Oggi
la festa donna,occasione per non dimenticare la violenza
La copertina dell'Economist di questa settimana vara un neologismo: il
"gendercide", il genocidio di genere. Ovviamente
quello femminile: "Uccise, abortite,
abbandonate o schiavizzate: milioni di donne sono 'missing', 100
milioni secondo un calcolo effettuato nel 1990 da un'economista
indiana, Amartya Sen, e il numero oggi è aumentato. Alla vigilia
dell'8 marzo, come ogni anno, emergono dati e statistiche. Che è bene,
ogni anno, ricordare. A cominciare
dalle violenze domestiche: si contano 5mila donne l'anno uccise "per
proteggere l'onore della famiglia", denuncia Navi Pillay
Redazione
redazione@aetnanet.org
(Apcom) - Oggi 8 marzo, un'occasione
per festeggiare le donne, ma anche per ricordare il significato più
profondo di questa ricorrenza, quello di promuovere l'uguaglianza fra i
sessi, assicurando innanzitutto alle donne la protezione dalle violenze.
La copertina dell'Economist di questa settimana vara un neologismo: il
"gendercide", il genocidio di genere. Ovviamente quello femminile:
"Uccise, abortite, abbandonate o schiavizzate: milioni di donne sono
'missing', 100 milioni secondo un calcolo effettuato nel 1990 da
un'economista indiana, Amartya Sen, e il numero oggi è aumentato. Alla
vigilia dell'8 marzo, come ogni anno, emergono dati e statistiche. Che
è bene, ogni anno, ricordare. A cominciare dalle violenze domestiche:
si contano 5mila donne l'anno uccise "per proteggere l'onore della
famiglia", denuncia Navi Pillay, Alto commissario delle Nazioni Unite
per i diritti umani. "In nome della difesa dell'onore della famiglia,
donne e bambine sono uccise a colpi di arma da fuoco, lapidate,
bruciate, sepolte vive, strangolate, soffocate o pugnalate a morte a un
ritmo stupefacente". La violenza domestica non è appannaggio solo dei
paesi poveri, anzi, è in aumento anche nei paesi dove le donne hanno un
alto livello di indipendenza economica". Da Save the Children arriva un'altra
denuncia: "Ogni minuto una donna muore per cause legate a gravidanza o
parto, pari a 536.000 l'anno". E' di appena un punto percentuale annuo
- scrive l'ong in un comunicato - la diminuzione del tasso di mortalità
materna nel mondo. Circa il 99% dei decessi avviene in paesi in via di
sviluppo. "La morte materna non è solo un indicatore negativo
delle inadeguate condizioni di salute delle donne ma ha un impatto
diretto anche sulla sopravvivenza e benessere dei bambini e su quello
di un'intera comunità. Garantire il diritto alla salute delle donne
significa dunque garantire più diritti per tutti, come recita il tema
di questa giornata internazionale della donna". Nel passare dalla sfera
sociale a quella politica, uno studio dell'Unione interparlamentare
(Uip) rileva come attualmente la rappresentanza parlamentare media di
donne sia del 18,8%, (più 0,5% rispetto all'anno scorso), ma ancora
lontana dall'obiettico auspicato dall'Onu del 30%. I paesi che nei loro
Parlamenti non hanno che una donna, sono il Bahrein e lo Yemen, alcuni
neanche una, come Arabia Saudita, Qatar e Oman. Anche nell'arcipelago
di Tonga, in quello delle isole Marshall, nella Papuasia-Nuova Guinea
una sola donna siede tra i parlamentari. Alle donne va meglio nei Parlamenti dei
paesi nordici: in Svezia (46,4%), Islanda (42,9%), Finlandia (40%) e
Norvegia (39,6%). In Italia alla Camera la percentuale è del 17%, 14 al
Senato. Se, come diceva Mao Tse-tung, "le donne reggono l'altra metà
del cielo", il mondo dovrà fare ben di più di quanto fatto finora "per
prevenire un gendercide - citando l'Economist - che potrebbe farci
cadere il tutto il cielo addosso".