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Roma, dice Il Messaggero, i fondi per
i corsi di recupero sono in ritardo e le famiglie rimangono critiche
sull’obbligo di pagare un contributo nominalmente volontario. Le
scuole della Capitale segnalano i disagi prodotti dalla scarsità delle
risorse. Una preside: «La quota per i
corsi di recupero ancora non si è vista e si parla di cifre intorno a
20 mila euro. Funzionamento didattico e amministrativo, supplenze
rischiano di subire un danno». (di Luca Brugnara da Il
Messaggero)
Redazione
Nei giorni scorsi, il ministro Gelmini aveva esortato le scuole a non
richiedere contributi alle famiglie. «In mancanza dei relativi fondi -
spiega il preside del liceo Mamiani, Cosimo Guarino - abbiamo dovuto
anticipare il pagamento per i recuperi e gli esami di stato: la
richiesta del contributo alle famiglie si è resa necessaria per evitare
di finire in rosso. Chiediamo che quest’ultimo venga regolamentato». La
soluzione è stata quella di razionalizzare i corsi di recupero.
«Quest’anno - dichiara la professoressa Marcella Cognolato,
dell’Istituto Von Neumann - sono stati fatti solo nelle materie di
indirizzo».
La richiesta del contributo alle famiglie incontra pareri discordanti.
«Si è creata una situazione di scompiglio sul tema - evidenzia la
preside del liceo Righi, Margherita Mastrangelo - che non è utile a
nessuno». «Le carenza di fondi è una realtà - afferma Paolo Mazzoli,
preside dell’elementare Mauri e presidente dell’Asal - Crediamo sia
giusto chiedere il contributo, ma anche rendere conto su come viene
utilizzato: deve essere un’opportunità per la scuola». E ieri “sciopero
bianco” dei presidi di decine di istituti, tra cui Dante, Virgilio,
Tasso, Mamiani, Farnesina.
«L’attività è stata regolare - aggiunge Guarino - ma non abbiamo
parlato con genitori, docenti, studenti. Da 5 anni, siamo in attesa che
il contratto dei dirigenti scolastici venga rinnovato». Chiusi i
termini delle pre-iscrizioni alle superiori, sembra confermata la
maggioranza delle scelte verso i licei: primo il classico, seguito
dallo scientifico, dati contrastanti per i tecnici. «Su 230 ragazzi -
ricorda la preside della media Settembrini, Simona Pianese Longo - un
centinaio hanno scelto il classico, in calo lo scientifico. Per la
prima volta da noi, 20 studenti hanno optato per gli istituti tecnici».
«Bene classico e scientifico - concludono dal Newton - mentre sembrano
in calo i professionali».