L’importanza dell’informazione, l’onestà del giornalista,
la complessità della comunicazione.
Pietro Barcellona ha
discusso con gli studenti di Lettere di Catania, sul suo ultimo libro: Viaggio nel Bel
Paese, che raccoglie i contributi dell’autore pubblicati negli
ultimi due anni sul quotidiano La Sicilia. Pietro Barcellona legge
cinque quotidiani al giorno. È una sana abitudine di sempre. La lettura
di più quotidiani è fondamentale per riuscire ad orientarsi e a
costruirsi una propria idea sulla realtà che ci circonda.
Elena Minissale
L’importanza dell’informazione, l’onestà del giornalista, la
complessità della comunicazione. Pietro Barcellona ha discusso con gli
studenti di Lettere di Catania, sul suo ultimo libro: Viaggio nel Bel
Paese, che raccoglie i contributi dell’autore pubblicati negli ultimi
due anni sul quotidiano La Sicilia. Pietro Barcellona legge cinque
quotidiani al giorno. È una sana abitudine di sempre. La lettura di più
quotidiani è fondamentale per riuscire ad orientarsi e a costruirsi una
propria idea sulla realtà che ci circonda. Documentarsi quanto è
possibile è fondamentale nel mondo in cui viviamo. Internet spesso non
è al corretto servizio dell’informazione e alcune notizie in tempo
reale necessitano di un tempo variabile per essere concretamente
verificate e ritenute attendibili o false. La confusione è assicurata.
Il giornalista ha la responsabilità di fornire informazioni sui fatti
che caratterizzano la nostra realtà. Inevitabilmente con la propria
interpretazione il giornalista opera già una prima manipolazione, più o
meno contenuta in base all’onestà verso il lettore e più o meno
consapevole. Ma è possibile manipolare le notizie in modo determinante,
isolando il fatto: privando quest’ultimo del suo contesto più generale
o riportando un resoconto parziale dell’accaduto. Si parla a questo
punto di competenza a vivere. Bisogna dunque avere una competenza
particolare per saper vivere? Barcellona distingue la competenza
tecnica dalla competenza sociale. La prima si apprende a scuola,
al’università, al lavoro e riguarda tutte le conoscenze e le regole e
le abilità tecniche che ci consentono di operare nella realtà. La
seconda è fondamentale per vivere: la competenza sociale infatti non si
apprende nelle aule, ma nell’esperienza relazionale, nei rapporti con
gli altri, nel confronto continuo con il prossimo. Il giornalista
quindi può usare la propria competenza tecnica per ingannare il
lettore, ma può anche mettersi nei panni di quest’ultimo ed essere
onesto nel fornirgli l’informazione, attingendo quindi alla competenza
sociale. Oggi, nonostante l’inflazione di informazione e di
comunicazione, in sostanza non abbiamo né l’una né l’altra. Si dovrebbe
innescare un processo di cultura della comunicazione e per questo è
necessario interagire seriamente con l’altro e, sviluppare quindi
l’attitudine alla comprensione. Il giornalismo che manipola è perverso.
Il buon giornalista deve suscitare domande nel lettore, dubbi,
curiosità.
Questi temi li ritroviamo tutti nel volume di Barcellona che merita una
attenta lettura.
Elena Minissale