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Nuove Tecnologie: Vodafone ADSL: se c’è il filo, è flat. Se non c’è, no

Rassegna stampa

A giudicare da come Vodafone è stata generosa nel dare indicazioni sui dettagli della sua nuova offerta, battezzata Vodafone ADSL, si direbbe quasi che abbia letto le indagini e le conclusioni svolte da questo sito per le precedenti offerte. Ebbene, sarà fatto anche stavolta, analizzando per filo e per segno cosa si nasconde dietro alla nuova offerta del gestore rosso.

Con Vodafone, come ben sanno i lettori di questo blornale, c’è poco da dormire sugli allori quando si parla di flat. Per i neofiti o per chi si accosta adesso a questo mondo, flat è un termine inglese che letteralmente significa piatto, privo di sporgenze. A flat surface significa una superficie piatta, liscia. Come piatta dovrebbe essere la linea che disegna il grafico degli importi pagati per le bollette corrispondenti ad un’offerta di servizi realmente flat: si paga un canone fisso, di importo conosciuto, che non varia al variare dei consumi dei servizi.In altre parole: che si facciano chiamate locali o nazionali, che si parli per un minuto o per un’ora, nessun maggiore (o minore) importo dev’essere addebitato. Uguale concetto per Internet: che ci si colleghi per mezz’ora al giorno per leggere un pò di notizie oppure che si resti connessi 24 ore su 24, anche producendo traffico, nulla deve cambiare in bolletta perché il contratto possa definirsi, appunto, flat.Indovinato? Con Vodafone ADSL è (quasi) così, ma soloquando la Vodafone Station sarà fisicamente connessa alla linea ADSLULL che Vodafone si curerà di collegare a casa del nuovo cliente. Primadi allora – ed è un periodo che potrebbe durare molto a lungo, inquelle zone dove l’ADSL è ancora poco presente – la connettività alla Vodafone Station arriva attraverso la rete cellulare dell’operatore, che la introducenella Station grazie ad una Vodafone Internet Key USB dedicata alloscopo (anche se estraibile ed usabile direttamente sul PC, con altrecondizioni di costo, analoga a quella venduta separatamente).

Cosa c’è di strano? Nulla, se non fosse che tutte le belle parole con le quali l’offerta viene descritta per catturare clienti, finché non si ha il collegamento fisico all’ADSL, è meglio far finta di non averle lette, altrimenti qualche cocente delusione si presenterà in men che non si dica.Può essere interessante cominciare dalla pagina di confronto tra le offerte,che Vodafone stessa ha compilato sul suo sito. Già da questa, letta con attenzione, possono arrivare i primi segnali d’allarme.Parlando della Tariffa Voce, sorvolando sugli odiosissimi scatti alla risposta (assenti solo nel Tutto Flat), come si può notare le chiamate verso la rete fissa non sono flat: c’è un tetto di 3000 minuti al mese. Che non sono poi così tanti:3000 diviso 30 fa 100, ovvero un’ora e quaranta minuti al giorno. Peruna famiglia media con quattro persone, significa 25 minuti a testa al giorno, dunque è una soglia nient’affatto difficile da superare, per come sono chiacchieroni gli italiani al telefono. E Vodafone lo sa perfettamente.L’oltraggio arriva con la tariffa applicata al superamento della soglia (occhio agli asterischi, vedi figura in alto nella pagina,cliccabile per ingrandire): superati i 3 mila minuti, le telefonate verso rete fissa costano 16 centesimi al minuto con 16 centesimi alla risposta,lo stesso prezzo che si pagherebbe dal cellulare. Certamente è fatto per scoraggiare il superamento della soglia, ma sarebbe (molto parzialmente) giustificabile solo se questo traffico si svolgesse attraverso la Internet Key: invece, non essendo scritto diversamente da nessuna parte, si applica sempre, anche quando l’ADSL sarà stata collegata.Come ciliegina, per sapere quanti minuti si sono consumati, bisogna rivolgersi al 190: sarebbe stato così difficile rendere disponibile un contatore via Web, da consultarsi sul sito Vodafone previa registrazione? Evidentemente si.

Per chiudere la parte telefonica, è bene osservare che per quanto attiene il traffico telefonico verso la rete fissa, il prezzo è identico (a parte l’assenza dello scatto alla risposta solo nel Tutto Flat) in tutte e tre le proposte e il tetto minutario è presente anch’esso, identico in tutte le proposte. Al contrario, il traffico verso rete mobile, nota bene, sia verso Vodafone che verso altri operatori, non ha alcun tetto minutario: il che, visto che lo si paga a parte, potrebbe essere ragionevole finché tale traffico si svolge tramite la Internet Key, ma quanto alla tariffa, specie quando si svolge attraverso il VoIP recapitato tramite ADSL, somiglia più a un furto che a una tariffa. Quanto meno perché ha costi maggiori rispetto alle quote che, lo scorso mese di giugno, erano state prospettate per tali servizi. Ma allora, facendo questo tipo di contratto, si ha o non si ha una vera e propria linea di rete fissa?

E ora, mano alla parte Internet, dove il cielo è ugualmente… nuvoloso. Anzi, se si supera la soglia di 10 ore al giorno di connessione (a parte la Free, che paga sempre), può anche venir giù un diluvio: 5 euro al giorno di connessione, una tariffa degna di un Grand Hotel. Come al solito, per sapere quante ore si è stati connessi occorre chiamare il 190, quando anche per questo si sarebbe potuto prevedere un controllo in piena autonomia, concedendo la navigazione su vodafone.it sempre gratuita.

Ma non basta, i pali e paletti non sono finiti. Finché non ci sarà l’ADSL fisicamente collegata, occhio: la cosa migliore è considerare queste formule tutt’altro che flat. Con la massima attenzione, bisogna consultare la sezione Dettagli offerta per scoprire gli altarini, che non cambiano gran che da un’offerta all’altra.

Per prima cosa, farsi venire l’idea di sfilare la chiavetta dalla Station e infilarla nel PC è molto pericoloso, anzi, costoso: se lo si fa, non si pensi di sfruttare le 10 ore in mobilità perché la rete di Vodafone se ne accorge e fa pagare comunque 5 euro al giorno. Chi ha attivato l’offerta entro il 30 agosto 2009, invece, la fa franca ma solo fino al 31 dicembre.

Inutile toccare minimamente l’argomento velocità di 7 Mbps: i lettori ormai sanno che 7 Megabit sono una cifra del tutto astratta e priva, nel 95 per cento dei casi, di riscontro con la realtà, dove i casi migliori vedono traffico tra 1 e 2 Megabit/secondo.

E ora è il momento di parlare degli utilizzi di Internet che vanno oltre la navigazione, l’aggiornamento dell’antivirus, lo scaricamento di qualche innocuo file con un normale download, quelle cose, insomma, poco impegnative per la rete. Per il resto, giù le mani da Skype, VoIP in genere, Emule/Amule, µTorrent o Ktorrent: fanno scattare la sorveglianza speciale.

Cosa significa? Che se si viene etichettati come utilizzatori di tali servizi di rete, tra le 7 e le 22 (cioè la parte del giorno in cui un individuo normale è sveglio) la banda viene strozzata. Per fortuna, forse forte della lettura dei precedenti articoli del New Blog Times, Vodafone precisa: “(…) soltanto prima che la linea ADSL venga attivata”.

Di quanto si riduce la banda? Come se l’HSDPA non esistesse: viene portata a 384 Kbps, sia in un senso che nell’altro. E si badi bene: pur fregandosene, se si superano comunque i 10 Gigabyte di traffico in un mese, la limitazione perdura anche per il mese successivo. Non si pensi che, a “soli” 384 Kbps, i 10 GB non si possano scaricare. Lasciando attiva la connessione per 24 ore, a 384 Kbps si possono scaricare:

384 Kbps moltiplicato 60 = 23040 Kilobit al minuto,
23040 moltiplicato 60 =  1382400 Kilobit l’ora,
1382400 moltiplicato 24 = 33177600 Kilobit al giorno,
33177600 diviso 10 (molto approssimativo) = 3317760 Kilobyte al giorno,
3317760 diviso 1024 = 3240 Megabyte al giorno,
3240 diviso 1024 = 3,16 Gigabyte al giorno.

Senza considerare che, tra le 22 e le 7, la velocità dovrebbe tornare senza limiti, in soli quattro giorni i 10 Gigabyte sono belli e che scaricati e la limitazione resterebbe al suo posto, inamovibile.

Qualora, per sventurata coincidenza, si decida di utilizzare la Internet Key attaccata al PC (pagando il relativo prezzo), occhio perché la situazione è ancora peggiore, come spiegato nei “Dettagli  sull’utilizzo della Internet Key estratta dalla Vodafone Station”: valgono le stesse soglie (10 GB al mese) e gli stessi orari ritenuti “critici” (dalle 7 alle 22) ma la limitazione di banda è molto maggiore. Si riduce, in caso di filtraggio, a 64 Kbps in ricezione e 128 Kbps in trasmissione. Praticamente, come andare con un modem telefonico tradizionale degli anni 90.

Naturalmente, sia quest’ultima limitazione che quella descritta poco sopra, non vengono applicate perché Vodafone non vuole che si usi il VoIP, non perché non vuole che si usi il Peer To Peer, non perché la coperta, come sempre, è corta, ma perché “Vodafone salvaguarda la qualità del servizio dati a vantaggio dei clienti per consentire a tutti di navigare su Internet in libertà e senza problemi. Per questo motivo Vodafone potrà limitare la velocità di connessione per quelle applicazioni che permettono lo scambio di file di grandi dimensioni e che quindi possono congestionare la rete (ad es. peer to peer e file sharing)”.

Tutela che, stranamente, all’arrivo dell’ADSL non si preoccupa più di applicare o, almeno,  così dice.

Il quadro, a questo punto, è abbastanza chiaro: facendo leva sul fatto che la Vodafone Station è attiva da subito grazie alla Internet Key, l’azienda certa di raccattare quanti più clienti possibile, specie nelle aree più digital divise, servendosi di belle parole, lucine e lucette come la ricarica di 10 Euro sul cellulare (dei cui termini esatti non c’è parola, a parte il fatto che dura 6 mesi).Come al solito, non è intenzione di questo sito screditare alcuno: è solo un’analisi attenta di ciò che l’operatore stesso scrive sul suo sito, nulla di più.

Chi ha la fortuna di non trovarsi in una zona dove l’ADSL scarseggia, ovviamente, farà bene ad esaminare anche altre proposte, di costo più o meno analogo ma molto meno vincolanti, non mancando anche modo di ricrearsi da sé uno scenario simile a quello proposto da Vodafone. Chi, invece, vedeva nella soluzione Vodafone un metodo per colmare il proprio digital divide, farà bene non a ricredersi del tutto ma, di sicuro, a considerare l’intero scenario sotto una luce ben diversa.(da nbtimes.it)

Marco Valerio Principato






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Postato il Mercoledì, 07 ottobre 2009 ore 16:00:00 CEST di Piero La Porta
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