Mi è capitato di leggere recentemente, tra le tante dichiarazioni che
circolano in rete, un documento redatto dal prof. Salvatore Indelicato
sulla vicenda del concorso ordinario in Sicilia annullato dal CGA.
Preciso per il prof. Indelicato, che sembra lo sconosca, che il CGA è
una sezione del Consiglio di Stato. Egli censura la
sentenza del CGA e soprattutto evidenzia la disparità di trattamento
operata dai giudici “siciliani” rispetto agli altri giudici “italiani”.
Il preside Indelicato invia il documento al Consiglio superiore della
Magistratura ed al Ministro della giustizia. Entrambi i soggetti
dovrebbero censurare il comportamento dei magistrati del Consiglio di
Giustizia Amministrativa Regione Siciliana che, con i loro
provvedimenti, avrebbero leso il legittimo diritto dei 426 professori
che in atto, sulla base di una legge palesemente incostituzionale, sono
stati “congelati” nelle loro posizioni, pur in presenza di un atto
annullato dalla magistratura.
Ma andiamo al nocciolo della questione.
Il CGA è una sezione del Consiglio di Stato. Nella Sicilia, in
virtù della natura speciale della regione e del suo statuto, sono stati
istituiti, a differenza di tutte le altre regioni, due TAR uno a
Catania ed uno a Palermo e, come organo di secondo grado, il CGA
sezione del C. di S. che opera presso la medesima regione. Non
occorre, quindi, che i cittadini siciliani si rechino a Roma per
presentare un eventuale appello, poiché una sezione del Consiglio di
stato opera presso la medesima regione.
Quindi il CGA è una sezione del Consiglio di Stato, non è
un altro giudice o un giudice diverso. Sembra, infatti, dallo
scritto del preside Indelicato Salvatore che tale organo sia diverso
dagli altri operanti in Italia. E’ come affermare che il Tribunale o la
corte di appello di Catania appartengano ad un altro ordine
giurisdizionale diverso dal tribunale o corte di appello di Milano.
Non è così.
Sembra poi che Indelicato sconosca quali siano i principi e le regole
che disciplinano l’amministrazione della giustizia in Italia e,
ovviamente, anche in Sicilia, visto che ancora la Sicilia ne fa parte.
I ricorsi sono decisi dai tribunali. I giudizi si articolano in più
gradi. Nel caso del giudizio amministrativo si hanno solo due gradi: il
primo dinanzi al Tar, il secondo dinanzi al Consiglio di Stato. Nelle
vicende sottoposte all’esame dei magistrati, non ha alcuna
partecipazione né alcun compito il Consiglio superiore della
Magistratura, organo costituzionale; né tantomeno il Ministro di Grazia
e Giustizia.
Il ricorso a tali soggetti non è ammissibile per censurare una
decisione del magistrato, poiché altri sono i compiti che sono
demandati a questi organi; competenze e funzioni che sono note a
qualsiasi studente che frequenti il primo anno della facoltà di
giurisprudenza. Tuttavia sembrano ignorate dal prof. Indelicato che è
un dirigente della pubblica amministrazione che scrive per rivendicare
diritti legati alla qualifica di dirigente.
Io non entrerò nel merito delle sentenze per il rispetto che ad esse è
dovuto.
Al preside Indelicato invece chiedo:
Come mai lei non ha dubbi sul fatto che una delle due sentenze
sia ingiusta?
Come mai non ha dubbi che delle due sentenze quella ingiusta sia quella
del CGA?
Come mai si rivolge al Consiglio superiore della magistratura (qualora
a questo organo fosse stato demandato un siffatto compito) non per
stabilire quale delle due sentenze sia quella giusta, ma per
bacchettare il CGA?
E’ la prima volta che organi giurisdizionali di pari rango emettono
sentenze discordanti?
Quali ragionamenti la portano a conclusioni così drastiche: tutta la
giustizia giusta nella sentenza del C.di S - Concorso in Puglia -
e tutta l’ingiustizia nella sentenza del CGA - Concorso in
Sicilia?
Le ricordo che Lei ha anche “interdetto” sul sito di aetnanet la
pubblicazione di note e argomentazioni contrarie a queste sue
convinzioni.
Motivazione ufficiale: non parliamo più del Concorso ordinario in
Sicilia. (*)
Scimmiottandola, altri prof. Dirigenti congelati stanno
riproponendo similes nugas: sentenza CGA ingiusta, sentenza C.di
S. giusta.
Ai professori, dirigenti congelati seri, (e molti lo sono) mi
permetto di dare un consiglio: chiedete a gran voce, voi, di
rifare il concorso, per la vs dignità e per la dignità del ruolo che
ricoprite, non seguite ancora le sirene di turno.
Alfredo Pappalardo
(*)- Per amore di verità, da quando c’è il sottoscritto come direttore
responsabile del sito Aetnanet, questa scelta è partita da me e da me
esclusivamente, proprio per evitare crociate a favore e contro su una
materia che è di competenza della Giustizia amministrativa. P.A.