La legge di bilancio 2010 riduce, infatti, i
già
inadeguati finanziamenti del 2009 di circa 227 milioni di euro
per
quello che riguarda i trasferimenti dello Stato sui due cosiddetti
“capitoloni”
in cui si struttura il bilancio delle scuole; in particolare circa 98
milioni
di euro sul capitolo per il funzionamento e circa 129 milioni sul
capitolo per
il personale.
Le difficoltà finanziarie sono state ulteriormente aggravate dalla nota
ministeriale (Prot. N. 9537 del 14 dicembre 2009), che
impartisce
indicazioni per la realizzazione dei programmi annuali, cioè dei
bilanci che
devono redigere le scuole.
Più nello specifico la nota introduce un non ben definito “tasso
di
assenteismo medio nazionale per tipologia di scuola” per
attribuire
eventuali risorse aggiuntive per le supplenze; in sostanza si impedirà
nei
fatti la sostituzione del personale docente e non, con grave danno per
il
funzionamento ordinario, con il rischio di non ottenere neppure la
copertura
finanziaria per le supplenze lunghe, sulle quali il dirigente
scolastico non ha
alcuna discrezionalità. Questa norma, oggetto di una battuta che
circola nelle
scuole relativa alla “caccia all’insegnante giovane e sano”, ha effetti
drammaticamente negativi.
La nota prevede, inoltre, che l’avanzo di amministrazione non
impegnato,
che normalmente rappresenta un finanziamento per investimenti (ad
esempio
attrezzature per i laboratori o attività didattiche straordinarie),
possa
essere utilizzato per coprire spese di carattere corrente.
Questo evidenzia la volontà del Governo di cancellare i propri
debiti
maturati nei confronti delle scuole, che si sono servite
temporaneamente del
proprio avanzo di amministrazione e dei contributi delle famiglie per
coprire i
mancati trasferimenti dello Stato relativi alle spese fisse ed
obbligatorie,
quali quelle di funzionamento, per le supplenze e per gli esami di
Stato.
Questi mancati trasferimenti hanno avuto inizio
nel
precedente Governo Berlusconi, in particolare dal 2002 al 2006, che ha
ridotto
i trasferimenti alle scuole del 50% e per alcune voci fino al 75%. Nei
due anni
del Governo Prodi (2006-2008) il Ministero ha fatto
emergere
l’ammontare di questo debito sommerso; ha aumentato, sulla base delle
necessità
reali, i trasferimenti alle scuole; ha iniziato a ripianare i debiti
pregressi;
ha introdotto norme innovative (quali il pagamento della Tarsu ai
Comuni e
delle supplenze per maternità direttamente dal Ministero), per
alleggerire i
bilanci delle scuole e per consentire che i fondi per l’autonomia
scolastica
fossero destinati, secondo la loro coerente funzione, all’attuazione
del piano
dell’offerta formativa (POF), alle innovazioni nella didattica, agli
interventi
di sostegno e di recupero scolastico. Ora, con il Ministro Gelmini,
questo
processo è stato immediatamente bloccato e si è realizzata una rapida e
drammatica inversione di tendenza; le scuole, conseguentemente, corrono
il
gravissimo rischio non solo di avere trasferimenti inadeguati, ma di
vedere
cancellata qualsiasi possibilità di recuperare i propri crediti.
La nota del 14 dicembre impone, inoltre, il taglio del 25%
delle spese
degli appalti per le pulizie e la manutenzione ordinaria.
Norma che,
intervenendo tra l’altro a metà dell’anno scolastico, rischia di
produrre
effetti devastanti, così come evidenziato in una circolare dell’Ufficio
Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna, che invitava le scuole a far
pulire
le aule e i bagni un giorno sì e un giorno no. Circolare che, per la
sua
evidente gravità, è stata ritirata, ma non sono stati ritirati i tagli
che
l’hanno determinata.
Temo, quindi, che, pur senza alcuna circolare scritta, le scuole si
vedranno
costrette a ridurre le pulizie.
Anche la previsione di iscrivere in un modulo apposito i
crediti
che le scuole vantano nei confronti del Ministero, togliendoli così
dalla parte
attiva del bilancio, rende evidente l’intenzione di non procedere mai
più ad
alcuna restituzione.
Su tutto ciò associazioni di genitori, di scuole autonome e di
dirigenti
scolastici stanno organizzando iniziative di protesta. Il PD è e sarà
al loro
fianco per rivendicare i finanziamenti adeguati per il passato e per il
futuro.
Personalmente presenterò un’interpellanza al Senato, pur consapevole
che, come
sempre, il Ministro Gelmini non darà alcuna risposta.