Per dargli l’ultimo saluto i colleghi e gli allievi lo hanno voluto di nuovo nella loro scuola, quella scuola cui ha dedicato tutta la propria vita con passione, generosità, competenza, intelligenza e dedizione.Santo Gagliano si è spento venerdì sera dopo una breve e feroce malattia alla quale ha reagito con forza, compostezza e persino umorismo. Alla ripresa delle lezioni si era presentato nella sua scuola storica invitando alla pazienza i presidi eventualmente interessati a succedergli. «Intanto sono qui», era stato il saluto alla sua numerosa famiglia della Petrarca. Una famiglia che adesso lo piange smarrita perché il preside Gagliano, per tutti, era un padre sempre presente e sempre attento, un padre severo, ma pieno di amore, di attenzione, di iniziative, di volontà di dare risposta ai desideri e ai bisogni legittimi dei suoi ragazzi, di portarli avanti, di dare a tutti, e in pariticolare ai più svantaggiati, le chance necessarie per avere un posto nella vita, per essere felici. Un’attenzione che ha fatto della Petrarca una scuola modello, un riconoscimento certificato anche dall’Unione europea che la scelse, unica in Italia, come realtà pilota dove sperimentare la «Scuola della seconda opportunità», un percorso per gli adulti che non avevano soddisfatto l’obbligo scolastico e che volevano recuperare il gap per presentarsi nel mondo del lavoro con una formazione adeguata alle necessità del mercato e alle proprie attitudini. Un’altra battaglia vinta. E sono tante quelle che Santo Gagliano ha intrapreso contro la burocrazia assente e indolente, contro chi non fa con precisione e passione il proprio lavoro, contro chi usa le norme contro i diritti e contro i bisogni delle persone in carne e ossa. La città, e le amministrazioni, ricordano ancora le sue lotte per realizzare una cucina a scuola, per preparare i pasti sul posto, per alcuni l’unico del giorno, e per garantire una migliore qualità del servizio, comprese le diete personalizzate per i suoi studenti. Nella sua scuola, prima a Catania, ogni ragazzo ha un proprio armadietto per i libri perché alla Petrarca si fa il tempo pieno e si fa tanto sport per imparare a dare il meglio di sé, a fare gruppo e a competere in modo leale. Alla Petrarca le classi si formano in continuazione in modo da dare ad ogni ragazzo la possibilità di emergere per le proprie, particolari, attitudini. E gli studenti che si sono formati in questa scuola «di periferia» hanno raggiunto risultati eccellenti nei campi scelti. Perché la Petrarca, con la guida di Santo Gagliano, è stata una scuola di qualità ed una palestra di vita. Ed è alla Petrarca che, da ieri, è allestita la camera ardente - aperta anche oggi dalle 9 alle 18 - dove a migliaia sono accorsi per l’ultimo saluto. Santo Gagliano è nato ad Agira il 18 luglio del 1949, ha studiato a Catania dove si è laureato in Storia e Filosofia. Poi il concorso a preside e le esperienze ad Agira, a Linguaglossa e alla Petrarca che dirigeva dal 1991. Era vicepresidente nazionale del Csi, «Centro sportivo italiano», vicepresidente provinciale del Coni, esponente attivo dell’Uciim (Unione insegnanti cattolici medi) e dell’Irsae (Istituto regionale di ricerca e sperimentazione per l’autodeterminazione). E’ stato un esponente di spicco del laicato cattolico e si è impegnato con particolare dedizione nella pastorale diocesana del tempo libero. Nel sito della Petrarca ha voluto che la pagina dedicata alla storia della scuola si concludesse con le parole del profeta Isaia dedicate all’impegno e alla responsabilità personale. «Mi gridarono: "Sentinella, quanto resta della notte?". La sentinella risponde: "Viene il mattino... venite". I funerali saranno officiati, domani lunedì, alle 16, in cattedrale, dall’arcivescovo Salvatore Gristina.
Postato il Domenica, 25 ottobre 2009 ore 16:51:09 CET di Andrea Oliva |
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