale ricade, ancora una volta, esclusivamente sulle
loro famiglie.
L’entità della loro disabilità è troppo bassa per poter acceder a
prestazioni superiori (pensione e indennità di accompagnamento), ma
troppo elevata per poter acceder al mondo del lavoro.
Ricordiamo che per queste persone è già previsto, ai fini
pensionistici, un doppio requisito molto rigido: essere iscritti alle
liste di collocamento e non superare un reddito annuo lordo di 4.408
(quattromilaquattrocentootto) euro. Disoccupati e indigenti.
Oltre a qualche centro diurno, con funzioni più di sollievo che altro,
la collettività ha messo loro a disposizione solo l’assegno mensile di
assistenza (256 euro al mese). Poco più che un rimborso spese per il
trasporto. Fin troppo facile prendersela con loro.
Inutile dire che se per lo Stato il risparmio sarà ridicolo, per i
diretti interessati la nuova regola sarà una gravissima perdita.
“I falsi invalidi secondo il Ministro Tremonti – commenta Pietro
Vittorio Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il
Superamento dell’Handicap - sono le persone ai margini della società
che - alla faccia del principio costituzionale della non
discriminazione e del pieno sviluppo della personalità, e dei loro
diritti fondamentali - vengono private dell’unica misura nazionale che
ne incentiva, già in modo esiguo, la permanenza nel proprio contesto
familiare, e che restituisce qualche seppur minima opportunità di
inclusione sociale.”
La FISH e le associazioni aderenti sono mobilitate per ogni iniziativa
democratica affinché la discussione parlamentare possa riequilibrare
una mancanza di equità così evidente.
Ufficio Stampa Fish
ufficiostampa@fishonlus.it
Tel. 06/78851262