Sono state
annunciate per il prossimo anno trenta cattedre in più in
Sicilia, ma a seguito delle decisioni del ministero dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca saranno soppresse le classi a tempo
pieno.
Uno degli effetti lo si riscontra a Mineo, dove a partire dal prossimo
anno la classe a tempo pieno della prima elementare scomparirà e, a
quanto pare, anche una classe della scuola dell'infanzia.
La sostanza è che, a conclusione dei prossimi cinque anni, non ci sarà
più una scuola elementare.
A stigmatizzare la decisione del Miur sono la dirigente dell'istituto
comprensivo «Luigi Capuana», i genitori degli alunni e
l'amministrazione comunale.
Il comitato cittadino costituitosi a questo proposito avanza richieste
nette.
«Intendiamo protestare fortemente - dice Francesco Damigella - per la
decisione che penalizza pesantemente questa comunità, sopratutto se si
aggiunge che si vuole sopprimere anche una classe della scuola
dell'infanzia».
Il comitato annuncia che saranno intraprese tutte le azioni di protesta
possibili e sarà chiesto un incontro tempestivo con il direttore
dell'Ufficio scolastico provinciale.
Ritrovarsi a leggere certe statistiche fa montare ancor di più la
rabbia.
Infatti, se al nord le percentuali delle classi a tempo pieno sfiorano
il 50% percento, al sud ci si ferma al misero 4%.
«Pur comprendendo le ragioni che inducono il governo centrale a una
politica di rigore - sottolinea il sindaco Giuseppe Castania - non
possiamo tollerare e accettare l'idea che il nostro territorio venga
continuamente penalizzato e saccheggiato».
L'invito del primo cittadino di Mineo rivolto all'Ufficio scolastico
provinciale è di rivedere quella che viene definita un'incomprensibile
disposizione restrittiva, considerato che negli ultimi due decenni le
varie amministrazioni comunali hanno investito risorse nell'ammodernare
locali e rendere funzionali alcuni servizi, creando di fatto
opportunità di lavoro per gli operatori del servizio mensa.
Il futuro del loro posto di lavoro non si preannuncia roseo.
Giuseppe Centamori
La Sicilia del 3 maggio 2010