Al momento sappiamo che la riduzione seguirà due criteri:
si ridurranno i “raggruppamenti disciplinari” con un monte ore annuo
pari o superiore a 99 ore e nessun raggruppamento potrà essere ridotto
più del 20%.
Per i professionali, nelle seconde e terze classi, a settembre 2010
scatterà l’orario settimanale di 34 ore, che verrà successivamente
ridotto a 32 ore per la seconda nel 2011, per diventare di 32 ore nel
2012 nel triennio.
L’articolazione in due bienni più il quinto anno, quindi, che doveva
interessare anche la struttura degli istituti professionali, per il
momento risulterebbe sospesa.
Infine è opportuno ribadire che le confluenze ipotizzate non sono
sufficienti per la programmazione dell’offerta formativa, di esclusiva
competenza delle regioni.
Cosa succederà adesso?
Saranno riaperte tutte le scadenze per la nuova riorganizzazione
territoriale o si pensa, anche in questo caso, di rinviare tutto al
nuovo anno ma di far partire lo stesso le classi prime?
Parlare di confusione è un eufemismo rispetto alla situazione reale
vissuta in queste ore dalle scuole, sul versante della propria
identità, dell’offerta formativa da programmare per dare informazioni e
fare orientamento per genitori e studenti.
La situazione del personale non è certo migliore: non solo le
prospettive di stabilizzazione del personale precario si allontanano,
ma è in dubbio persino la conferma dell’attuale condizione.
Per il personale di ruolo la soprannumerarietà e l’instabilità del
proprio profilo rischiano di diventare condizioni ordinarie.
Del resto la fretta con la quale il Governo ha deciso di procedere
all’attuazione di regolamenti così complessi è figlia del furore
economico finanziario, non già di scelte pedagogico-didattiche, nè di
politica scolastica di respiro.
Essa non consente neppure alla più solerte delle amministrazioni di
risolvere le problematicità e le complessità di questo segmento, cui
certo non giova la tempistica risicata.
Se al tutto si aggiunge il ritardo della pubblicazione dei regolamenti
e quindi l’incertezza anche ordinamentale, la nostra richiesta di
rinvio dell’applicazione per il nuovo anno, ne esce rafforzata.
L'assemblea nazionale sulla scuola superiore prevista a Roma per il 17
febbraio prossimo e lo sciopero del 12 marzo saranno importanti
appuntamenti per sostenere le nostre posizioni e respingere, anche su
questo versante, l’attacco alla qualità del sistema pubblico
dell’istruzione rappresentato dai regolamenti approvati dal duo
Gelmini-Tremonti.