Carfagna: "Atto indegno di persone civili". Associazioni
persone down: "Aberrante, ignoranza non ha fondo"
"Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down". Sembra uno scherzo
di cattivo gusto invece è il nuovo e raccapricciante gruppo apparso su
Facebook che ha già accolto oltre 1200 sostenitori. Sul sito la foto di
un neonato sulla cui fronte è scritto "scemo". La 'motivazione' del
gruppo recita: "E' così difficile da accettare questa malattia. Perché
dovremmo convivere con questi ingnobili creature, con questi stupidi
esseri buoni a nulla? i bambini down sono solo un peso per la nostra
società". Seguono rivoltanti proposte su come andrebbe risolto il
problema, fino al tiro al bersaglio. Fondatori e amministratori: Il
signore della notte e il vendicatore mascherato, indirizzo e dati,
ovviamente di fantasia.
Redazione
redazione@aetnanet.org
(Estratto da Il sole24ore) Il popolo della rete, però, si è già
mobilitato contro questa iniziativa, a cominciare dagli insulti e le
parole di sgomento pubblicate sulla bacheca dello stesso gruppo oppure
i suggerimenti per fermarli che appaiono nella pagina dedicata alle
discussioni. Come quello del gruppo creato nato appena ieri "per
difendere questi poveri bambini indifesi" che ha già oltre 15mila
membri, che ha lanciato una petizione per fare chiudere quello
"Deridiamo i bambini down" sottolineando: "I bambini down sono persone
normali come tutte le altre, sono speciali, è incredibile quanto siano
bastarde le persone che creano questi gruppi".
Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di
down. "E' aberrante che un gruppo, culturalmente molto limitato, si
diverta a scherzare su cose molte gravi - prosegue - Fatti come questo
vanno stroncati sul nascere. Gli fa eco Letizia Pini, presidente
dell'Associazione genitori e persone con sindrome di down onlus. "E'
aberrante - commenta- Noi associazioni tanto facciamo per
l'integrazione ma è inutile se poi abbiamo a che fare con persone che
istigano alla violenza. Si deve intervenire, eventualmente anche a
livello legale se ci sono gli estremi".
Sulla vicenda ha preso posizione anche il cantautore Eugenio Finardi,
padre di una ragazza down di 26 anni: "Mi fanno veramente pena: hanno
più problemi loro che mia figlia - afferma - devono sentirsi delle
nullità per prendersela con i più deboli dei deboli". Dura anche
l'associazione Capirsi Down. "L'ignoranza non ha fondo", afferma la
presidente Manuela Colombo, certa che fatti come questi siano frutto di
un clima negativo: "Finché in tv passano certi messaggi e al Grande
fratello il termine 'mongoloide' vola a destra e a manca, non ho molte
speranze".
La polizia postale sta monitorando il social network per cercare di
individuare chi lo ha aperto e fare in modo che possa esser rimosso il
prima possibile. Ma non è facile, spiegano gli esperti, intervenire per
bloccare pagine e siti su internet. In particolare, per rimuovere le
pagine di Facebook, sarebbe necessario agire tramite rogatoria
internazionale che deve essere richiesta dalla magistratura: il server
su cui gira Facebook è a Palo Alto, in California e dunque l'Italia non
può intervenire direttamente. Si può invece chiedere alla società
americana - grazie agli accordi di collaborazione - la chiusura della
pagina in tempi rapidi.