Di fronte all'ostinata indifferenza del governo verso le proteste dei
lavoratori della scuola contro la
politica dei tagli e di distruzione del sistema di formazione pubblico,
il movimento dei precari della scuola,
nelle sue varie articolazioni, sta portando avanti a livello nazionale
con grande determinazione una campagna di
boicottaggio degli scrutini di giugno.
Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto
radicale e molto efficace, che in
passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei
lavoratori della scuola.
La gravità dell'attacco
sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente
pubblica) renderebbe più che mai necessario il
ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini.
Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai
vietata dalla legge 146 del 1990.
Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al
cuore della burocrazia scolastica,
inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero
degli scrutini, cioè uno sciopero
tradizionale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente
normativa sindacale - in concomitanza con lo
svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento,
che sfata il falso mito dell'intoccabilità
degli scrutini.
Quando i lavoratori della scuola scioperano, a differenza dei
lavoratori delle fabbriche, non bloccano la
produzione, non creano un danno materiale immediato. Lo sciopero dei
lavoratori della scuola ha un altissimo
valore politico anche se puramente simbolico; lo sciopero degli
scrutini esprime un contenuto politico più
radicale e restituisce l'idea di una più decisa volontà di opposizione
alle politiche scolastiche del governo. Lo
sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo
sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più
radicale che si possa praticare in ambito scolastico.
Esistono dei precedenti confortanti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova
i lavoratori della scuola hanno fatto
slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno
sciopero provinciale indetto dai COBAS; in
molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che
hanno aderito allo sciopero, là dove era
previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo
slittamento. Nessun lavoratore che sciopera può
essere sostituito. Nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito
in alcun modo. Inoltre, si dice spesso
con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i
cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia
importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in
questa lotta.
Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile
aspettare passivamente lo
sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo
lungo di lotte. E' indispensabile arrivare
alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di
mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da
subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione,
assemblee, picchetti davanti alle scuole,
volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a
surriscaldare il clima nelle scuole.
Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le
azioni necessarie a creare uno stato
di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che
vigilino sul rispetto della legalità
scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli
scrutini a prima della fine delle attività
didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.
Infine chiediamo a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla
costruzione dello sciopero degli
scrutini.
per informazioni e adesioni allo sciopero degli scrutini di giugno
contattateci all'indirizzo
lavoratoriscuolact@virgilio.it
Coordinamento Precari Scuola - Catania
www.provveditoratoccupato.tk
f.i.p. via Coviello 15