“La
bocciatura come rimedio non funziona. Ormai è scientifico. Lo rileva
l'Invalsi nell'ambito degli studi sui risultati dei test di
apprendimento condotti nel corso dell'a.s. 2008/2009 sul campione
alunni di seconda e quinta primaria.” Lo fa rilevare, in un articolo di
Italia Oggi, Giovanni Scancarello, a riprova dunque che le
forme di punizioni oltre misura, la estrema rigidità di giudizio
giovano a poco. E’ dunque in classe che bisogna recuperare quanto più è
possibile l’alunno, come insegnava don Milani nella sua Barbiana.
Il dato, osservato
dall'Invalsi sugli alunni posticipatari del campione, è statisticamente
rilevante soprattutto se associato alla progressione della carriera
scolastica degli alunni. In seconda sono più del 6,12 per l'italiano e
2,2 per la matematica i punti di distacco dal punteggio fatto
registrare dai posticipatari dal quello dello studente tipo (cioè uno
studente del nord). In quinta il distacco aumenta fino a far registrare
un meno 7,06 punti in italiano e 4,90 per la matematica. Di converso,
per gli anticipatari accade esattamente il contrario. Per gli alunni
anticipatari, si nota infatti come l'indice di ritardo in lettura e
matematica in seconda (rispettivamente – 0,52 e -3,53) si converte in
positivo in quinta (+2,58 +2,05). Il dato, oltre a confermare
l'inefficacia terapeutica della bocciatura, potrebbe addirittura porre
un problema biografico dello studio nel nostro Paese, con gli alunni
ritardatari e anziani sempre più in difficoltà e quelli più giovani,
gli anticipatari, in progressivo vantaggio. Un dato che, se confrontato
con quello che emerge dai risultati di apprendimento rilevati dall'Ocse
e dalla Iea (con i programmi Ocse Pisa e Iea-Timms e Pirls), conferma
una volta di più come gli studenti più in difficoltà siano i ripetenti
che arrivano in terza media a 15 anni e chiudono in ritardo il ciclo
dell'obbligo.