Morena ha tolto il disturbo. L'ha fatto mentre in Abruzzo il presidente Berlusconi, assediato dalle telecamere, consegnava, con comprensibile orgoglio, ai terremotati dell'Aquila quattrocento appartamenti nuovi e arredati, costruiti in tempo record: 120 giorni. Aveva un anno Morena. Se ne è andata dopo un disperato intervento di cardiochirugia alla vigilia del suo primo compleanno. Nata con una malformazione cardiaca, era cresciuta nella bidonville palermitana di Via Messina Montagne dove in altrettanti container in lamiera di 15 metri quadratati ciascuno, senza riscaldamento si ammassano da due anni 24 famiglie di senza casa. Palermitani trasformati d'autorità in zingari giacché nessun terremoto li ha costretti a trasferirsi in quelle baracche infuocate d'estate, gelide d'inverno. E'la soluzione «provvisoria» degli amministratori palermitani che in attesa di tempi più propizi, hanno pensato di dare un tocco di Brasile alla città, inventandosi una favela circondata da una fogna a cielo aperto. In quest'inferno, Morena ha consumato la sua brevissima esistenza terrena. Mesi fa era stata ricoverata per un principio di assideramento. Nessuno può dire se in condizioni di normale vivibilità, la bimba con l'aiuto della cardiochirurgia sarebbe riuscita a sopravvivere, ma vista l'accoglienza riservatele, qualcuno Lassù ha forse pensato che tanto vale riprendersela. Come da copione è subito partito il coro delle prefiche del cordoglio e dell'indignazione. E c'è perfino chi invoca una guerra fra poveri, sostenendo che si fa «troppo» per gli immigrati e poco per i cittadini palermitani. Ha il gusto amaro della beffa il fatto che da un paio di settimane alla famiglia della bimba era stata finalmente assegnata una vera casa. Ma è tragicamente ancora più beffardo che l'appartamento da cui la famiglia della bimba era stata sfrattata dovrebbe essere messo in vendita dal Comune per risanare il buco di bilancio dell'azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti. Ciao piccola Morena in un mondo così forse non valeva la pena di restare.