La
Corte dei Conti boccia la riforma universitaria che ha introdotto il
sistema a doppio ciclo, laurea e laurea specialistica (cioè quella
breve), spiegando che «non ha prodotto i risultati attesi» nè in
termini di aumento dei laureati nè in termini di miglioramento della
qualità dell'offerta formativa. Anzi, sostiene la magistratura
contabile in un Referto sul sistema universitario appena pubblicato, ha
generato un sistema incrementale di offerta «con un'eccessiva
frammentazione ed una moltiplicazione spesso non motivata dei corsi di
studio». (da l'Unità )
La Corte dei Conti boccia la
riforma universitaria che ha introdotto il sistema a doppio ciclo,
laurea e laurea specialistica (cioè quella breve), spiegando che «non
ha prodotto i risultati attesi» nè in termini di aumento dei laureati
nè in termini di miglioramento della qualità dell'offerta formativa.
Anzi, sostiene la magistratura contabile in un Referto sul sistema
universitario appena pubblicato, ha generato un sistema incrementale di
offerta «con un'eccessiva frammentazione ed una moltiplicazione spesso
non motivata dei corsi di studio».
La Corte stima che dopo le riforme del 2004 e del 2007, solo dall'anno
accademico 2008-2009, c'è stato un'inversione di tendenza. C'è da
segnalare poi «il rilevante fenomeno dell'incremento delle sedi
deccentrate e il peso via via crescente nassunto dai professori a
contratto esterni ai ruoli universitari». C'è da dire, inoltre, che il
sistema non ha migliorato la qualità dell'offerta formativa «anche in
termini di più efficace spendibilità del titolo nell'ambito dello
spazio comune europeo». Per la magistratura contabile, «gli effettivi
sbocchi occupazionali che offrono i diversi corsi di laurea dovrebbero
guidare l'andamento delle immatricolazioni e l'orientamento degli
studenti verso le differenti tipologie di crisi».