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Precariato: MISURE STRAORDINARIE PER I PRECARI:AUDIZIONE OO.SS. AL SENATO

Comunicati
 Misure straordinarie per i precari: audizione delle Organizzazioni Sindacali al Senato sul decreto-legge 134/09

La CISL Scuola ha depositata in data odierna - in occasione della specifica audizione presso la 7ª Commissione Permanente del Senato della Repubblica - una "memoria" concernente il disegno di legge di conversione del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, recante "Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'a.s. 2009/10".

* * *

Signor Presidente,

Onorevoli Componenti di codesta spettabile Commissione,

il testo di legge in esame, che nella sua stesura iniziale si presentava molto scarno ed essenziale perchè mirato unicamente ad attivare alcune misure straordinarie per il personale precario della scuola rimasto senza lavoro, è diventato ben più corposo dopo i numerosi emendamenti approvati nel corso del dibattito alla Camera dei Deputati.

Emendamenti che in qualche caso rispondono anche a richieste avanzate dalla nostra e da altre organizzazioni sindacali nel corso dell'audizione presso la Commissione Lavoro della Camera, ma che per la maggior parte si devono all'autonoma iniziativa del Legislatore, che ha colto l'occasione per interventi diversi, in qualche caso non pienamente attinenti, a nostro avviso, alla materia del decreto. Su alcuni di essi, peraltro, esprimiamo perplessità, riserve e contrarietà.

In presenza, dunque, di un testo molto più articolato e complesso, diventa più problematico tenere assieme due esigenze tra loro non facilmente componibili: da un lato quella della rapida conversione in legge di un decreto la cui emanazione la CISL Scuola, ritenendolo opportuno e necessario, aveva fortemente sollecitato; dall'altra, quella di apportare modifiche su punti non condivisi, sapendo che questo porterebbe inevitabilmente ad allungare il percorso di definitiva conversione.

Le ragioni di urgenza sussistono fondamentalmente, a nostro avviso, per le parti che affrontano il tema delle misure straordinarie per i precari e per quelle che sono rivolte a rimuovere il contenzioso in atto sulle modalità di costituzione delle graduatorie ad esaurimento del personale docente.

In ambedue i casi, si tratta di provvedimenti che possono utilmente concorrere a stemperare il clima di tensione che contraddistingue la fase d'avvio di questo anno scolastico, intervenendo su due versanti:
    •     quello delle tutele giuridiche ed economiche da assicurare a migliaia di precari condannati a rimanere senza lavoro;
    •     quello di una definizione puntuale e inequivocabile delle norme legislative che presiedono alle modalità di reclutamento, abbandonando la deprecabile consuetudine di interventi tesi a rincorrere di volta in volta limitati e circoscritti interessi, per recuperare una visione più alta e responsabile nel governo di processi delicati e complessi come quelli che regolano l'incontro fra domanda e offerta di lavoro nella scuola.

Per quanto riguarda gli interventi per i precari, la CISL Scuola è consapevole che si tratta di provvedimenti limitati e parziali, anche perché non sostenuti da un apprezzabile impegno di risorse aggiuntive; tuttavia li reputa necessari e li ha rivendicati ai "tavoli di confronto" con l'Amministrazione, oggi impegnata nella messa a punto dei provvedimenti applicativi.

La CISL Scuola ribadisce anche in questa autorevole sede la convinzione che le ragioni di forte disagio a cui il decreto legge 25 settembre 2009, n. 134, tenta di dare risposta nascono da scelte profondamente sbagliate del Governo e dalla pesante manovra di riduzione degli organici del personale docente ed ATA avviata con il decreto-legge 112 del 25 giugno 2008, che gravi ripercussioni sta producendo sulla funzionalità del servizio scolastico, oltre che sulle condizioni di vita di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.

Non abbiamo mai sottovalutato o misconosciuto la necessità di interventi di riforma che prevedessero, fra l'altro, anche un più razionale ed efficiente impiego delle risorse investite sul sistema di istruzione: la nostra disponibilità al confronto su questi temi non ha purtroppo avuto riscontro con questo Governo, che ha scelto invece di agire unilateralmente, delegando di fatto importanti scelte di politica scolastica alle decisioni del ministro dell'Economia. Una riduzione dei "tagli", e in via subordinata una loro diversa e più distesa articolazione nel tempo, rappresentano la prima richiesta che in questi giorni, ancora una volta, la CISL ribadirà con una grande manifestazione nazionale, momento culminante di un'iniziativa che punta a trovare una via d'uscita alla situazione insostenibile in cui vengono oggi a trovarsi molte delle nostre scuole.

Rivendichiamo, nello stesso tempo, una politica di più ampia stabilizzazione del lavoro nella scuola: la via maestra per ridurre il precariato è infatti quella di rimuovere le condizioni che lo generano, e questo per noi significa assicurare la copertura dei tanti posti vacanti che ancora oggi risultano nelle dotazioni organiche, portando a conclusione il piano di assunzioni varato con la Finanziaria 2007.

Questo, signor Presidente e Onorevoli Senatori, è il contesto in cui si colloca e va letta la nostra rivendicazione di interventi straordinari per i precari: sappiamo che non possono essere di per sè risolutivi, ma li consideriamo una prima risposta per offrire loro una concreta e non trascurabile tutela. Avevamo chiesto, nell'audizione alla Commissione XI della Camera, interventi emendativi che ampliassero la platea dei beneficiari, anche considerando la straordinarietà di misure adottate per un solo anno scolastico: il nostro auspicio è stato parzialmente accolto per quanto riguarda i requisiti di servizio richiesti nell'a.s. 2008/09.

La nuova formulazione del comma 2 dell'art. 1, tuttavia, rischia di rivelarsi eccessivamente restrittiva laddove fa riferimento ad "una supplenza" di 180 giorni, e non ad un servizio di 180 giorni totalizzati anche attraverso il concorso di più supplenze. Solo in questa seconda accezione si può considerare accolta la nostra richiesta, mentre sono del tutto evidenti i rischi di contenzioso che innescherebbe un'interpretazione strettamente letterale data all'attuale formulazione "al singolare" del testo.

Qualche più ampio margine di flessibilità andrebbe, a nostro avviso, riconosciuto anche per tutto ciò che concerne i requisiti richiesti per l'accesso al trattamento di disoccupazione, per i quali andrebbe consentita, ove necessaria, una possibilità di deroga, nell'ambito delle convenzioni e delle intese tra INPS e MIUR.

Per quanto riguarda gli emendamenti che la Camera ha introdotto in materia di graduatorie ad esaurimento del personale docente, ribadito che la CISL Scuola condivide l'esigenza di colmare lacune e rimuovere ambiguità di tipo legislativo, non si può che manifestare perplessità per la formulazione del comma 4-ter, che appare viziato da incoerenza nel momento in cui fornisce un'interpretazione autentica della legge 296/06 - art. 1, comma 605, lett. c) - che conferma la correttezza delle disposizioni impartite dal MIUR con il D.M. 8 aprile 2009, n. 42, indicando invece modalità del tutto diverse per l'aggiornamento delle graduatorie relativo al successivo biennio 2011-2012 e 2012-2013.

Per utilizzare le espressioni correnti, si sceglierebbe l'inserimento "in coda" per un biennio, e quello "a pettine" per il successivo. La preoccupazione che una norma nata per rimuovere il contenzioso finisca invece per fornirgli nuovo alimento ci sembra purtroppo fondata, così come è sorprendente il livello diffuso delle "incoerenze" che su questo tema si possono registrare: ci chiediamo come possa il MIUR accettare una soluzione molto lontana dalle indicazioni contenute nei suoi provvedimenti e dalle posizioni espresse in più sedi di confronto. Ma ci chiediamo anche come possano i gruppi di opposizione capovolgere radicalmente l'impostazione che nel 2007 fu data, in tema di gestione delle graduatorie, dal Ministro di un Governo di cui costituivano la maggioranza.

La CISL Scuola non ha esitato, in questi giorni, ad assumere sulla questione una posizione chiara ed inequivocabile: una posizione che trova sostanziale riscontro - non abbiamo difficoltà ad ammetterlo - in quanto affermato nel comunicato stampa del MIUR del 10 ottobre scorso: "non è giusto ... deludere l'aspettativa legittima di chi ha scelto una graduatoria provinciale per la sua iscrizione e si vede scavalcato da un trasferimento dell'ultimo momento di un candidato di un'altra provincia".

Non sappiamo dunque quanto il MIUR possa dirsi soddisfatto dell'attuale formulazione del comma 4-ter: noi non lo siamo. Da parte di tutti, oggi più che mai, si impone un adeguato livello di attenzione e sensibilità di fronte delle tensioni che inevitabilmente si accendono quando è troppo estesa l'area del lavoro precario e pericolosamente in conflitto fra loro diventano gli interessi e le attese che all'interno di essa si generano. Per questo si impongono scelte di grande chiarezza che consentano di prevenire le ragioni di contenzioso, a partire da una definizione puntuale e inequivocabile delle norme legislative.

Piena condivisione esprimiamo, invece, per quanto introdotto con i commi 4-quater e 4-quinquies, nel primo caso perchè restano per noi prevalenti le esigenze di stabilità da assicurare, per quanto possibile, alle posizioni ricoperte in graduatorie divenute "ad esaurimento", nel secondo per l'assoluta priorità che le presenti circostanze impongono di assegnare al personale precario nell'offerta di opportunità di lavoro.

Per quanto riguarda le "sanatorie" di cui ai commi 4-sexies e 4-septies, così come di quella di cui al comma 4-quinquiesdecies sui concorsi a dirigente scolastico, prendiamo atto che si ripropone, per l'ennesima volta, la discutibile prassi di regolarizzare "a posteriori" comportamenti non conformi alle disposizioni, ancorché discutibili, contenute in atti regolamentari emanati dall'Amministrazione.

Su ciò dovrebbe riflettere chi è solito attribuire al sindacato colpe, come la scarsa attenzione per l'interesse generale e la rincorsa a rappresentare interessi particolari e settoriali, che per la verità - come si vede - andrebbero assegnate ad altri.

Del tutto inopportune e demagogiche riteniamo siano le disposizioni introdotte con i commi 4-octies e seguenti, relativamente alle verifiche previste per le certificazioni di cui alle leggi 104/92 e 68/99.

Queste sono per noi "norme di civiltà": chi ne abusa è doppiamente colpevole e va perseguito con rigore. Il Governo ha quindi il dovere di individuare e punire chi falsamente rilascia attestazioni e chi ne usufruisce: per farlo, tuttavia, ha già tutti gli strumenti necessari e non ha quindi bisogno di nuove leggi, specie se si tratta di norme che innescano inaccettabili e pericolose contrapposizioni territoriali. Non ci piace che si utilizzi una legge che parla di scuola per introdurre disposizioni motivate solo dalla voglia di mettere parti del Paese contro altre parti.

Con l'articolo 1-bis si consente al MIUR di recuperare e ridistribuire le somme assegnate alle scuole e rimaste inutilizzate per un triennio. Il principio può essere condivisibile, ma la formulazione del testo, che fa riferimento ai fondi per progetti nazionali e regionali in materia di autonomia scolastica, ma anche alle "somme assegnate o riscosse dalle scuole alla data del 31 dicembre 2009", è talmente vaga e generica da destare non poca preoccupazione rispetto al rischio di nuove incursioni sulle risorse della scuola, specie in un momento di così grave emergenza per i bilanci delle istituzioni scolastiche.

Lascia perplessi l'introduzione, con l'articolo 1-quater approvato dall'Assemblea della Camera dei Deputati, di una modifica all'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76, che consente al MIUR di acquisire dalle istituzioni scolastiche i «dati personali, sensibili e giudiziari degli studenti». Pur essendo consci della necessità di contrastare con mezzi quanto più efficaci possibile i fenomeni del bullismo e della dispersione scolastica, riteniamo tuttavia che questa sorta di schedatura degli studenti non rispetti altre rilevanti disposizioni del nostro ordinamento poste a tutela, in generale, della riservatezza dei dati, e in particolare della personalità dei minori.

Riteniamo positiva, infine, la disposizione contenuta nell'articolo 1-quinquies che, ampliando la platea dei soggetti che devono sostenere l'esame preliminare per l'ammissione all'Esame di Stato conclusivo del ciclo secondario, introduce ulteriori elementi di serietà nello svolgimento delle prove conclusive del ciclo medesimo. In tal modo si evita, infatti, l'aggiramento delle disposizioni in materia di ammissione, fonte di un'evidente disparità di condizione tra candidati interni e candidati esterni che si presentano privatamente.

Signor Presidente, onorevoli Senatori, la particolare gravità della situazione che si sta fronteggiando ci induce ad auspicare un positivo esito del percorso parlamentare per il decreto 134/09 poiché, anche se con qualche insufficienza, assicura nell'immediato tutele da noi ritenute, come già detto, essenziali e irrinunciabili. Purtroppo, le tante novità introdotte dalla Camera ci inducono, in molti casi, ad una valutazione fortemente critica di cui abbiamo cercato di rendere sommariamente conto in queste note.

Resta, in definitiva, la convinzione che solo un diverso segno delle politiche scolastiche possa rappresentare un rimedio davvero efficace ad una situazione segnata da rischi crescenti di dequalificazione del servizio e di marcato disagio sociale.

Roma, 28 ottobre 2009

Il Segretario Generale: Francesco Scrima








Postato il Giovedì, 29 ottobre 2009 ore 00:00:00 CET di Silvana La Porta
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