Lo ha detto la Commissione europea che, per lo sviluppo delle competenze del personale scolastico, ha proposto al Consiglio europeo di migliorare il processo di reclutamento della dirigenza scolastica e di dotarla dei mezzi necessari per concentrarsi sul compito di migliorare l'apprendimento degli studenti e sullo sviluppo del personale scolastico.
Proprio alla dirigenza scolastica in Europa è dedicato il numero monografico dell'ultimo bollettino di Eurydice Italia presso l'Ansas di Firenze. La pubblicazione presenta la situazione dei capi d'istituto dei principali Paesi europei e svolge in particolare alcune comparazioni sulla loro formazione di base, sulla retribuzione e sullo svolgimento della funzione.
Per questo ultimo aspetto - che di fatto rappresenta il modo con cui si svolge in concreto l'attività del capo d'istituto - la pubblicazione riporta in una tabella di comparazione la percentuale di tempo dedicata alle diverse attività che fanno capo al dirigente scolastico, prendendone in considerazione quattro tipologie fondamentali: sviluppo del curricolo e della didattica, insegnamento, gestione e amministrazione, comunicazione con genitori e studenti.
Ebbene, il capo d'istituto italiano dedica metà del suo tempo alla gestione e amministrazione dell'istituto. Più di lui i colleghi svedesi, norvegesi, danesi e belgi. Mediamente nei Paesi dell'UE il tempo riservato alla gestione e all'amministrazione è del 38%.
Il capo d'istituto italiano dedica più del 29% del tempo ai rapporti con studenti e genitori, superando in durata dell'impegno per questa attività tutti i colleghi europei. Complessivamente l'80% del tempo del capo d'istituto italiano si svolge in compiti di management e relazioni sociali, lontano dall'attività d'aula.
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