Tutto il Novecento nei nuovi programmi
Sembra ieri, ma è un secolo fa. È passato, e dunque può (deve)
diventare argomento di studio, analisi, riflessione. Chi arriverà alla
maturità dovrà conoscere il ’900 dall’inizio alla fine. Soprattutto
alla fine. Se prima si studiava al massimo il secondo dopoguerra,
adesso si partirà dal primo conflitto mondiale e, passando per le
stagioni del terrorismo, la caduta del Muro, l’epoca di Tangentopoli,
verranno coperti tutti i successivi eventi del Novecento. Varrà per la
storia e anche per la letteratura, con il Romanticismo toccato già al
quarto anno per consentire, nel quinto, di leggere, per esempio, le
opere di Umberto Eco e Claudio Magris. (da Il Corriere)
Un pool di intellettuali e personalità del mondo accademico ha
consegnato ieri al Consiglio nazionale della Pubblica istruzione le
indicazioni nazionali degli obiettivi specifici di apprendimento per i
licei. A giorni, sul sito internet nuovilicei. inizierà la
consultazione per la raccolta di pareri di sindacati, studenti,
genitori. Verranno raccolti i suggerimenti e si tornerà al lavoro sul
documento, per eventuali modifiche. Il tutto con un occhio ai tempi e
al calendario. Che pressano. Gli obiettivi dichiarati: stesura
definitiva per maggio, pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale per fine
agosto. Un altro capitolo fondante di quella che il ministro
dell’Istruzione Mariastella Gelmini definisce una «rivoluzione» sarà il
potenziamento dell’apprendimento delle lingue straniere con un minor
peso specifico della storia delle letterature estere. «Saranno lingue
vive», spiega il titolare di viale Trastevere. Altra novità: «Noi
fissiamo gli obiettivi, con indicazioni chiare e semplici. Le scuole
saranno più autonome nel decidere come raggiungerli».
I fatti e il «secolo breve»
Enrico Decleva, presidente dei rettori italiani, è a capo della Statale
di Milano e docente di Storia contemporanea: «Mi auguro che il
Novecento sia affrontato in modo serio senza trascurare i periodi
precedenti». La vicinanza temporale renderà forse più agevole il lavoro
degli insegnanti? «I docenti — risponde il rettore — non avranno un
compito facile: dovranno tenere presente la complessità dei fatti
evitando di interpretarli ideologicamente. Ma questo rischio vale per
tutte le ere». La contemporaneità inseguita dalla storia non è un caso.
Per molte altre materie è stata rafforzata l’adesione all’attualità.
Nei contenuti e nelle forme. Prendiamo matematica al liceo scientifico:
i numeri avranno un sostegno, forte, dai computer e dalla Rete, poiché
sarà introdotto l’uso degli strumenti informatici, «sia pur senza
creare l’illusione che siano un mezzo automatico di risoluzione di
problemi e senza compromettere la necessaria acquisizione di capacità
di calcolo mentale».
Il calcolo delle probabilità
Il pool tecnico, guidato da Max Bruschi, ha fissato tre obiettivi che
per il capo dipartimento del ministero Giovanni Biondi rappresentano
«un vero manifesto culturale». Fatto salvo (primo obiettivo)
l’«assolvimento dell’obbligo di istruzione», i percorsi liceali
dovranno garantire «le conoscenze fondamentali richieste per l’accesso
alle facoltà universitarie». Questo è il secondo obiettivo; il terzo
prevede la possibilità di «istituire forme di collaborazioni con
università, enti di ricerca, musei, istituzioni culturali al fine di
migliorare la proposta formativa», motivo per cui, nella materia della
fisica, si legge nel documento, «è auspicabile trovare un raccordo con
altri insegnamenti, in particolare quelli di matematica e di scienze e,
ove possibile, sinergie con il territorio». Matematica e scienze sono
le materie con le maggiori novità. La matematica perché vedrà un ruolo
crescente del calcolo delle probabilità; le scienze, a loro volta,
saranno più incentrate, nel quinto anno, sulla biochimica, molto
presente nei test universitari. Quanto al calcolo delle probabilità,
Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano, commenta: «È
fondamentale per qualsiasi approccio scientifico nell’interpretazione
della natura. Si pensi soltanto alla nostra vita e a quanto essa è
legata a una certa probabilità di avere un incidente, di vivere un
terremoto se si abita in una zona sismica...».
Dagli stranieri ai greci
Il capo dipartimento Biondi fa notare l’inserimento, nelle ore di
storia, del tema della cittadinanza e della Costituzione. Stranieri e
nuovi italiani, l’integrazione e le regole. Ancora una volta
l’attualità ha un ruolo preponderante. Ma lo avrà a scapito di altri
periodi storici? «Le polemiche sono inevitabili come quelle sulla
nazionale di calcio, su chi l’allenatore fa giocare o lascia in
panchina». Spiega il ministro Gelmini che «abbiamo anche preso spunto
dall’esperienza di altre nazioni» e che «vogliamo sempre più legare i
contenuti alla modernità». Così nel campo del diritto, è scritto nel
documento sui programmi, «ricchezza, reddito, produzione, consumo,
risparmio sono le nozioni di base che consentono allo studente di
afferrare la natura dei principali problemi di oggi» mentre «la forma
di governo italiana» contemplerà lo studio anche di «decentramento,
regionalismo e federalismo». Nel campo delle scienze, invece, «si
svolgeranno approfondimenti su ecologia, fonti energetiche,
sostenibilità ambientale» e si studieranno terremoti e tsunami.
Eccola, la rivoluzione dei licei. I temi contemporanei. Senza
dimenticare, e men che meno rinnegare, i grandi classici e le loro
grandi sfide. Al classico, per il greco, lo studente «dovrà scoprire la
traduzione non come meccanico esercizio di applicazione di regole, ma
come strumento di conoscenza di un testo e di un autore, fino a
immedesimarsi in un mondo diverso dal proprio». Sono passati secoli, ma
per certe cose sembra ieri. (Da Il Corriere)