Si è tenuto a
Catania, organizzato dai presidi dell'Andis, il convegno sulla nuova
scuola secondaria superiore.
Dopo l'introduzione di Maria Trovato, dirigente dell'ITC di Trecastagni
e presidente regionale dell'Andis, la relazione del preside Santo
Mancuso che ha sottolineato la singolare mancanza di un liceo ad
indirizzo musicale e coreutico in provincia di Catania, malgrado la
notevole tradizione catanese in questo campo.
Per l'Usp la dott. Rosita D'Orsi che ha presentato i dati e le ricerche
svolte nel campo della dispersione scolastica dai quali risulta che il
primo anno della secondaria di secondo grado rappresenta un
macroscopico punto di crisi nel quale si condensano problemi di varia
natura che comportano un blocco negli studi per quasi il 20 per cento
dei ragazzi.
Particolarmente seguite sono state le presentazioni del segmento licei,
tecnici e professionali, rispettivamente curate dai presidi Giovanni
Torrisi del Boggio Lera, Ugo Pirrone del Ferraris, Lorenzo Zingale del
Wojtyla.
Ognuno, per la sua parte, ha messo in evidenza più ombre che luci, e
tutti hanno condiviso che la matrice di questo 'riordino' è costituita
dalla volontà di economizzare la spesa nel settore istruzione e,
quindi, il vero artefice è da individuare nel ministro Tremonti e nelle
indicazioni dettate dalla Lega Nord.
Anche la semplificazione che viene fuori dalla nuova impostazione, così
come il ruolo dei dipartimenti disciplinari, sono tutte cose che sul
piano del buon senso scaturivano da quanto sperimentato nelle singole
scuole.
Ha destato stupore l'affermazione di alcuni relatori che hanno riferito
che agli incontri nazionali preparatori della 'riforma' hanno dovuto
registrare la volontà di non ascoltare i dirigenti.
Si è trattato di una grande operazione di risparmio, che doveva
condurre a forti ridimensionamenti negli organici, con poca
disponibilità a discutere su obiettivi per una migliore qualità
dell'offerta formativa.
Così rimane incomprensibile la decurtazione delle ore di laboratorio
nei tecnici e nei professionali, laddove ad esempio si dimezzano le ore
di cucina per i futuri chef a discapito delle competenze.
Si sono rivelate preziose le relazioni dei dirigenti della formazione
professionale, Cauchi del Cnos, e Prestifilippo dell'Anfe.
Per la prima volta un seminario di studi ha visto insieme dirigenti
dell'istruzione e della formazione professionali, questi ultimi hanno
messo in evidenza la necessità del riconoscimento giuridico del
servizio dei docenti nei corsi regionali di formazione.
L'ass. Sebastiano Arcidiacono ha sostenuto che occorre una comune
volontà di investire sulla scuola nell'interesse del Paese,
contrastando talune derive che tendono a penalizzare il Sud, e dare
impulso al tempo pieno.
Mario Castro
La Sicilia del 3 maggio 2010