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Riforma: Il Ministro Moratti illustra ai sindacati e alle forze sociali le scelte sulla riforma della scuola superiore

Sindacati

Il corposo documento illustra le linee guida che il MIUR intende seguire nella predisposizione del decreto legislativo.
Già si registrano a caldo i primi commenti e le prime valutazioni.
Riportiamone alcune incominciando con l'ANP l'Associazione Nazionale Presidi e direttori didattici

Nel piano di consultazioni promosso dal ministro Moratti sull'attuazione del II ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, si è tenuto, oggi 13 gennaio, l'incontro con le parti sociali al quale ha partecipato una delegazione in rappresentanza di Anp e di CIDA.
Il Ministro, riservandosi di portare quanto prima in discussione una bozza di articolato di decreto legislativo, ha presentato un documento schematico contenente indicazioni di carattere generale sulle scelte operate dal MIUR su tutta la materia del II ciclo: aspetti comuni dei due sistemi (quello di istruzione e quello di istruzione e formazione professionale); caratteristiche del sistema liceale (norme generali); caratteristiche del sistema della IFP (livelli essenziali); processo di attuazione.
La complessità delle problematiche affrontate e delle soluzioni proposte richiede un'analisi attenta del documento, per cui la nostra delegazione si è riservata di inviare successivamente le proprie riflessioni e proposte, ma, nel contempo ha espresso alcune valutazioni sugli aspetti generali sia di metodo che di merito. Sono stati infatti richiesti l'invio tempestivo di documenti (a partire dalla bozza di D.Lgs) è l'apertura di uno specifico tavolo di consultazione.
Tre sono stati gli aspetti, sottolineati nell'intervento di Anp-CIDA, da evidenziare nel futuro dibattito:


i dati dell'indagine OCSE-PISA 2003 ci indicano una situazione di crisi del sistema scolastico e formativo del nostro paese che vede alti tassi di dispersione, a fronte invece di una richiesta generale del sociale e del mercato del lavoro di maggiori competenze. Tale stato di perdita di risorse umane è sostanzialmente ascrivibile ad un impianto di preminente uniformità dell'offerta formativa, nella quale predomina un approccio teorico alla conoscenza.
Ciò pregiudica fortemente una risposta efficace ad una domanda di percorsi diversificati corrispondenti ad altrettanti interessi e vocazioni.
Il sistema delineato nella proposta del MIUR, che sposta una parte consistente della sua realtà in strutture liceali, pone chiaramente il problema del significato della formazione liceale ed insieme quello della formazione di profili e competenze che oggi provengono dal settore tecnico e che domani potrebbero non avere più spazi di attuazione.
Dal primo impatto con il testo consegnato, l'impressione è che si vada verso una nuova omologazione schiacciata su un'idea di licealità non vera, senza asse culturale forte (i “20 licei, nessun liceo”, del documento pubblicato sul sito Anp l'11.12.04);


nella stesura del testo del D.Lgs è necessario che sia espressa chiaramente la volontà di sostegno dell'autonomia delle scuole con l'indicazione esplicita che la potestà gestionale, organizzativa e didattica spetta alle stesse e che, nel passaggio di competenze tra Stato e Regioni, nulla venga a modificare il campo delle attribuzioni delle istituzioni scolastiche autonome. Si tratta di rispettare non solo le norme sull'autonomia, ma soprattutto il Titolo V della Costituzione;


lo spostamento dell'asse verso un sistema liceale sembra essere in controtendenza rispetto alle scelte di molti paesi europei dove si afferma sempre più l'idea della parità o pari dignità tra l'impianto di istruzione e di quello vocazionale, non solo riguardo alle quantità, ma soprattutto riguardo all'approccio alla conoscenza. Questa finalità, dichiarata nella legge 53, rischia di essere compromessa proprio dalle scelte che emergono dal documento, in termini di scarsa flessibilità dell'offerta formativa, di tetti orari ancora troppo alti, di parcellizzazione disciplinare e di durata degli studi diversificata tra i due settori. Sembra che l'Europa vada in senso opposto. E' ora di fare delle scelte: una riforma che intenda costruire per il futuro, guardando al passato solo quanto basta per recuperarne esperienze e dati significativi, deve avere un progetto, dare delle priorità, scegliendo, semplificando, snellendo e, soprattutto, individuando assi culturali riconoscibili.

Secondo ciclo, prima mossa della Moratti

60 pagine di schede e tabelle, contenenti anche i quadri orari degli otto licei e dei relativi indirizzi (quelli del liceo tecnologico sono diventati 8), sono il "pacchetto" sul secondo ciclo fornito dal ministro Moratti ai rappresentanti delle Parti Sociali (circa 200) intervenuti all’atteso incontro del 13 gennaio. Il testo del documento illustrato dal ministro, e consegnato ai presenti, è stato poi pubblicato nel sito Internet del MIUR, dal quale può essere scaricato (www.istruzione.it).

Non è stata quindi consegnata la bozza del decreto legislativo, ma una documentazione preliminare, che sarà seguita lunedì prossimo da un più completo documento di base (o "di lavoro", come è stato definito), sul quale si aprirà un confronto aperto, che porterà alla stesura dello schema di decreto legislativo che il ministro Moratti proporrà al Consiglio dei ministri per l’approvazione in prima lettura.
Poi le Camere avranno sessanta giorni per esprimere il loro parere, e dovrà essere acquisita l’intesa con le Regioni sulle parti del decreto che riguardano il sistema dell’istruzione e formazione professionale, di loro competenza. L’iter dovrà essere concluso entro la metà di ottobre 2005, nuova data di scadenza per l’esercizio della delega dopo la proroga di 6 mesi ottenuta dal governo.

Nel documento consegnato il 13 gennaio si ipotizza che il nuovo ordinamento entri in vigore il primo settembre 2006, una data che lo slittamento di sei mesi nel varo del decreto e la grande complessità dell’operazione rendono assai improbabile. Soprattutto se questa volta si sceglierà la strada, come ha assicurato il ministro Moratti, di aprire un dibattito vero, e non quella di forzare i tempi su una proposta rigida, come è accaduto per il decreto sul primo ciclo.

Tra i primi commenti quelli della CGIL e della CGIL scuola che, nel ribadire la loro contrarietà di principio al "sistema duale", hanno chiesto che anche le scuole siano coinvolte in una capillare consultazione sulla riforma, da tenere nei prossimi due mesi. Quanto al merito dei problemi, la CGIL ha detto di "condividere le preoccupazioni espresse dal rappresentante di Confindustria sulla accentuazione della separazione tra cultura umanistica, scientifica e tecnologica".

La Gilda ha sottolineato la "mancanza di un quadro generale, associato alla riforma degli ordinamenti, nel quale fosse delineata una politica di intervento in favore del personale docente.
Nel volumetto esplicativo, di ben 60 pagine, che definisce l’assetto della scuola superiore del futuro, i riferimenti ai docenti – ha sottolineato il coordinatore Alessandro Ameli - sono solo due a pagina 5 e a pagina 55, per di più indiretti". Anche la Cisl-scuola giudica il confronto con il ministro Moratti "del tutto interlocutorio" e auspica che nei prossimi incontri vengano prese in considerazione le obiezioni mosse alla impostazione proposta, che "cosi' come e', prefigura scelte sui nuovi assetti e modelli organizzativi del secondo ciclo non condivise dalla Cisl".

Nei prossimi giorni Tuttoscuola seguirà puntualmente il dibattito, che si annuncia assai vivace.




Si è svolto questa mattina il preannunciato incontro con il Ministro Moratti, che avrebbe dovuto riguardare, secondo la lettera di convocazione, gli “ atti la cui predisposizione ha visto la partecipazione di oltre duecentocinquanta esperti di diversa estrazione culturale e professionale e l’impegno della struttura ministeriale, la quale ha esaminato la realizzabilità delle proposte dal punto di vista strutturale e organizzativo”.
Avevamo quindi pensato si trattasse dell’avvio formale della consultazione sul testo della Bozza di decreto sul secondo ciclo.

In realtà l’incontro, presieduto dal Ministro Moratti, presenti il sottosegretario on. Aprea, i massimi dirigenti del Miur, ha visto la partecipazione di circa 200 persone, in rappresentanza di un variegato mondo, dalle associazioni imprenditoriali ad associazioni di natura sociale , oltre che delle OO.SS. confederali e di categoria e di altri sindacati, Enti gestori di Formazione professionale etc…. A titolo esemplificativo citiamo solo alcune delle sigle presenti: Ass.ne degli Agenti di Commercio, degli Agro alimentari laureati, l’A.B.I., Coldiretti, Auser, Consiglio Nazionale degli Ingegneri,...

Il Ministro ha spiegato in apertura che ha rivisto il percorso deciso al momento di convocazione di questi incontri, a seguito della richiesta delle parti concertanti ( Ministero del Lavoro, della Funzione Pubblica e Regioni) rappresentata nel corso dell’incontro di ieri sullo stesso tema, di lavorare direttamente su un testo articolato e non ( come inizialmente deciso) sulle linee generali per poi procedere alla stesura di una prima bozza. Ha, quindi, comunicato che farà avere nella giornata di lunedì prossimo un testo che, ha tenuto a precisare, va considerato un vero e proprio documento base di lavoro, aperto ai contributi, che via via raccoglierà per poi procedere alla stesura più precisa di una Bozza, che solo a quel punto dovrebbe iniziare l’iter previsto per la sua definitiva approvazione.

Ma visto che ormai l’incontro di oggi era stato convocato, ha ritenuto opportuno comunque delineare le linee guida, la” filosofia” che ha ispirato il lavoro degli esperti, che ha più volte ringraziato. Ha, quindi, guidato la platea ad una lettura puntuale del testo scritto consegnato all’inizio dell’incontro stesso, relativo ai principi di massima e ai quadri orari dei licei. In particolare:

Il decreto è importante per completare il quadro riformatore;
Esso è articolato in forma unitaria, e non come decreti separati, uno per il sistema dei licei e uno per il sistema di istruzione e formazione professionale, proprio per sottolinearne l’unitarietà e l’interazione armonica, con l’obiettivo di assicurare competenze di base comuni ai due sistemi;
I licei hanno carattere propedeutico all’Università, mentre l’altro sistema carattere terminale, rispetto all’ingresso nel mercato del lavoro;
Analogamente al primo ciclo, sono garantite la libertà di scelta delle famiglie, la flessibilità strutturale, l’orientamento, il tutor….;
La parte laboratoriale è caratterizzante;
L’articolazione dei licei non è finalizzata a liceizzare gli istituti tecnici e professionali ma a razionalizzare l’esistente, molto diversificato. Per questo ci potranno essere anche duplicazioni:la frammentazione degli indirizzi va affrontata ma non in termini di liceizzazione;
Per quanto attiene ai quadri orari dei Licei:

sono stati seguiti criteri comuni che attengono ad un primo biennio unitario, con una quota obbligatoria, uguale per tutti, pari a 27 h +3h opzionali obbligatorie.

Il secondo biennio, invece, diversificato per indirizzi, vede 28h obbligatorie + 2h opzionali obbligatorie+3h opzionali facoltative.
Infine il quinto anno, diversificato: 25h obbligatorie + 3h opzionali obbligatorie+2h opzionali facoltative, per i licei senza indirizzi. Per quelli articolati 25 h obbligatorie+ dalle 3 alle 6 h opzionali obbligatorie ( a seconda degli indirizzi) + 3 h opzionali facoltative .
Ha più volte dichiarato che i profili e le Indicazioni Nazionali saranno confrontati con le Associazioni disciplinari, prima della loro definizione.
In conclusione, il Ministro ha sottolineato il fatto che da ieri è iniziato un percorso molto solido e che nel corso dell’incontro di oggi avrebbe gradito condivisione sul metodo proposto, rinviando al merito delle questioni ( impianto,orari, discipline..) agli incontri che seguiranno, dopo la stesura del documento di lavoro, che ha ribadito verrà presto consegnato.
Si è quindi aperto il dibattito. Sono intervenuti molte delle organizzazioni, professionali e di settore, presenti.
La Cgil, rappresentata dal compagno F. Dacrema, ha sottolineato come oggi contemporaneamente si apre il confronto a Palazzo Chigi sulla competitività, strettamente collegata alle questioni sulla formazione. Il confronto si preannuncia con tempi molto ristretti e a cose praticamente già decise. Non aiuta l’esperienza del decreto sul 1^ ciclo, per il quale il parere del sindacato e l’opposizione del movimento non hanno trovato ascolto da parte del Ministro. La CGIL ha espresso, a suo tempo, un giudizio negativo sulla legge ed in particolare, per questa parte, sulla canalizzazione precoce e sul sistema duale, che vengono riconfermati dalla filosofia ispiratrice del decreto ed accentuati dagli altri decreti sulla secondaria in discussione in Parlamento. Sottolinea che per la CGIL vanno fatte prioritariamente due cose: l’elevamento dell’obbligo scolastico e un piano finanziario a sostegno dell’autonomia scolastica.
Nel suo intervento E. Panini, segretario generale FLC Cgil, ha sostenuto: sul metodo non sono chiari i criteri di convocazione. Sono infatti presenti all’incontro importanti associazioni ed ordini professionali, sindacati, anche con un numero di associati limitato, mentre risultano assenti altre associazioni e sindacati che pure associano un numero di persone a volte più elevato di alcuni dei presenti;
se, come affermato dal Ministro, nella prossima settimana sarà disponibile un primo documento di base, chiediamo, ed i tempi per farlo ci sono, che l’intero mese di marzo sia dedicato ad una consultazione formale e vera di tutte le scuole superiori;
la circolazione di bozze, voci, informazioni giornalistiche, le più disparate nel merito delle proposte, sta producendo oltre che confusione, una distorsione ad esempio nelle iscrizioni rispetto al loro andamento storico (es.: fuga dalle superiori), con conseguente modifica nei fatti dell’assetto complessivo dell’attuale secondaria. Si fugge dai tecnici e si scappa verso i licei, porto, in questa fase, ritenuto più sicuro. Quindi, va fatta velocemente chiarezza sul destino della secondaria superiore, interrompendo la ridda di voci di questi giorni;
in tal senso è grave che, a distanza di due anni dall’approvazione della legge 53/03, non ci sia ancora una proposta compiuta sulla secondaria superiore;
va presentato, insieme al decreto, un piano di fattibilità, che delinei i tempi, i contenuti del percorso che si vuole realizzare, le risorse.
Sugli obiettivi: gli obiettivi di Lisbona vanno superati in positivo. Occorre aumentare il numero dei diplomati e dei laureati del Paese. Gli esiti dell’Indagine P.I.S.A. e OCSE rappresentano un paese, il nostro, in grave difficoltà sugli apprendimenti. Si rischia di confrontarsi con un’Europa che va da un’altra parte.

Su alcuni contenuti:
come si evince dalle affermazioni del Ministro, si riduce, nei licei, al solo secondo biennio la parte professionalizzate degli attuali istituti tecnici.
Si accentua una separazione tra cultura umanistica, scientifica e tecnologica. In tal senso la FLC CGIL condivide le preoccupazioni espresse dal rappresentante di Confindustria.
Non è chiaro come si possa parlare di unitarietà ed obiettivi comuni ai due sistemi, in presenza di una così diversa impostazione tra i due sistemi: la propedeuticità (per i licei) e la terminalità (per l’istruzione professionale) non sono esattamente la stessa cosa.
In tutti i casi, ha concluso il segretario della FLC, si apra una discussione formale con particolare riguardo a coloro che saranno chiamati ad attuare la riforma.
Il Ministro, nel concludere l’incontro, ha ringraziato i presenti per la partecipazione e per i contributi dati.
Ha ribadito che la filosofia ispiratrice è quella di garantire unitarietà complessiva al secondo ciclo e la pari dignità dei due sistemi, con strumenti diversi.
Ha dichiarato che sarà presente all’incontro di oggi pomeriggio a Palazzo Chigi sulla competitività, per sottolineare il nesso con le questioni della scuola e della formazione.
A fronte dei timori espressi da alcuni sul rischio di liceizzazione dei tecnici, ha confermato che non di questo si tratta, ma che la diversificazione di indirizzi dei licei risponde ad un’esigenza di razionalizzare una realtà molto differenziata, provocata da un eccessivo numero di sperimentazioni presenti ora nei licei. Non si esclude, quindi, una duplicazione di alcuni percorsi.
Ha ricordato che il canale di istruzione e formazione è già regionale, e che le regioni dovranno trovare le risorse per il suo finanziamento.
Ha dichiarato che si aprirà un parallelo tavolo di confronto contrattuale sulle ricadute delle modifiche sulle materie relative.
Rispetto alla richiesta di incontri unitari anche con le Regioni, si è riservata di procedere in tal senso ma in un tempo successivo.
Così come ha ribadito che in particolare alle OO.SS. verrà presto consegnato un testo di documento di base, per avviare il confronto.
L’incontro si è concluso a mezzogiorno.

Riforma secondaria, non parte il negoziato
di Alessandro Giuliani
All'incontro del 13 gennaio erano presenti non solo i sindacati ma anche una lunga serie di associazioni: il primo vero confronto rimandato alla prossima settima. Confederali preoccupati per le ripercussioni della riforma sia sugli studenti che sui lavoratori. Emanato dal Ministero un documento di lavoro.

"Più che in momento di confronto si è rivelata un'assemblea con quasi cento invitati". Con questa battuta il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, ha voluto commentare l'incontro di stamani avuto con il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti per la presentazione della bozza del decreto legislativo che andrà a riformare la scuola secondaria superiore. Al contrario di quanto ci aspettava, all'incontro non erano presenti solo le organizzazioni sindacali ma una lunga serie di associazioni, in rappresentanza di svariate professionalità, di artigiani e della Confindustria.
Il Ministro ha fatto una presentazione sommaria delle novità contenute nella riforma: ai rappresentanti sindacali e delle associazioni è stato consegnato un documento contenente i principi e le linee guida del decreto, una bozza di massima comprendente comunque, tra le altre cose, anche il nuovo quadro orario che caratterizzerà i futuri licei ed istituti professionali.
Al termine dell'incontro lo stesso ministro Moratti ha dato appuntamento ai sindacati di settore per un confronto diretto da realizzare entro la prossima settimana, durante il quale è stato promessa la bozza di riforma più dettagliata: le due parti hanno anche concordato un negoziato a parte alla presenza dei rappresentanti delle regioni, che secondo il progetto assorbiranno gli attuali istituti professionali, al fine di valutare le ricadute che la riforma avrà sul personale scolastico.
"Dopo una prima analisi del quadro orario - dice Di Menna - è evidente il fatto che l'abbassamento complessivo delle ore comporterà anche un decurtamento numerico degli insegnanti e del personale non docente: su questo punto è quindi importante stabilire sin da subito un negoziato, anche al fine di dare certezze al personale di ruolo in ansia per il proprio futuro".
Confermato il giudizio critico anche della Cgil, che attraverso il suo segretario nazionale, Fulvio Fammoni, ha chiesto al ministro Moratti "un articolato chiaro, preciso e completo: chiediamo anche che sulla proposta il Governo apra un confronto formale con le forze sociali e che l'intero mese di marzo venga impegnato in una consultazione vera e puntuale di tutte le scuole secondarie".
Pur non avendo ancora concrdato una linea comune da condurre sul tavolo negoziale, tutti i sindacati presenti all'incontro hanno sottolineato l'eccessiva rigidità del sistema duale licei-formazione professionale: tra le critiche più condivise quella che a tredici anni i ragazzi non sarebbero ancora in grado di fare una scelta ragionata del proprio percorso formativo e lavorativo.
Il Ministro ha comunque ricordato come, attraverso un sistema aperto, ogni studente possa passare da un sistema formativo all'altro (liceale e professionale) sia nel biennio iniziale che negli anni successivi, anche attraverso corsi integrativi e prove di verifica.
Drastico il giudizio di Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil: "Alla luce delle notizie fornite dal Ministro avute nell'incontro di oggi confermiamo il nostro giudizio negativo su un impianto che spacca la scuola fra istruzione liceale, propedeutica all'università, e istruzione professionale, finalizzata al lavoro: così aumenteranno le disuguaglianze nel nostro Paese ed il gap che ci separa dall'Europa proprio nella fascia di età fra i 14 ed i 19 anni sarà destinato ad aumentare ulteriormente. La Cgil, invece - dice Panini - rivendica più scuola di qualità per tutte e per tutti per contribuire a superare le forti disuguaglianze nel Paese e per uno sviluppo economico qualificato".

Riforma delle superiori: docenti dimenticati.
Poche le novità emerse oggi ne!l’incontro con il ministro Morattì rispetto ai contenuti della bozza di decreto di attuazione, di cui Gilda ha anticipato il testo a dicembre. L’impianto è in linea di continuità con il decreto sul primo ciclo e ripropone gli stessi elementi problematici.
Le nuove figure, tutor in particolare, il portfolio delle competenze, il nodo delle ore opzionali: tutte questioni già affrontate in sede di trattativa Aran e non ancora risolte per la indisponibilità del governo a recepire le proposte delle Organizzazioni sindacali.

Su questo ha posto l’accento la Gilda presente all’incontro che ha altresì evidenziato, relativamente al sistema dei licei, la necessità di non disperdere il grande patrimonio di competenze formative costituito dall’ istruzione tecnica, attraverso il mantenimento della terminalità dei percorsi di studio e il rilascio di titoli professionalizzanti.

Si tratta di una possibilità assolutamente compatibile, ad avviso della Gilda, con il quadro del sistema liceale, in particolare per quei licei costituiti con indirizzi che hanno già un percorso disciplinare specifico e professionalizzante. Una richiesta esplicita in tal senso è stata fatta al ministro.

Ma la critica della Gilda ha puntato i fari sulla mancanza di un quadro generale, associato alla riforma degli ordinamenti, nel quale fosse delineata una politica di intervento in favore del personale docente, pure chiamato, come risorsa strategica, a farsi carico del processo riformatore. Una disattenzione palese verso la categoria docente e i numerosi problemi che la riguardano, dalla necessità del reperimento di risorse per i contratti, alla stabilizzazione del personale precario, fino alla valorizzazione professionale e al ruolo dei docenti nel governo delle scuole.

Nel volumetto esplicativo, di ben 60 pagine, consegnato oggi a tutti, e che definisce l’assetto della scuola superiore del futuro, i riferimenti ai docenti sono solo due a pagina 5 e a pagina 55, per di più indiretti, la Gilda non si poteva sottrarre all’obbligo di sottolinearlo.

Ulteriori valutazioni nel merito del progetto presentato sono stati rinviate alla consegna dell’articolato del decreto legislativo prevista per lunedì prossimo Non è mancata l’assicurazione alle OO.SS di apertura di futuri tavoli tecnici di confronto. La Gilda, per parte sua, continuerà a portare avanti la campagna di sensibilizzazione, a livello regionale, per un referendum abrogativo della legge istitutiva.

Il Coordinatore Nazionale
Prof. Alessandro Ameli
Roma, 13 gennaio 2005


13.01.05
Incontro Ministro su riforma secondaria
Comunicato stampa di Antonio Foccillo (Uil) e Massimo Di Menna (Uil Scuola)

UIL: Per riformare e modernizzare la scuola secondaria
serve un confronto vero e concreto, certezze e valorizzazione per il personale,investimenti finanziari
Esistono almeno tre aspetti che meritano particolare attenzione - hanno messo in evidenza, Antonio Foccillo e Massimo Di Menna, al termine dell’incontro che si è svolto stamani al Miur:
- l’esigenza di un vero confronto con il sindacato
- l’avvio di un tavolo negoziale con il ministro su tutti gli aspetti che hanno ricadute sul personale
- la preoccupazione di un sistema dei licei gestito dalle università e di un sistema professionale gestito dalle regioni.
Quel che occorre è una vera consultazione, un confronto che non può ridursi alla generica presentazione di oggi - hanno aggiunto Foccillo e Di Menna.
Abbiamo riaffermato il principio che il sistema dell’istruzione deve garantire, anche per dare risposte ad un mondo del lavoro in continuo cambiamento, una istruzione di base solida che possa prevedere anche per i licei con i diversi indirizzi, un percorso professionalizzante. Va evitato - hanno precisato - il dualismo tra istruzione liceale nazionale per la università e istruzione e formazione professionale regionale per l’accesso al lavoro.
Assieme alla preoccupazione per la difesa del carattere nazionale e statale del sistema dell’istruzione, quel che è emerso ed è stato sottolineato con forza, è la necessità di definire con chiarezza l’ammontare delle risorse finanziarie disponibili. Quanto il Governo intende concretamente investire per sostenere e modernizzare il sistema di istruzione, strategico perla competitività e lo sviluppo del Paese - hanno puntualizzato Antonio Foccillo e Massimo Di Menna.

Incontro tra il Ministro Moratti e le parti sociali sui contenuti dell’emanando decreto legislativo sul 2° ciclo





Si è tenuto ieri, giovedì 13 gennaio 2005, l’annunciato incontro tra il Ministro Moratti e i rappresentanti delle parti sociali per un primo confronto sui contenuti caratterizzanti il decreto attuativo della legge 53/2003 riguardante il 2° ciclo di istruzione.
Ci si attendeva la consegna di una bozza che presentasse l’intero articolato sulla base del lavoro del gruppo di esperti. Così non è stato.
In verità, alla presenza di circa 200 persone rappresentanti le varie sigle (associazioni, le più varie, del mondo dell’imprenditoria e della società civile; Organizzazioni Sindacali) e accompagnata dallo staff politico e amministrativo del MIUR, il Ministro - attraverso una specifica relazione e numerose “schede” raccolte in un fascicolo - ha illustrato le “linee guida” che dovrebbero ispirare il decreto.
Il confronto - su un testo predisposto dal MIUR che il Ministro si è impegnato ad inviare quanto prima - inizierà nelle prossime settimane, previa specifica convocazione.
La CISL Scuola si riserva di entrare nello merito dettagliato delle informazioni ricevute quando queste saranno integrate dall’annunciato testo, base del confronto.
Per ora, di seguito, sono riportate le prime ed essenziali “riserve” della CISL Scuola, contenute nella dichiarazione del suo Segretario Generale, Francesco Scrima, diffusa al termine dell’incontro, che sinteticamente enuncia e disamina le problematiche “sul tappeto”.
Dichiarazione di Francesco Scrima
Segretario Generale della CISL Scuola



La CISL Scuola giudica il primo confronto, avvenuto oggi con il Ministro, sulle linee guida dell’emanando decreto attuativo del secondo ciclo, del tutto interlocutorio, auspicando che in successive occasioni di incontro vengano prese in considerazione le osservazioni e le obiezioni mosse all’impostazione del provvedimento che, così com’è, prefigura scelte sui “nuovi“ assetti e modelli organizzativi del secondo ciclo da noi non condivise.
La disponibilità a raccogliere contributi, dichiarata dal Ministro, deve essere concreta e dimostrata.
In questa fase è fondamentale per la CISL Scuola che ci sia il più largo coinvolgimento delle parti sociali e della scuola reale per una condivisa definizione dei contenuti del decreto, necessariamente diversi da quelli riportati nella “bozza” presentata.
Almeno tre sono i grandi rischi che il preannunciato impianto del decreto non evita e che se resta inalterato proietterà i giovani delle nuove generazioni verso un’esperienza scolastica non incisiva, di cui non è rilevabile lo spessore culturale, ma che già si caratterizza per la diversa dignità educativa e formativa.
Tali rischi si configurano
· nella frantumazione gerarchica dei percorsi di studio, che porterebbe inevitabilmente ad una canalizzazione irreversibile delle scelte degli studenti;
· nell’assunzione di assetti ordinamentali e di modelli organizzativi prima ancora di aver definito profili educativo-culturali e professionali degli studenti, livelli essenziali delle prestazioni da assicurare in tutti i percorsi, articolazione delle terminalità e degli standard di riferimento per la spendibilità dei titoli e delle qualifiche professionali (nel nostro Paese e in Europa), criteri e parametri di accreditamento di soggetti non statali che erogano il sevizio con finanziamento pubblico;
· nella perdita del connotato unitario e nazionale del nuovo sistema scolastico e formativo, vista l’accentuazione di processi di “devolution”; il rischio concreto è il venir meno della comparabilità e della pari dignità educativa e formativa dei vari percorsi di istruzione e formazione.
Il fermo dissenso della CISL Scuola, inoltre, riguarda:
· l’assegnazione selettiva degli attuali istituti superiori alle distinte competenze di Stato e Regioni, basata su puri criteri nominalistici e senza tener minimamente conto dei processi di innovazione “ordinamentale-culturale-didattica” delle aree tecniche e professionali;
· la non soluzione del nodo “diritto-dovere all’istruzione e alla formazione” per 12 anni o comunque fino al conseguimento di una qualifica entro il 18° anno (dipendenza stretta dalla disponibilità delle risorse), per cui c’è il rischio della inesigibilità di fatto di un diritto costituzionalmente garantito;
· la più che ventilata ipotesi di trasferire tout-court il modello didattico (orari) e dell’organizzazione professionale dei docenti (funzioni tutoriali) già definito per il 1° ciclo e oggetto di motivate e ripetute valutazioni negative;
· il prefigurato avvio di una complessa e indeterminata fase di passaggio degli attuali Istituti Professionali alle Regioni con il conseguente trasferimento - senza la garanzia di una necessaria sede di confronto sindacale - dei beni, delle risorse e dell’intero personale dirigente, docente e ATA.
Roma, 13 gennaio 2005


Il Ministro Moratti, nella mattinata odierna, ha presentato alle organizzazioni sindacali e sociali le linee sulle quali sarà costruito il Decreto Legislativo applicativo della Legge 53 per il secondo ciclo di istruzione.
All’incontro erano presenti le delegazioni dello SNALS-CONFSAL e della CONFSAL.
Il Ministro Moratti ha chiarito che il documento presentato è da considerare quale ipotesi di lavoro e che anche la bozza dell’articolato del decreto legislativo che sarà presentato lunedì 17 gennaio vuole essere una ipotesi di lavoro su cui confrontarsi con le forze sindacali e sociali.
Il Segretario Generale ha apprezzato la nuova metodologia di approccio su un tema di così rilevante importanza, molto diversa da quella utilizzata per lanciare con gli “Stati Generali” la riforma della scuola.
Ciò potrà consentire, certamente, un confronto franco e leale.
Al tempo stesso il Segretario Generale, dando atto al Ministro che le linee presentate sono nella logica e nella filosofia della Legge 53, si è riservato di entrare nel merito delle discipline e del quadro orario per avanzare le necessarie osservazioni dopo aver preso visione dell’articolato del decreto legislativo.
E’ stato ricordato altresì al Ministro che, congiuntamente alla strategia di attuazione della riforma, dovrà attuarsi una strategia per il personale che rimane comunque l’unico garante dei risultati della riforma stessa.


Secondo ciclo, prima mossa della Moratti

60 pagine di schede e tabelle, contenenti anche i quadri orari degli otto licei e dei relativi indirizzi (quelli del liceo tecnologico sono diventati 8), sono il "pacchetto" sul secondo ciclo fornito dal ministro Moratti ai rappresentanti delle Parti Sociali (circa 200) intervenuti all’atteso incontro del 13 gennaio. Il testo del documento illustrato dal ministro, e consegnato ai presenti, è stato poi pubblicato nel sito Internet del MIUR, dal quale può essere scaricato (www.istruzione.it).

Non è stata quindi consegnata la bozza del decreto legislativo, ma una documentazione preliminare, che sarà seguita lunedì prossimo da un più completo documento di base (o "di lavoro", come è stato definito), sul quale si aprirà un confronto aperto, che porterà alla stesura dello schema di decreto legislativo che il ministro Moratti proporrà al Consiglio dei ministri per l’approvazione in prima lettura.
Poi le Camere avranno sessanta giorni per esprimere il loro parere, e dovrà essere acquisita l’intesa con le Regioni sulle parti del decreto che riguardano il sistema dell’istruzione e formazione professionale, di loro competenza. L’iter dovrà essere concluso entro la metà di ottobre 2005, nuova data di scadenza per l’esercizio della delega dopo la proroga di 6 mesi ottenuta dal governo.

Nel documento consegnato il 13 gennaio si ipotizza che il nuovo ordinamento entri in vigore il primo settembre 2006, una data che lo slittamento di sei mesi nel varo del decreto e la grande complessità dell’operazione rendono assai improbabile. Soprattutto se questa volta si sceglierà la strada, come ha assicurato il ministro Moratti, di aprire un dibattito vero, e non quella di forzare i tempi su una proposta rigida, come è accaduto per il decreto sul primo ciclo.

Tra i primi commenti quelli della CGIL e della CGIL scuola che, nel ribadire la loro contrarietà di principio al "sistema duale", hanno chiesto che anche le scuole siano coinvolte in una capillare consultazione sulla riforma, da tenere nei prossimi due mesi. Quanto al merito dei problemi, la CGIL ha detto di "condividere le preoccupazioni espresse dal rappresentante di Confindustria sulla accentuazione della separazione tra cultura umanistica, scientifica e tecnologica".

La Gilda ha sottolineato la "mancanza di un quadro generale, associato alla riforma degli ordinamenti, nel quale fosse delineata una politica di intervento in favore del personale docente.
Nel volumetto esplicativo, di ben 60 pagine, che definisce l’assetto della scuola superiore del futuro, i riferimenti ai docenti – ha sottolineato il coordinatore Alessandro Ameli - sono solo due a pagina 5 e a pagina 55, per di più indiretti". Anche la Cisl-scuola giudica il confronto con il ministro Moratti "del tutto interlocutorio" e auspica che nei prossimi incontri vengano prese in considerazione le obiezioni mosse alla impostazione proposta, che "cosi' come e', prefigura scelte sui nuovi assetti e modelli organizzativi del secondo ciclo non condivise dalla Cisl".

Nei prossimi giorni Tuttoscuola seguirà puntualmente il dibattito, che si annuncia assai vivace.
tuttoscuola.com venerdì 14 gennaio 2005



 









Postato il Giovedì, 13 gennaio 2005 ore 21:22:34 CET di Salvatore Indelicato
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