La
storia -scrive Cicerone- .è “luce di verità “ “testimone dei tempi”
;come dire: essa registra i fatti del tempo e ne dà vera testimonianza.
Ma di quali fatti è testimone? E di quali tempi? Di quale verità?
Spesso ci sono immense moltitudini di uomini che passano su questa
terra senza che la storia se ne avvede , senza che nessuno se ne
accorge ; passano senza lasciare traccia alcuna che possa darci un
barlume di verità sulle loro vicende , o vicissitudini, su questa
terra. Sorge, allora, il sospetto
che la storia sia soltanto testimone di “certi fatti “, e di “certi
tempi, e di “certe verità “: quelle dei potenti che si scrivono, o si
fanno scrivere, la storia! La storia del loro potere, dei loro fini,
che non coincidono con quelli della gente comune.
Nuccio Palumbo
Redazione
La storia -scrive Cicerone- .è “luce di verità “ “testimone dei tempi”
;come dire: essa registra i fatti del tempo e ne dà vera testimonianza.
Ma di quali fatti è testimone? E di quali tempi? Di quale verità?
Spesso ci sono immense moltitudini di uomini che passano su questa
terra senza che la storia se ne avvede , senza che nessuno se ne
accorge ; passano senza lasciare traccia alcuna che possa darci un
barlume di verità sulle loro vicende , o vicissitudini, su questa
terra. Sorge, allora, il sospetto che la storia sia soltanto testimone
di “certi fatti “, e di “certi tempi, e di “certe verità “: quelle dei
potenti che si scrivono, o si fanno scrivere, la storia! La storia del
loro potere, dei loro fini, che non coincidono con quelli della gente
comune !
La storia non ha un senso condivisibile in universale, perché ognuno,
di storia, ne ha una propria, il cui senso non può essere valido per
tutti in generale. Ci vorrebbe una storia che spiegasse
tutte “ le speranze , le lotte , le sofferenze” del genere umano. “
Evidentemente questa storia concreta non può essere scritta”.( Popper).
Si può costruire un sistema filosofico, una filosofia idealistica della
storia? Assegnare alla storia un senso, delle finalità, una sua
intrinseca razionalità? Si può affermare che tutto ciò che è reale è
razionale? Ahimé, no!” La storia non si snoda” in maniera razionale,
consequenziale, “non contiene/il prima e il dopo”. Nella catena degli
eventi “ molti anelli “non tengono”!
La storia – scrive Montale – non è intrinseca /perché è fuori”. “ Non è
prodotta / da chi la pensa e neppure/da chi l’ignora”. “La storia non è
magistra /di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve/ a farla
più vera e più giusta”.
La storia “non giustifica / e non deplora”. Essa non appare inscritta
in un orizzonte nè teleologico né teologico. Allora forse è vero quanto
afferma J.Baudrillard: -Non esiste una definizione di cosa sia la
storia. E, oggi più che mai, nell’era della comunicazione globalizzata
e della informatica , nell’era del digitale, gli eventi stessi perdono
il loro senso prima ancora che se ne possa dare uno. Gli eventi si
“volatilizzano” subito , per effetto della comunicazione mediatica
prima ancora di poterli metabolizzare. Non c’è tempo per riflettere e
catalogare scegliere e definire astrarre e concettualizzare, sistemare
e normalizzare. Non si può assolutizzare più nulla! L’unità dell’Io si
è frantumata in tanti piccoli io immersi nell’immenso “mare”
dell’esistenza. La storia universale è diventata la storia di tutti
noi, ognuno con la propria storia. La storia è la gente, tutta la
gente, quella colta e quella ignorante, quella che vince e quella che
perde, quella che gioisce e quella che soffre. La storia siamo noi con
i nostri torti e con le nostre ragioni. La storia è il nostro presente,
insieme passato e futuro!
Nuccio Palumbo