Aumentano gli
aborti tra le giovanissime e le malattie sessualmente trasmissibili ma
di educazione sessuale a scuola le istituzioni non parlano.
Eppure sono gli studenti a chiederla in prima persona per combattere
disinformazione e luoghi comuni e perchè, parlare di certe cose in
classe, è più facile che farlo in famiglia (http://www.studenti.it/)
Redazione
Di sesso i giovani ne parlano ma non sempre con cognizione di causa.
Molti di loro credono di sapere tutto attraverso il confronto con altri
coetanei, i più fortunati ne parlano con i genitori ma sono tanti,
soprattutto giovanissimi, quelli che non sanno ancora abbastanza di
contraccezione o sono vittime dei luoghi comuni.
Eppure le prime esperienze sessuali
sono sempre più precoci, gli aborti fra le minorenni sono più che
raddoppiati nelle under-14 passando dallo 0,5% del 1995 all'1,2% del
2005 e sono in aumento anche le malattie sessualmente trasmissibili
come la clamydia che negli ultimi 10 anni è cresciuta di 6-10 volte a
seconda delle regioni.
Questo campanello d'allarme ha portato la SIGO (Società Italiana Ginecologia e
Ostetricia) a lanciare il primo kit per l’educazione sessuale
nelle scuole: “Si tratta di un’iniziativa assolutamente unica e
innovativa in Italia pensata per tutti i ginecologi che si recano nelle
classi per parlare di questi temi – spiega il prof. Emilio Arisi,
membro del direttivo SIGO e direttore di “Scegli Tu”, il progetto della
Società scientifica per una sessualità consapevole -. È rivolto ai
ragazzi delle scuole superiori, multimediale, con materiale per gli
studenti e gli insegnanti. Vogliamo infatti stabilire una sinergia fra
giovani e adulti, con il medico come mediatore. È l’unica via per
riuscire davvero a stimolare l’interesse e far maturare la
responsabilità. Chiediamo e lanciamo un appello al Ministero perché
strumenti come questi possano venire adottati ufficialmente”.
Sull'educazione sessuale però il Ministero non si pronuncia, e forse
per questo la scorsa settimana al Liceo Keplero di Roma è stato
installato un distributore automatico di preservativi in cui poterli
acquistare a prezzi più bassi che altrove. L'iniziativa è stata
ovviamente accolta con entusiasmo dagli studenti della scuola, dalle
associazioni studentesche e dal circolo Mario Mieli che ha definito
questa "una risposta adeguata ad un cambiamento sociale ormai evidente
a tutti e cioè l’abbassamento dell’età dei rapporti sessuali".
Per il Vaticano si è invece trattato di una banalizzazione della
sessualità e da altre parti si è invitato a sostituire iniziative
eclatanti come questa con un'educazione sentimentale perchè di
distributori in giro ce ne sono in ogni angolo della città, di sesso i
ragazzi sanno tutto mentre si sa e si parla poco di sentimenti.
Sarà vero?
Da un'inchiesta ancora in corso su
Studenti.it è emerso che il 55% dei partecipanti è favorevole ad una
educazione sessuale a scuola perchè tra i giovani c'è molta
disinformazione mentre per un 28% sarebbe utile parlare di sesso in
classe perchè farlo in famiglia è imbarazzante. Solo l'11% ritiene che
i giovani sappiano già tutto e che l'educazione sessuale a scuola non
servirebbe a nulla mentre il 5% non si è pronunciato sulla questione.
Insomma, gli studenti chiedono a gran voce che si parli di sesso anche
a scuola perchè -come scrive Yad- "la sessualità è un aspetto della
persona che non dovrebbe fare tanto scalpore. Non è un argomento
scabroso, quindi basta con certi moralismi".
(da Studenti.it)