I genitori dei
bambini che frequentano l'asilo nodo di via Tomaselli, ubicato in una
bella villa Liberty, hanno inviato una petizione al sindaco Stancanelli
nella quale chiedono all'amministrazione di rinnovare l'affitto della
sede.
I genitori sanno che l'1 aprile scorso, grazie all'impegno dell'allora
assessore Sebastiano Arcidiacono, è stato evitato lo sfratto esecutivo
per morosità e che il Comune si è impegnato a lasciare l'immobile a
fine anno scolastico.
Sanno anche che, nel frattempo, l'amministrazione cittadina è riuscita
ad ottenere un finanziamento di 480.000 euro da parte della Regione, al
quale aggiungerà una quota del 10%, per ristrutturare una parte di
palazzo Tezzano da adibire a «nido».
Questa sarà la sede definitiva dei bambini che gravitano nella zona, ma
perché questo nuovo spazio sia fruibile ci vorranno almeno due anni.
Nel frattempo, dunque, il Comune dovrà trovare una nuova sede per i 250
bambini ora ospitati nella villa di via Tomaselli per la quale oggi
paga un affitto di oltre 150.000 euro l'anno.
I genitori temono lo smembramento dell'asilo e la dispersione delle
maestre e chiedono al sindaco di non lasciare l'attuale sede anche
perché l'avvocato della proprietà ha annunciato che quest'ultima è
disponibile a rinegoziare il contratto in termini più vantaggiosi di
quelli attuali.
E se la proprietà è pronta ad abbassare il canone, dicono i genitori,
allora per l'amministrazione può essere conveniente lasciare le cose
come stanno dal momento che, comunque, in attesa che sia pronto il nido
di palazzo Tezzano, bisognerà pagare l'affitto di un'altra sede, il
trasloco e le spese per adattare i nuovi spazi ad asilo nido. Come
dire: facendo i calcoli non è detto che risparmi e, allora, meglio non
spostare i bambini da dove stanno e non cambiare le maestre.
Di qui la petizione al sindaco.
Ma la richiesta parte da un presupposto che non si è verificato. E cioè
che l'amministrazione avesse rispettato gli accordi presi con la
proprietà al momento del rinvio dello sfratto esecutivo e cioè che
avesse cominciato a saldare i tre anni di arretrati per un ammontare
complessivo di oltre 500.000 euro.
In particolare, il Comune avrebbe dovuto versare 250.000 euro entro il
30 aprile, e poi dovrebbe pagare 160.000 euro entro il 30 giugno e il
resto entro gennaio 2011. «Ora - dice l'avvocato della proprietà,
Venerando Barbagallo - poiché il Comune non ha rispettato gli accordi,
viene a mancare anche il presupposto della disponibilità a rinegoziare
il prezzo dell'affitto.
Al contrario. Ho avuto mandato di riavviare le procedure per lo sfratto
esecutivo. Attendiamo che l'ufficiale giudiziario indichi la data».
Pinella Leocata
La Sicilia del 26 maggio 2010