Riceviamo la testimonianza (di cui la scrivente si assume
tutte le responsabilità) in forma di lettera di una collega docente di
sostegno di area umanistica AD02 di Palermo, LEA PIZZITOLA, che oltre ad avere rifiutato il posto POR, ha
assistito alla baraonda delle convocazioni. Tuttavia ai
docenti di sostegno dell’area tecn. prof. artist. AD03 questa
possibilità non è stata data. La testimonianza della collega è
contestuale all’articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia il
20/02/2010. (Rosalia Stagno)
Ciao Liella,
che dire, se non che hai ragione da vendere e che quello che è successo
ha dell'incredibile?
Ho assistito soltanto ad una parte delle convocazioni, in mezzo alla
baraonda.
Non credo neanche di poter immaginare l'amarezza di vedere distribuite
cattedre a quelli con punteggio molto più basso del tuo.
Io avrei potuto accettare il progetto alla scuola media con ben soli 27
punti! ed avere la nomina anche alla scuola superiore in area
umanistica con 75 punti (perché è stata addirittura esaurita la
graduatoria dei docenti con i requisiti del salva-precari e hanno
ricominciato con coloro che i requisiti non li avevano e con bassissimo
punteggio) ho rinunciato perché il tipo di contratto -essendo
prestazione d'opera- non prevede nessun permesso o congedo per
malattia, inoltre, essendo le singole scuole a stilare il contratto,
esiste il dubbio che venga inserita la clausola che, non riuscendo a
finire il progetto, non vengono pagate neanche le ore svolte.
E questo mi è stato confermato dal sindacalista della Cgil che era
nella famosa "stanza dei bottoni".
Non ci sono neanche criteri uniformi per la distribuzione delle ore: al
sindacato (Cgil) mi hanno detto non più di 50 ore al mese per sei mesi
mentre so che alcune scuole stanno progettando di svolgere tutte le ore
entro il termine delle attività didattiche, il che comporta un carico
di lavoro settimanale ben diverso (e questo non si sa se non dopo
aver accetto la nomina, particolare non indifferente). Così io -e
so per certo un'altra collega che è incinta- abbiamo rinunciato.
Capisco che raccontare questa cosa a te, che vivi la situazione
opposta, faccia bruciare ancora di più la mancanza di equità del
sistema di reclutamento. NON POSSO FARE A MENO DI NOTARE CHE IL
PUBBLICO STA COMINCIANDO AD ASSUMERE CRITERI PRIVATISTICI DI
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, lasciando indietro le fasce più deboli:
tanto alla loro integrazione lavorativa chi ci pensa più? Del resto non
c'è da aspettarsi altro se non si pensa neanche all'integrazione dei
disabili a scuola.
Lea Pizzitola