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Voce alla Scuola: CARI INSEGNANTI, NON BOCCIATE...SE NO SON CAVOLI

Opinioni
Attenzioni, cari colleghi, a bocciare. Cioè facciamo molta attenzione a cassare gli alunni svogliati, con gravi lacune e che magari, malgrado tutte le strategie possibili, ci hanno riso in faccia tutto l’anno, in particolare nella scuola dell’obbligo.
Perchè non è facile, non si può e si rischiano cavoli. E’ di questi giorni la risposta del sottosegretario all’Istruzione, Giuseppe Pizza, a un’interrogazione parlamentare. Cioè le bocciature, signori miei, oggi non sono più solo cosa della scuola, del consiglio di classe. Sono addirittura diventate questioni di stato. E per difendere i figli bocciati ormai ci si rivolge anche a Dio, o, più umanamente, al Presidente della Repubblica. E’ quello che hanno fatto i genitori di una ragazza di scuola media di Ascoli Piceno, bocciata in seconda media. Da ciò è scaturita la seguente interrogazione alla Commissione Cultura, presentata dall’on Cicchetti dell’UDC:



ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

CICCANTI e CIOCCHETTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la Presidenza del Consiglio dei ministri, con nota del 18 agosto 2009, protocollo DICA OO118445.1.1, ha trasmesso al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per competenza, il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica proposto dai genitori esercenti la potestà di una minore alunna della scuola media statale «Luciani» di Ascoli Piceno, per chiedere l'annullamento del «documento di valutazione per l'anno scolastico 2008-2009 del 4 giugno 2009» con cui si definisce la ripetizione dell'anno scolastico della stessa alunna per "scarso senso di responsabilità ed atteggiamenti di immaturità»;
si contesta al consiglio di classe la incongruenza della valutazione finale rispetto
ad un corso scolastico inappuntabile dell'alunna di che trattasi (giudizio di ottimo alle elementari, buon approccio al primo anno di scuola media e giudizio positivo nel primo quadrimestre e migliore nel secondo quadrimestre del secondo anno di scuola media, con il voto di otto in condotta);
non si comprende la logicità di una negativa conclusione di un iter scolastico che non ha visto l'attivazione di corsi di recupero, ovvero richiama episodi di deviazione od intolleranza dell'alunna rispetto ad un corretto e normale approccio relazionale con gli insegnanti e compagni di classe -:
se non intenda promuovere iniziative di carattere ispettivo al fine di accertare:
la logicità e consequenzialità tra rendimento scolastico, eventuali azioni di recupero dell'alunna proposte ed attuate ed esito negativo del giudizio finale con relativa ripetizione dell'anno scolastico;
la correttezza del comportamento degli insegnanti, a cominciare dalla dirigente scolastica, rispetto ai doveri imposti dalle norme, dalle circolari, dalla prassi e dal principio del «buon padre di famiglia» per fronteggiare situazioni come quelle sostanziate nel giudizio finale: «scarso senso di responsabilità ed atteggiamenti di immaturità», quantunque rinvenibili in fatti e circostanze oggettive e riscontrabili;
quali iniziative d'ordine amministrativo e disciplinare intenda assumere, anche nei confronti della dirigente scolastica, qualora siano accertati i fatti sopra esposti, ovvero una sola parte di essi.
(5-01811)

Sentito? A quanto pare trattavasi di un’alunna brava, il cui valore non è stato riconosciuto dagli insegnanti. Per noi che operiamo nella scuola la questione è una favola: ma figurarsi, in una scuola che non boccia quasi mai nemmeno i peggiori, un’alunna brava bocciata…nemmeno per problemi di condotta oggi succede. E però, quando si boccia, sorgono tutti i cavoli: e che avete fatto voi, quali strategie avete adottato, e non l’avete capita e via dicendo. In sintesi, pensando alla minore età dell’alunno, non si dovrebbe mai bocciare nessuno, perchè, trattandosi di un soggetto in evoluzione, il prossimo anno potrebbe essere mondo nuovo.
Siamo sempre in croce noi insegnanti, chissà perchè. Anche quando ci sforziamo di fare bene, facciamo sempre male. Guai a dire le parole immaturità, scarso impegno…si ritorcono immediatamente contro di noi, come un boomerang cattivo, che ci inchioda. Non abbiamo saputo fare niente. Nessuno di noi.
E invece, a quanto pare dalla risposta del sottosegretario Giuseppe Pizza, gli insegnanti hanno operato non bene, addirittura benissimo. Cioè avevano tutte le carte in regola per bocciare.

Ecco il testo della risposta:

ALLEGATO 7

5-01811 Ciccanti: Sulla valutazione di un'alunna  della scuola media statale «Luciani» di Ascoli  Piceno.
TESTO DELLA RISPOSTA

L'allieva, alla quale fa riferimento l'Onorevole  interrogante, nell'anno scolastico 2008/2009 ha frequentato la  prima classe - sezione D - della scuola media statale «Luciani» di Ascoli Piceno.
 In sede di valutazione finale l'allieva medesima non è  stata ammessa alla classe successiva (seconda media) con  decisione adottata a maggioranza dal consiglio di classe.  Avverso il giudizio di non ammissione i genitori hanno  presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato,  chiedendo l'annullamento del documento di valutazione.
 Al riguardo faccio presente che l'esito complessivo della  valutazione di un alunno è prerogativa del consiglio  di classe; il criterio della collegialità costituisce  una importante garanzia a tutela dell'alunno.
 La valutazione del consiglio di classe, in sede di scrutini  scolastici, è insindacabile nel merito mentre  è sindacabile, in sede di legittimità, per  difetto di motivazione, di istruttoria e sotto il profilo  dell'illogicità manifesta.
 L'ufficio scolastico regionale per le Marche ha fatto presente  che il giudizio finale del consiglio di classe della prima D  risulta essere stato espresso in modo corretto, coerente con  le risultanze degli atti scolastici, e adottato a maggioranza  con sette voti favorevoli e tre contrari.
 Il voto del dirigente scolastico, presidente del consiglio di  classe non avrebbe potuto modificare l'esito finale.
 Nel caso in esame, ad avviso dell'ufficio scolastico  regionale, non emergono vizi logico-giuridici che evidenzino  la contraddittorietà o l'incongruenza dell'atto impugnato rispetto all'obiettiva situazione di fatto  dell'alunna. I voti di grave insufficienza conseguiti  dall'alunna in sede di scrutinio finale sono inequivocabili in  ordine al mancato raggiungimento degli obiettivi scolastici  minimi, indispensabili per il passaggio di classe.
 In sede di valutazione finale il consiglio di classe ha tenuto  conto del generale andamento scolastico dell'alunna. Il  negativo giudizio scaturisce dalle gravi lacune presenti in  diverse discipline, dalle difficoltà di comunicazione  ed espositive dell'alunna, dal metodo di apprendimento  superficiale e dagli atteggiamenti evasivi dell'alunna di  fronte all'impegno scolastico e alle proprie  responsabilità di allieva; in conclusione il consiglio  di classe ha osservato che «.. L'alunna non ha fatto  registrare significativi progressi specie nelle aree teoriche  e cognitive nonostante le attività di recupero  proposte quotidianamente nelle ore curricolari».
 «I docenti affermano che la non ammissione darà  l'opportunità all'alunna di colmare le carenze,  sviluppare il senso di responsabilità e di  orientamento all'interno dell'organizzazione  scolastica».
 Aggiungasi che il medesimo consesso ha effettuato le proprie  valutazioni sulla base di criteri già precedentemente  fissati quali il processo di maturazione dell'alunno rispetto  alla situazione di partenza, la partecipazione, l'interesse, l'impegno, il metodo di lavoro, il livello delle conoscenze,  le abilità e competenze acquisite, le attività  curricolari e/o extra curricolari di recupero.
 Con riferimento ai detti criteri, il consiglio ha quindi  deliberato a maggioranza di non ammettere l'alunna alla  classe
successiva esprimendosi con una esauriente motivazione  nella seduta del 4 giugno 2009 dalla quale emerge in modo  chiaro il percorso seguito dai docenti.
 Per quanto attiene al voto di condotta il consiglio di classe  ha seguito, per tutti gli alunni, gli indicatori contenuti in  una griglia che costituiscono un punto di riferimento per  assegnare il voto al singolo studente.
 L'ufficio scolastico regionale ha evidenziato anche che nella  scuola media in questione, di norma con cadenza mensile, oltre  alla ordinaria attività di insegnamento-apprendimento,  i docenti nel corso dell'anno scolastico 2008/2009, hanno  effettuato - per tutti gli alunni, compresa l'allieva in  questione, innumerevoli prove di verifica, relative ai diversi  insegnamenti (36 prove scritte oltre alle prove orali,  osservazioni sistematiche, annotazioni varie riportate sui  documenti agli atti dell'istituto).
 Gli stessi docenti hanno anche partecipato alla realizzazione  di molteplici iniziative educativo/didattiche deliberate dai  competenti organi collegiali, appositamente predisposte, da  più anni, allo scopo di favorire l'iniziale migliore  inserimento degli alunni delle classi prime al momento del  passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di I  grado.
 Tutto ciò in ottemperanza alle vigenti disposizioni  che prevedono che siano effettuate verifiche periodiche e  sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti  e sulla qualità dell'offerta formativa, che, per  quanto riguarda la scuola in questione, è stata  ampliata anche mediante la realizzazione di attività  non curricolari quali ad esempio, il «Progetto  Accoglienza» e il «Progetto Lettura».
 Il primo progetto, ha visto coinvolti tutti gli alunni del  primo anno in attività formative con uscite nel  territorio allo scopo di promuovere lo sviluppo di ulteriori, significative competenze sul piano  «sociale/interpersonale» attraverso un percorso di  educazione ambientale.
 Il secondo progetto, sempre rivolto alle classi prime,  è stato adottato proponendo percorsi  educativo/didattici sia nel contesto classe che a classi  aperte anche con la presenza di allievi delle locali scuole  primarie al fine di accrescere le conoscenze, le  abilità e le competenze di tutti e di ognuno, tramite  un percorso formativo appositamente progettato nell'ottica  della «Continuità Verticale» tra i due  diversi ordini di scuola interessati.
 Ulteriori, efficaci iniziative sono state proposte agli  allievi sia nell'ambito della frequenza scolastica  obbligatoria che in quella relativa all'ampliamento  dell'offerta formativa, in linea con il piano dell'offerta  formativa, ricco e ampiamente articolato, atto ad offrire ai  giovani utenti interessati le migliori occasioni per trovare  nella scuola un «ambiente sereno di  apprendimento», un «luogo di promozione culturale» e di «crescita integrale della persona  umana».
 I docenti della classe prima D hanno curato i rapporti con i  genitori dell'alunna in questione in modo regolare, costante,  in linea anche con le modalità decise, per quanto di  competenza, dal collegio dei docenti, informando gli stessi  genitori sui risultati qualitativi e quantitativi  dell'apprendimento dell'allieva e fornendo, pure, all'occorrenza, in molteplici occasioni, opportuni, idonei  suggerimenti, indicazioni e pareri per l'auspicabile, migliore  condivisione di intenti educativi tra Scuola e Famiglia.
 Nella scuola risulta essere operante, da più anni,  anche un servizio di consulenza psico-pedagogica al quale  possono accedere, in ogni caso, le diverse componenti scolastiche (alunni, genitori, docenti). Appare evidente che  il servizio in parola, rappresenta, per gli utenti, un valido  elemento di supporto per affrontare le eventuali problematiche  che possono presentarsi nel corso della vita scolastica.
 Tra l'altro, l'istituzione scolastica si è adoperata a  sottoscrivere il Patto educativo di corresponsabilità,  strumento attraverso il quale le due parti (Scuola-Famiglia)  si impegnano a condividere diritti e doveri per realizzare una  efficace formazione degli studenti.

 Nel piano dell'offerta formativa della scuola sono contenuti  progetti/attività di recupero.
 In particolare, l'alunna ha avuto, nelle ore di insegnamento  curricolari, non pochi percorsi personalizzati per richiami e  recuperi, organizzati di volta in volta, di concerto, dai  rispettivi insegnanti. Tra tali interventi, riportati sui  registri, figurano:
 attività guidate a crescente livello di  difficoltà;
 inserimento in gruppi di lavoro motivati;
 allungamento dei tempi di assimilazione dei contenuti;
 controllo sistematico dei compiti svolti a casa e del  materiale;
 esercitazioni per migliorare metodo di lavoro;
 iniziative di recupero/consolidamento delle conoscenze e delle  abilità.

Si ritiene che i metodi seguiti dagli insegnanti non  possono essere in alcun modo contestati anche perché  all'alunna è stato concesso di potersi applicare in un  clima sereno e favorevole, anche mediante le periodiche,  opportune e necessarie informazioni alla famiglia.
 Pertanto gli insegnanti del consiglio di classe della prima D  hanno espletato la loro funzione nel rispetto delle  disposizioni riguardanti l'ordinamento proprio della scuola  secondaria di grado.



Sentito? Un comportamento esemplare dal punto di vista formale, che è poi il più importante in caso di ricorsi. Ma c’è stata un’ispezione, controlli, pensieri e preoccupazioni.
Certo non sempre l’alunno ha torto. Ogni tanto c’è anche qualche insegnante che ha la testa quadrata e non capisce niente del ragazzo in difficoltà.
Ma la conclusione generale è sempre una: nella scuola italiana non si può bocciare nessuno. E’ una grande mamma che accoglie tutti. Se qualche rara volta diventa cattiva, deve stare molto attenta. Pariamoci i colpi, perchè quando bocciamo i cavoli sono nostri… e per mille euro al mese non so se ne vale tanto la pena…

Silvana La Porta










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Postato il Venerdì, 13 novembre 2009 ore 00:00:00 CET di Silvana La Porta
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