Argentina: almeno 2.500 studenti,
secondo le agenzie di stampa argentine, si sono radunati in piazza il
30 aprile per una grande “bigiata” scolastica collettiva a Mendoza,
circa mille chilometri ad ovest di Buenos Aires. Il tutto organizzato
via Facebook
Germania: “La studentessa che
ha trasgredito andrà in prigione”. Questo il racconto del giornale
online Der Spiegel. La sentenza è stata emanata lo scorso dicembre. La
scuola si era già mossa per punire la famiglia della ragazza con tre
sanzioni.
(da http://www.nanopress.it)
redazione@aetnanet.org
Almeno duemilacinquecento studenti, secondo le agenzie di stampa
argentine, si sono radunati in piazza il 30 aprile per una grande
“bigiata” scolastica collettiva a Mendoza, circa mille chilometri ad
ovest di Buenos Aires. Il tutto organizzato via Facebook. Ad aderire
alla riunione “abusiva” convocata via internet sarebbero stati in
totale oltre undicimila studenti. L’evento ha avuto successo,
nonostante la presenza della polizia nell’area. Le autorità scolastiche
locali hanno però chiesto agli studenti di presentare una
giustificazione firmata dai genitori. Il sito argentino Placasrojas
(che pubblica cartelloni pubblicitari e immagini di vario tipo) ha già
lanciato l’organizzazione della prossima “rateada” di massa che sarà
forse ancora più ambiziosa.
In prigione per aver marinato la scuola
Certo che in Germania ci vanno pesante con le punizioni da dare ai
ragazzini che decidono di marinare la scuola . C’è infatti una 16enne
di Goerlitz che quest’estate dovrà rimanere in carcere per una
settimana, per avere deciso di non andare a scuola per un mese
intero. Secondo il giudice che ha giudicato il suo caso saltare
giorni di scuola senza giustificazione è una “trasgressione che si può
perdonare”. E allora perchè l’ha messa dentro?
“La studentessa che ha trasgredito andrà in prigione”. Questo il
racconto del giornale online Der Spiegel. La sentenza è stata emanata
lo scorso dicembre. La scuola si era già mossa per punire la famiglia
della ragazza con tre sanzioni. Ma i risultati voluti non erano stati
ottenuti. E così la decisione di rivolgersi ad un tribunale. Che non è
stato affatto clemente con la ragazzina: una settimana di prigione non
è mica poco!