Manovra economica, tutto sulle nostre
spalle!
Durante la conferenza stampa il Segretario generale della CGIL,
Guglielmo Epifani, ha confermato il giudizio negativo nei confronti
della manovra approvata ieri dal Consiglio dei Ministri.
La CGIL, ha detto Epifani, conviene sulla necessità di approvare una
manovra per mettere in regola i conti pubblici, accogliendo così quanto
affermato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ma ritiene che
quanto messo in campo dal Governo sia profondamente iniquo per le
seguenti ragioni:
• divide il Paese e le fasce sociali, gravando sui
cittadini per effetto dei tagli ai trasferimenti alle regioni ed enti
locali e affondando sul lavoro pubblico.
• Non prevede nessuna delle riforme di cui avrebbe
bisogno il paese. Ad esempio sul versante previdenziale non ci sono
interventi a favore delle pensioni dei giovani.
• È sostanzialmente una manovra di tagli che
deprimerà la crescita e aumenterà il tasso di disoccupazione.
La CGIL, quindi, chiede al Governo e al Parlamento di modificarla
profondamente e a questo proposito fa anche una serie di proposte che
vanno da una addizionale per i redditi sopra i 150 000 euro, al
ripristino dell'ICI per i redditi sopra i 90 000 euro, ad un aumento
della tassazione sulle somme provenienti dallo scudo fiscale....
La CGIL sosterrà la sua valutazione profondamente critica e le sue
proposte con una serie di iniziative. Inizieremo il 12 giugno con una
manifestazione nazionale, che si terrà a Roma, di tutti i lavoratori
pubblici. Poi proclameremo lo sciopero generale sui temi della manovra
e dei diritti dei lavoratori per il mese di giugno.
Domenico Pantaleo, segretario generale della FLC, nel suo intervento ha
messo in evidenza che questa manovra si inserisce in una fase
complessiva di destrutturazione dei settori della conoscenza che parte
da lontano, vale a dire dalle legge 133/2008. E' una manovra che
colpisce i più deboli in primo luogo i precari, che colpisce il lavoro
e la dignità delle persone. Il Governo mette in campo un ulteriore
intervento per privatizzare progressivamente i settori pubblici della
conoscenza. La FLC aderirà a tutte le iniziative messe in campo dalla
confederazione e proseguirà con le iniziative di mobilitazione già
programmate. Saremo insieme ai lavoratori dell'università e a quelli
della ricerca che stanno occupando gli enti. Se la manovra non cambierà
la FLC non garantirà l'avvio regolare dell'anno scolastico.
Si allega il dossier “Gli effetti della manovra nei comparti pubblici
della conoscenza” che è stato illustrato da Domenico Pantaleo durante
la conferenza stampa.
Roma, 26 maggio 2010
IL 5 GIUGNO TUTTI/E IN PIAZZA A
ROMA DAL 7 AL 15 SCIOPERI NELLA SCUOLA, P.I. E TRASPORTI
Dopo che i governi europei hanno dilapidato centinaia di miliardi per
soccorrere banche e imperi finanziari, ora, partendo dalla
Grecia, aggrediscono i lavoratori/trici e i servizi sociali. E anche
il governo italiano vuole imporci che a pagare non sia chi la
crisi l’ha provocata ma ancora i salariati, i precari, i
disoccupati, i pensionati: come se non bastassero i milioni di
licenziati e cassaintegrati, l’ingigantimento del precariato, il
massacro della scuola pubblica con il taglio di 41 mila posti,
mentre è enorme l’evasione fiscale, la corruzione, la pressione
del fisco sui salari e sulle pensioni. Il governo vara una Manovra
Finanziaria che colpisce ulteriormente i salariati, in
particolare del pubblico impiego e della scuola. Dopo che per mesi
Berlusconi aveva spergiurato sulla favorevole posizione economica
italiana, ora, con un voltafaccia a 180°, viene imposta una
Manovra-massacro, definita “inevitabile per non finire come in Grecia”.
In tutto il P.I. verranno bloccati i contratti per tre anni: e poiché,
secondo i nuovi parametri dell’Ipca (indice europeo prezzi), tale
aumento sarebbe nel triennio oltre il 6%, 4 milioni di lavoratori/trici
subiranno un taglio salariale tra i 1500 e i 1800 euro. Nella scuola,
si aggiunge il blocco per tre anni degli “scatti di anzianità”,
che, sommato al precedente, provoca un furto salariale medio
intorno ai 6000 euro. Per tutti i lavoratori si sposta di un anno
la pensione di anzianità, il pensionamento a 65 anni per le donne
verrà anticipato al 2016 mentre i dipendenti pubblici verranno
derubati della liquidazione, ricevendola non più all’uscita dal
lavoro ma diluita in tre anni. Si dimezzano le spese per i
precari del P.I. e l’enorme taglio di finanziamenti a Comuni, Province
e Regioni significa o ulteriori tasse locali o drastica riduzione
dei servizi sociali. Infine, il governo vuole, con il “Collegato
al Lavoro”, togliere le residue garanzie giuridiche ai
lavoratori, annuncia altri attacchi al diritto di sciopero e
continua a negare i diritti ai sindacati di base. Solo una
generale, forte e rapida mobilitazione può bloccare la
Manovra-Massacro e modificare gli eventi. Dunque, come COBAS e
USB-Unione sindacale di base, promuoviamo per l’immediato (in
coordinamento con analoghe iniziative europee) dieci giorni di
manifestazioni e scioperi che proponiamo alle strutture
sindacali, sociali e politiche che vogliono che la crisi sia
pagata da chi l’ha provocata 5 giugno
Manifestazione nazionale a Roma (P.della Repubblica, ore 15) 7-8
giugno Sciopero della Scuola per l’intera
giornata nelle Regioni Emilia-Romagna, Calabria e provincia di
Trento; 10-11 giugno nelle Marche, Puglia e Veneto; 11-12 giugno
in Sardegna e Umbria; 14-15 giugno in tutte le altre regioni e
nella provincia di Bolzano. 11
giugno Sciopero nazionale dei
Trasporti Urbani. 14 giugno Sciopero nazionale
del Pubblico Impiego Respingiamo
il blocco dei contratti nel PI e degli scatti stipendiali nella
scuola. NO ai licenziamenti, all’attacco alla spesa sociale e ai
lavoratori pubblici, ai tagli nella scuola di 41 mila posti di
lavoro, SI alla assunzione stabile dei precari, alla tutela dei
pensionati e dei disoccupati. Cancelliamo il Collegato Lavoro.
Tassiamo i grandi patrimoni e le operazioni finanziarie. Contro
l’attacco al diritto di sciopero e ai diritti sindacali. A fianco dei
lavoratori greci ed europei in lotta. Piero
Bernocchi Portavoce
nazionale COBAS