Bolzano chiede il rinvio
(L'Unità)
La Provincia di Bolzano chiederà al governo lo slittamento di un anno
per l’applicazione in Alto Adige della riforma della scuola superiore:
la decisione è stata resa nota dalla stessa giunta provinciale,
attraverso un comunicato ufficiale, al termine della seduta di ieri.
«La relativa normativa - si legge nella nota emessa dalla giunta di
Bolzano - non è ancora entrata ufficialmente in vigore e la Provincia
non riuscirebbe a disporre in tempo dei sei mesi previsti per recepire
la normativa con legge propria e per redigere i nuovi programmi». E
poiché i tempi per l’attuazione dei nuovi regolamenti sui nuovi
istituti liceali, tecnici e superiori sarebbero troppo stretti, la
giunta ha annunciato che esprimerà ufficialmente al governo «la
richiesta di far slittare l’applicazione della riforma all’anno
scolastico 2011/2012».
L’iniziativa della provincia di Bolzano è certamente legata allo
statuto speciale di cui gode. Va da sé che un problema analogo
potrebbero averlo anche le altre regioni a Statuto speciale. Se così
fosse si tratterebbe di una larga fetta di cittadini a cui sarebbe
concesso un inizio più umano e organizzato di una riforma che resta
improponibile e dannosa di per sé. La provincia di Bolzano
ufficialmente lega la richiesta alla legge di recepimento. Ma la
montagna di problemi burocratici e giuridici legati alla approvazione
definitiva dei regolamenti delle superiori (non c’è ancora la firma del
Presidente della Repubblica, né ovviamente la pubblicazione sulla
Gazzetta ufficiale) potrebbe essere motivo di ricorsi e ufficiali prese
di posizione di molte altre amministrazioni. Tra undici giorni esatti
si chiudono le preiscrizioni alle superiori con regolamenti che in
punta di diritto non esistono.
Il caos Le scuole, tra l’altro, per non perdere iscritti stanno
affannosamente moltiplicando le modalità per accrescere l’offerta
formativa. Una è la lievitazione del cosiddetto «contributo
volontario». Ma questo è un enorme capitolo da affrontare a parte.
REGIONE TOSCANA chiederà VERIFICA
riforma A CONSULTA
(ASCA) - Firenze, 16 mar - Quando saranno approvati i decreti di
riordino della scuola superiore, la Regione Toscana verifichera' la
possibilita' di fare ricorso alla Corte costituzionale. Lo comunica
l'assessore all'istruzione Gianfranco Simoncini che ha proposto in
giunta una delibera, approvata, per ''limitare il danno rispetto alla
confusone che si sta determinando, testimoniata dalle decine di
richieste di chiarimenti che arrivano quotidianamente anche negli
uffici della Regione e che conferma quanto fosse sensata la richiesta
fatta dalla Regione di rinviare di un anno l'entrata in vigore della
riforma''.
La programmazione per il prossimo anno, spiega la Regione, e' stata
fatta come previsto dalla legge regionale. Il piano di dimensionamento
e' stato approvato con delibera nel gennaio 2010. Da quel piano, fatto
sulla base della normativa ad oggi vigente, non ci si puo' discostare,
almeno per il prossimo anno.
In attesa di nuove regole sono queste le uniche regole cui e' possibile
attenersi.
Le scuole, in questa fase di passaggio, possono ricorrere alla
facolta', prevista dalla legge, di determinare in autonomia il 20% del
monte orario annuale.
Risorse aggiuntive da parte della Regione saranno destinate al sostegno
scolastico degli studenti che si iscrivono quest'anno al primo anno e
che vorranno, eventualmente, transitare nei nuovi indirizzi che saranno
creati a partire dall'anno successivo.
Il balletto del liceo musicale
Il quadro dei licei musicali italiani è fluido, si è modificato, e si
modifica tuttora, alquanto ballerino almeno nel numero e nelle sedi
che, in una settimana, sono arrivate prima a quota 21, poi a 24 e
infine a 27.
Il primo marzo cercando il liceo musicale nei record della neonata
applicazione “cerca la scuola” presente sul sito MIUR, risultava il
numero di 11 sedi attivate. Alcuni giorni prima una nota della CGIL
aveva anticipato questo numero e alcuni quotidiani si interrogavano sul
destino dei previsti 40 licei. Difficile, ad esempio, trovare un
criterio per la distribuzione territoriale delle previste 40 sedi. “Si
muove anche il deputato nuorese Bruno Murgia con una interrogazione
parlamentare in difesa del liceo musicale di Nuoro. Ancora il 28
febbraio viene assicurato al Dirigente scolastico del Liceo di Nuoro
che solamente 10 saranno le classi attivate in tutta Italia, quindi la
sua scuola probabilmente non avrà il riconoscimento richiesto”. Questo
sipario sardo è solo un esempio del dibattito sul liceo musicale che ha
coinvolto esperti, musicologi, ragazzi in cerca di musica, corporazioni
in difesa di diritti ormai acquisiti, insegnanti e famiglie in
difficoltà per districarsi tra i regolamenti delle iscrizioni. Questi
dati evidenziano un percorso a ostacoli, confuso soprattutto nella
partenza e nell’assetto normativo.
Ma il quadro è fluido, si è modificato, e si modifica tuttora, alquanto
ballerino almeno nel numero e nelle sedi dei licei che, in una
settimana, sono arrivati prima a quota 21 poi a 24 e infine a 27. Il 5
marzo è sparito dal database del Ministero il liceo musicale di Latina
prima presente nell’elenco per riapparire poi il pomeriggio del 10
marzo. Appare ancora misteriosamente la sera del 10 marzo una sede a
Roma, presso il Liceo della Farnesina (con indicazione errata
dell’indirizzo sulla mappa di Google). Quindi Basilicata, Molise e
Umbria per ora non avranno il liceo musicale mentre in Lombardia
passano da 5 a 4 perdendo Varese e Como, ma acquistando Pavia. In
Toscana sparisce il liceo musicale di Siena, presente in rete per poche
ore, ma in Campania la spunta Salerno. Non sarà facile per i genitori
iscrivere i figli al liceo musicale: poche le sedi attivate, incerta la
situazione. Calcolando che in ogni scuola media a indirizzo musicale
(circa 1200 sedi) 20 alunni abbiano frequentato i corsi musicali, si
raggiunge un numero complessivo di 24.000 studenti con un percorso
strumentale di tre anni. Ma nei licei musicali entreranno non più di
600, nella migliore delle ipotesi…
Per mettere un po’ di ordine nelle sedi assegnate, ecco la mappa dei
licei e la tabella con le sedi attivate, il numero delle scuole medie a
indirizzo musicale (bacino privilegiato di utenza), il numero degli
alunni che frequentano il terzo anno della scuola secondaria di primo
grado e il numero dei conservatori e istituti musicali pareggiati
presenti nella regione:
Nel corrente anno scolastico sono 37 i licei musicali sperimentali
presenti nel territorio che hanno attivato insegnamenti musicali
(alcuni con esperienza ventennale come il Francesco Petrarca di Arezzo
attivo dal 1983) con molteplici tipologie di quadri orari e di corsi;
alcuni (pochi) sostanzialmente allineati con il quadro previsto dalla
riforma, altri differenti. Di questi licei, 27 saranno quindi
confermati per il 2010/2011: ma che fine faranno i restanti 10 attivi
da tempo nel territorio? Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, sono
destinate al silenzio?
Tornando a Nuoro, è praticabile una convenzione con un conservatorio
distante più di 100 Km? Emblematico il caso dell’Istituto Giovanni
Verga di Modica (RG): sarà uno dei due licei musicali della Sicilia, ma
è anche linguistico, pedagogico, sociale, con un indirizzo per geometri
e un indirizzo per arte del mobile e arredamento… e il conservatorio
nella provincia di Ragusa non esiste! Come si comporterà l’Istituto
Magistrale Regina Margherita di Palermo nell’adeguamento del quadro
orario (attualmente solo 3 ore di musica nel biennio e 3 ore di musica
nel triennio con compresenze musica/religione, musica/ed. fisica,
musica/diritto)?
Il liceo Berchet di Milano invita sul sito chi necessita di
informazioni sul liceo musicale a prendere contatto con il
conservatorio; pochissime istituzioni (Arezzo e Brescia) fanno
riferimento alla prova selettiva preordinata alla verifica del possesso
di specifiche competenze musicali.
Era forse auspicabile, viste le difficoltà e le incertezze della fase
di avvio, governare il cambiamento con un processo più disteso.
L’organizzazione del liceo musicale meritava una riflessione più ampia
e mirata, per risolvere i problemi presenti e consentire un avvio
corrispondente alle istanze provenienti dalla società. Era necessario
attivare un sistema che definisse meglio sia la rete territoriale che
le necessità di adeguamento delle classi di insegnamento e dei quadri
orari anche in relazione alle sperimentazioni già esistenti. È questa
un’occasione mancata, ma nemmeno le note dell’Incompiuta di Schubert
possono recare sollievo a chi auspicava un cambiamento di registro
della politica riguardo alla Musica, a chi guardava al sorgere del
liceo musicale come un segnale forte di vitalità culturale. Ma la
Musica non è apparsa in nessun ordine di scuola superiore, persino nel
liceo artistico a indirizzo audio-visivo manca la parte “audio”…
Resta solo la speranza che i numeri possano cambiare ancora: non è
possibile avere 550/600 posti di liceo musicale su un totale di oltre
mezzo milione di alunni!
Il balletto del liceo musicale è ancora alla ricerca del suo Béjart.