Presso la sede del Miur di Viale Trastevere, il ministro Mariastella
Gelmini, il presidente di Fondazione Telecom Italia Joaquín
Navarro-Valls e il presidente dell'Associazione Italiana Dislessia
Rosabianca Leo, hanno firmato il Protocollo d'intesa per riconoscere e
combattere la dislessia nelle scuole.
Il tutto proprio quando alla Camera si lavora sul testo unificato
2459, già approvato dal Senato, contenente norme a sostegno dei bambini
che registrano dislessia, discalculia e altre specifiche difficoltà di
apprendimento.
L'articolato prevede programmi scolastici specializzati e corsi di
preparazione di insegnanti nonché misure per agevolare un rapido
approccio al problema nel confronto tra genitori e scuola.
Nel frattempo è via libera alla task-force per aiutare gli alunni
dislessici che siedono tra i banchi italiani. Si tratta di 350.000
ragazzi tra i 6 e i 19 anni, pari al 4-5% della popolazione scolastica,
che inciampano nella lettura e che, ad oggi, non godono di aiuti
specifici in classe per superare la loro problematica.
Per questo il ministero dell'Istruzione, la Fondazione Telecom Italia
(presieduta da Joaquin Navarro-Valls) e l'Associazione italiana
dislessia hanno deciso di scendere in campo con un preciso piano di
interventi.
Ed è stato siglato l'apposito protocollo.
Sul piatto ci sono 1,5 milioni di euro stanziati dalla Fondazione che
valgono per un triennio (2009-2011) e che serviranno per definire e
sperimentare un protocollo di screening precoce della dislessia tra i
banchi e per formare gli insegnanti. A queste due azioni, sostenute dal
ministero, si aggiungeranno altri due progetti della Fondazione, dei
Campus informatici per aiutare i dislessici grazie alle tecnologie e
l'iniziativa dello zaino multimediale, ovvero la fornitura di libri
elettronici a un campione di ragazzini che hanno difficoltà con la
lettura.
"Non bisogna drammatizzare certi problemi, bisogna cercare invece di
conoscerli in profondità per poter aiutare gli studenti - ha spiegato
il ministro Gelmini - Da oggi parte una task force sulla dislessia
proprio perchè riteniamo che sia una problematica risolvibile, ma
bisogna diagnosticarla in maniera preventiva e allo stesso tempo
aiutare i ragazzi a superarla". In particolare per tre anni sarà
studiata l'evoluzione delle competenze di lettura di 7.000 studenti
(300 le classi coinvolte) di tutta Italia. Il progetto, da titolo 'Non
è mai troppo presto' servirà per mettere a punto un modello di
screening precoce di problemi nella lettura.
"Questo modello, se sarà efficace - ha aggiunto il ministro - verrà
diffuso a livello nazionale". Al contempo tramite un secondo progetto,
'A scuola di dislessia', saranno formati gli insegnanti. In tutto
saranno coinvolti 6.000 docenti referenti che riceveranno una
formazione specifica sulla dislessia.
Fin qui i progetti che coinvolgono anche il ministero. La Fondazione
attiverà poi dei Campus multimediali estivi, con strumenti tecnologici
ad hoc per i dislessici (saranno coinvolti 60 studenti tra i 12 e 15
anni), e fornirà agli alunni dislessici libri in formato elettronico
con programmi di sintesi vocale (si prevede la distribuzione di 40.000
e-book).
"La dislessia - ha spiegato Navarro-Valls - è un problema conosciuto da
un punto di vista medico, ma manca spesso la strategia per
diagnosticarla in tempo e per superare questo disturbo. Tra i doveri di
una azienda c'è anche quello di aiutare a risolvere gravi problemi
sociali. Per questo abbiamo deciso di intervenire. Per la prima volta
in Italia avremo una strategia sistematica sulla dislessia che
coinvolge docenti e studenti".
Secondo l'Associazione italiana dislessia "con questo protocollo -
afferma la presidente Rosablanca Leo - è la prima volta che viene
riconosciuto il diritto allo studio dei ragazzi dislessici. Ora però
serve anche una legge che garantisca a tutti le stesse possibilità".