Denuncia
Rete studenti medi:dovrebbero essere gratuiti per legge
Malgrado gli inviti del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini,
rivolti ai dirigenti delle scuole di contenere le richieste di sostegno
economico alle famiglie, continuano a pervenire notizie di istituti in
difficoltà finanziare costretti a fare il contrario: come al
professionale Enrico Fermi di Verona, dove secondo la 'Rete degli
studenti medi' è stata pubblicata una circolare interna attraverso cui
il preside sancirebbe che gli studenti a cui verrà assegnato il debito
formativo al termine dell'anno scolastico potranno accedere alle
lezioni di recupero organizzate dall'istituto pagando 100 euro per la
frequenza di ogni corso. (Apcom)
Redazione
Malgrado gli inviti del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini,
rivolti ai dirigenti delle scuole di contenere le richieste di sostegno
economico alle famiglie, continuano a pervenire notizie di istituti in
difficoltà finanziare costretti a fare il contrario: come al
professionale Enrico Fermi di Verona, dove secondo la 'Rete degli
studenti medi' è stata pubblicata una circolare interna attraverso cui
il preside sancirebbe che gli studenti a cui verrà assegnato il debito
formativo al termine dell'anno scolastico potranno accedere alle
lezioni di recupero organizzate dall'istituto pagando 100 euro per la
frequenza di ogni corso. "La circolare 225 - denuncia oggi Sofia
Sabatino, portavoce nazionale dell'associazione studentesca -
stabilisce che chi finirà l'anno scolastico con qualche debito dovrà
pagare ogni corso di recupero estivo (15 ore) 100 euro". Uno studente
che si troverà il giudizio 'congelato' in tre materie dovrà quindi
versare all'istituto 300 euro: "è una decisione assolutamente contro il
nostro diritto allo studio - ribatte Sabatino - ad avere un'istruzione
pubblica e mezzi accessibili per recuperare le nostre lacune
scolastiche". Secondo la rappresentante delle Rete degli studenti,
invece, "i corsi di recupero devono essere gratuiti per legge: è una
situazione - continua Sabatino - che noi avevamo già previsto" a
seguito della "riforma Gelmini, i tagli alla scuola e la politica del
governo sulla scuola". Gli studenti temono che il caso di Verona non
sia isolato. E ciò è preoccupante, perché "se le scuole sono costrette
a chiedere alle famiglie un sostegno economico per continuare a
sopravvivere - sostiene la portavoce - ci chiediamo come facciano gli
studenti che non si possono permettere di pagare". Anche perché "100
euro a corso però sono davvero tanti e ci batteremo per risolvere un
caso, figlio della pessima politica governativa. Le nostre scuole -
continua la leader della Rete degli studenti - non hanno fondi nemmeno
per la carta igienica, figuriamoci per tutto il resto: corsi di
recupero, laboratori, corsi di approfondimento, viaggi d'istruzione".