Egr. Prof.
Ci piacerebbe accendere le luci su una situazione che si ripete ormai
da anni.
Si potrebbe avere più chiarezza sulle graduatorie per i corsi PON
2009/2010.
Per essere realizzati con i fondi Europei, non dovrebbero, le scuole,
soddisfare dei requisiti? Ad esempio sarebbe bene che certi istituti
pubblicassero su internet le graduatorie provvisorie per tempo utile e
non costringere le persone a fare chilometri su chilometri per vedere
che poi alla fine i primi in graduatoria sono sempre gli
stessi professori. Per di più nel 60% e oltre (tra tutor esperti e
valutatori) sono professori che insegnano la mattina a scuola e
la sera nei corsi PON; lasciando a noi precari e disoccupati niente per
la mattina e nemmeno le briciole per la sera.
Gli istituti dal canto loro preferiscono pubblicare le graduatorie
ancora sulle bacheche ( come nell'eta della pietra), tra l'altro non
per tempo in modo da permettere eventuali ricorsi ( generalmente 5 gg)
e poi si vantano che il loro istituto è sede di corsi PON.
Spero che questo appello non cada nel vuoto, e non vuole essere
accusatorio per questo e per quell'istituto, ma solamente per avere un
po' di chiarezza e/o anche qualche risposta.
Calcagno Francesco
Quando si fanno le graduatorie per gli esperti esterni, i punteggi
talvolta vengono dosati per chi si intende assumere, calibrando il
tiro. Le domanda di nomina quindi subiscono una scrematura, per cui
quanto dice il nostro lettore ha una sua certa concretezza.
Per quanto riguarda invece il tutoraggio, il discorso cambia perché
generalmente ci sono delle norme che vogliono si affidi al personale
della stessa scuola e per una serie di motivi facilmente comprensibili:
conoscenza dei locali, delle strutture, del personale Ata ecc.
Altrettanto interessante tuttavia appare la riflessione fatta
sulle mancate pubblicazioni delle graduatorie sul sito della scuola.
Queste dimenticanze con ogni probabilità fanno riferimento a quanto ho
detto prima, proprio perché tutto rimanga nell’ambito della scuola che
gestisce i corsi Pon. Non si tratterebbe quindi di usare mezzi di
comunicazione obsoleti ma più semplicemente di gestire le nimine
all’interno della scuola, quando addirittura fra circoli ristretti
della medesima istituzione, creando malumori e disfide fra gruppi e fra
singoli docenti. In questi ordini di cose il ruolo del preside dovrebbe
essere quello di intervenire e distinguere, ma talvolta non accade e in
questo caso dovrebbe essere il collegio o le Rsu a farlo. Sicuramente
sarebbe ora che si facesse chiarezza, non solo sulla gestione e sulle
nomine, ma anche sugli esiti che questi corsi hanno e sul loro
effettivo impatto educativo e formativo. Un importante mezzo sarebbe
l’invio costante di ispettori, quelli che negli anni sessanta erano
oltre 700, ma che oggi sono poco meno di 200 mal distribuiti e mele
impiegati, in attesa che si espleti il concorso a dirigente tecnico.
PASQUALE ALMIRANTE