Da lunedì 3 maggio fino alla fine del mese
si svolgeranno in Sicilia una serie di iniziative di protesta contro i
tagli di personale nella scuola, che culmineranno in una manifestazione
regionale a Palermo e in un presidio davanti al ministero
dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Lo hanno deciso Flc Cgil, Cisl scuola,
Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams regionali che chiedono
anche al presidente della regione di "intervenire presso il governo
nazionale per impedire lo scempio della scuola pubblica".
I sindacati contestano i tagli di personale - 7.200 i posti in meno
rispetto all'anno scorso ai quali se ne aggiungeranno altri 5.029 il
prossimo anno scolastico di cui 3.329 di personale docente e 1.700 di
Ata - e quella che definiscono "una politica insensata che metterà in
ginocchio il sistema di istruzione nella nostra regione".
Redazione
I sindacati contestano i tagli di personale - 7.200 i posti in meno
rispetto all'anno scorso ai quali se ne aggiungeranno altri 5.029 il
prossimo anno scolastico di cui 3.329 di personale docente e 1.700 di
Ata - e quella che definiscono "una politica insensata che metterà in
ginocchio il sistema di istruzione nella nostra regione". Una politica
i cui effetti, sottolineano in un documento, "saranno pesantissimi: non
saranno garantiti - sostengono - né il tempo pieno né il tempo
prolungato, nella primaria scompariranno del tutto i posti di lingua
straniera, non saranno garantiti né l'accoglienza né la vigilanza, si
formeranno classi numerose e con più disabili ai quali non saranno
assicurate le ore di sostegno necessarie, si ridurrà la qualità dei
servizi tecnico - amministrativi, ci sarà sovrannumerarietà diffusa,
verranno licenziati in tronco 3.000 precari storici, non ci saranno
risorse per il funzionamento delle scuole".
A fronte di tutto ciò i sindacati chiedono al governo nazionale il
ritiro dei tagli, un piano straordinario di immissione in ruolo su
tutti i posti vacanti, gli stanziamenti necessari per il funzionamento
della scuola. E a Raffaele Lombardo sollecitano l'adozione "di tutti
gli strumenti necessari per garantire agli studenti della nostra
regione una scuola pubblica di qualità".
Nei giorni scorsi la Cgil aveva lanciato l'allarme per i tagli
riguardanti le scuole della provincia di Catania. "Nelle scuole
siciliane - ha reso noto la Flc Cgil di Catania - il taglio legato
all'applicazione della riforma Gelmini sarà di 3.329 posti, mentre per
le scuole della provincia di Catania la contrazione complessiva ammonta
a 765 posti così ripartiti tra i vari ordini e gradi di scuola:
Primaria 273; Primo grado 118; Secondo grado 374. Lo rende noto . Per
il sostegno, in virtù dell'ampliamento dell'organico di diritto, in
Sicilia ci sarà un incremento di 635 posti; a Catania, per effetto del
riequilibrio regionale, andranno 280 posti".
"Gli effetti per le scuole saranno pesantissimi - afferma il segretario
dalla Flc Cgil di Catania, Lillo Fasciana - non sarà garantito il tempo
pieno e nemmeno il tempo prolungato; i posti lingua nella Primaria
subiranno una contrazione di 500 unità e in sostituzione degli
specialisti saranno utilizzati docenti con 50 ore di corso di
formazione; in tutti gli ordini e gradi di scuola si determinerà una
condizione di soprannumerarietà diffusa; sul piano occupazionale i
precari non vedranno rinnovato l'incarico e, ancora una volta,
pagheranno il prezzo più alto delle politiche nefaste del governo. E'
una situazione insostenibile - conclude il sindacalista - che necessita
di una mobilitazione ampia, non soltanto della categoria, ma
dell'intera collettività".