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Gilda contro l'ipotesi che gli studenti valutino i docenti: "Facciamo
giudicare i giudici dagli imputati, i dirigenti dagli insegnanti, i
medici dai malati, gli arbitri dai giocatori, i capi-ufficio dai
dipendenti". E La
Cgil-Flc: "Parlare di
valutazione dei docenti in quei termini mira a far ricadere sui
docenti le responsabilità della cattiva scuola che le scelte di questo
Governo sta determinando".
Redazione
redazione@aetnent.org
(da TUTTOSCUOLA)
È nel segno del sarcasmo la reazione del coordinatore nazionale della
Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio
di fronte alla proposta della Presidente della Commissione Cultura
della Camera Valentina Aprea contenuta nel numero di marzo della
rivista Tuttoscuola (si vada la sintesi nell'articolo Aprea a
Tuttoscuola: ''Pure gli studenti potranno valutare i docenti''): "Leggo
che secondo l'on Aprea gli studenti potranno partecipare alla
compilazione di pagelle per gli insegnanti. Debbo dire che sono pronto
ad accettare questa geniale proposta; ad un'unica condizione: che valga
per tutti. Facciamo giudicare i giudici dagli imputati, i dirigenti
dagli insegnanti, i medici dai malati, gli arbitri dai giocatori, i
capi-ufficio dai dipendenti. Ma per piacere!"
Da parte della Gilda, spiega Di Meglio a Tuttoscuola, non c'è "nessuna
barriera ideologica alla valutazione", ma, avverte il coordinatore
dell'organizzazione sindacale, "per valutare bisogna essere innanzi
tutto competenti e in secondo luogo imparziali".
"In quanto alle nuove forme di reclutamento - continua il coordinatore
della Gilda -, sulla cui urgenza siamo pienamente d'accordo, chiediamo
che esse siano serie ed efficaci, per il bene della Scuola".
Infine Di Meglio conclude raccomandando ai politici "un coordinamento
in materia di abilitazioni con il resto dell'Unione Europea, affinché
vi siano modalità abilitative per quanto possibile equipollenti. Anche
per evitare le migrazioni tra gli aspiranti alle varie abilitazioni".
La Flc Cgil boccia la proposta Aprea
È critico il commento rilasciato a Tuttoscuola dal segretario gnerale
della Flc Cgil Mimmo Pantaleo
sui contenuti dell'intervista alla Presidente della Commissione Cultura
della Camera Valentina Aprea contenuta nel numero di marzo della
rivista (una sintesi è visibile nell'articolo Aprea a Tuttoscuola:
''Pure gli studenti potranno valutare i docenti''): "Al solito questa
maggioranza cerca di spostare l'attenzione dell'opinione pubblica dai
problemi reali della scuola statale, dirottandola su luoghi comuni che
chi ha responsabilità istituzionali dovrebbe al contrario rifuggire".
Pantaleo biasima "la "promozione" da parte del Presidente Aprea dei
sindacati tranne la FLC Cgil, evidentemente rea di portare in evidenza
i problemi e di non partecipare al gioco al massacro della scuola
pubblica perpretato con grande determinazione da questo Governo e dalla
maggioranza che lo sostiene", e puntualizza "che la valutazione è un
processo molto serio e complesso, su cui le semplificazioni producono
solo danni, come dimostrano gli studi ed i contributi di autorevoli
pedagogisti e docimologi, da anni alle prese con quelle problematiche".
"Parlare di valutazione dei docenti in quei termini - continua il
segretario generale della Flc Cgil - mira a far ricadere sui docenti le
responsabilità della cattiva scuola che le scelte di questo Governo sta
determinando".
"Se a questa semplificazione - spiega Pantaleo - aggiungiamo l'ipotesi
di andare alla valutazione nonché all'assunzione diretta dei docenti da
parte dei Dirigenti scolastici, emerge con estrema chiarezza la volontà
di mettere a tacere gli insegnanti, condizionarne in modo pesante la
libertà di insegnamento, inficiando alle radici le fondamenta della
scuola pubblica, libera, laica,di qualità che la Costituzione ha
delineato".
"Noi - conclude il segretario generale della Flc Cgil a Tuttoscuola -
continueremo con determinazione a difendere le ragioni di una buona
scuola pubblica, in cui i docenti sono attori fondamentali, da
valorizzare e sostenere anche con la formazione, su cui invece da anni
si taglia in modo crescente. Chiediamo che sulla scuola pubblica si
smetta di fare facile propaganda e che anziché tagliare si ricominci ad
investire, che le si restituisca certezza e serenità, fermando gli
interventi frettolosi e confusi di queste ore".