La normativa richiamata nel testo incriminato è
contenuta nell’art. 11 del decreto 28 novembre 2000, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale del 10 aprile 2001, come dire durante il governo
Amato. Infatti questo decreto “liberticida” è firmato dal ministro
della Funzione Pubblica, Bassanini. Che recita: “Salvo il diritto di
esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti
sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni
pubbliche che vadano a detrimento dell’immagine dell’amministrazione.
Il dipendente tiene informato il dirigente dell’ufficio dei propri
rapporti con gli organi di stampa”.
Vincenzo Brancatisano
redazione@aetnanet.org
di Vincenzo Brancatisano
Ha un che di paradossale il polverone suscitato dalla circolare del
direttore dell’Ufficio scolastico regionale Limina. I sindacati e
l’opposizione hanno chiesto le dimissioni del dirigente. Cerchiamo di
capire qualcosa che sarà sfuggita a molti.
La normativa cui Limina si è ispirato per redigere la Circolare
Riservata n. 489 del 27 aprile 2010 e protocollata da Gino Malaguti,
direttore dell’Usp modenese il 3 maggio corso, invita tra l’altro i
Provveditori a “ricordare al personale scolastico che è improprio
indirizzare ad alte autorità politiche o amministrative diverse dal
loro diretto riferimento gerarchico documenti, appelli o richieste”.
Questo è forse l’unico punto della Circolare che probabilmente il
dottor Limina non riscriverebbe, poiché non è tollerabile immaginare un
Paese in cui il lavoratore smetta di essere persona titolare di diritti
inviolabili e diventi semplicemente un dipendente pubblico. L’art. 2
della Costituzione garantisce i diritti inviolabili della persona sia
come singolo sia come membro di un gruppo nel quale egli sia inserito:
lavoratore, studente, figlio, moglie che egli sia.
Per il resto, le tre pagine del documento regionale sono formalmente
legittime, anche se molto contestabili nel merito. Infatti, la gravità
della situazione scolastica non può lasciare docenti e non docenti
indifferenti. Si può, ad esempio, tacere sul fatto che il
sovraffollamento delle aule rende illegale la fruizione del servizio?
Ha qualcosa da dire l’assessore provinciale all’Istruzione in merito
alle condizioni di sicurezza di molte delle strutture scolastiche
modenesi di sua competenza? Dobbiamo aspettare la tragedia prima che si
provveda? Altre due risposte attenderemmo dall’attuale opposizione
politica e dai sindacati, che gridano oggi allo scandalo contro la
circolare di Limina.
La normativa richiamata nel testo incriminato è contenuta nell’art. 11
del decreto 28 novembre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del
10 aprile 2001, come dire durante il governo Amato. Infatti questo
decreto “liberticida” è firmato dal ministro della Funzione Pubblica,
Bassanini. Che recita: “Salvo il diritto di esprimere valutazioni e
diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini,
il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a
detrimento dell’immagine dell’amministrazione. Il dipendente tiene
informato il dirigente dell’ufficio dei propri rapporti con gli organi
di stampa”. Ed è il codice di comportamento contenuto nel contratto
collettivo della scuola (art. 95) firmato il 29 novembre 2007 dai
sindacati, a stabilire che è sanzionabile il dipendente quando la
libertà di manifestazione si traduce in espressioni ingiuriose verso
l’amministrazione datrice di lavoro. Sulla base di queste normative,
peraltro, la giurisprudenza ha già sanzionato dipendenti.