È scattata questa notte la «pace» di Google con gli editori dei giornali o degli editori dei giornali con Google, a seconda dei punti di vista. Chiaramente si parte dagli Usa e con testate del calibro del New York Times e del Washington Post . Ma se la fase di sperimentazione del nuovo servizio Fast Flip — letteralmente sfoglia veloce — avrà successo si procederà anche con l’Europa. Cosa cambia rispetto a Google News?
Sostanzialmente tutto, anche se dietro al progetto c’è la stessa mente, l’indiano Krishna Bharat di cui è atteso un post questa mattina. Prima di tutto: Fast Flip si baserà su accordi di «revenues sharing», cioè di condivisione dei ricavi. Solo i giornali partner compariranno nella ricerca, mentre su Google News si veniva «reclutati » automaticamente, anche se c’era la possibilità di richiedere l’esclusione. Il quadro è quello noto: crisi della pubblicità sui print media, ricerca di nuovi modelli di business online per le pubblicazioni digitali, ruolo degli aggregatori o dei distributori di news su Internet.
Il servizio negli Usa — anche se sarà ospitato da Google Labs in attesa di comprenderne gli sviluppi e la risposta di pubblico — nasce con tre dozzine di accordi. In prima linea oltre al Nyt e al WP , ci sono l’ Atlantic , Salon, Fast Company , Newsweek , ProPublica . Tutti i grandi, anche se salta all’occhio l’assenza del Wall Street Journal di Rupert Murdoch, uno dei pochi giornali al mondo che grazie alla propria credibilità e al tipo di informazione trattata, quella economico-finanziaria, è riuscito da tempo, se non a vincere, almeno ad affrontare la battaglia delle notizie online a pagamento. Con Fast Flip non ci potranno essere querelle successive visto che tutto è stato messo nero su bianco. A riguardo basterebbe ricordare che proprio in Italia l’Antitrust ha aperto un’istruttoria sul servizio di Google News dopo la denuncia della Fieg, un caso che promette di avere risonanza mondiale. Ma oltre alla cornice di riferimento, Google Fast Flip è un vero cambio di filosofia per l’azienda di Mountain View: anche se di fatto rimane fuori dai media, come ha sempre detto di voler fare, è come se il gruppo californiano avesse deciso di farsi un proprio «foglio» per avere un posto in quella che, non si capisce ancora come, potrebbe essere una delle partite su cui puntare in futuro.
A dirlo è la «fame» di notizie in circolazione nonostante la crisi del modello di business dei giornali. Il servizio è pensato come un «giornale» di approfondimento da sfogliare. La differenza sostanziale con Google News (che resterà per le breaking news) è che in questo caso la ricerca mette in grande evidenza le «testate» che hanno prodotto il contenuto. Inoltre con il primo click si entra direttamente sulla home page del giornale. Ma non solo: Google fino ad oggi ha sempre puntato sulla pubblicità text link, di cui domina il panorama mondiale, ma su Fast Flip verrà messa anche quella premium con tanto di spot. Insomma, la scommessa è economica. «La maggior parte dei ricavi sarà condivisa con gli editori» ha confermato via email al Corriere Richard Gingras ceo di Salon Media. Fino ad oggi Google News aveva avuto un ottimo successo di pubblico (16,5 milioni di click al mese secondo ComScore) ma in Europa non produceva ricavi non avendo pubblicità. Solo negli Usa, dove era stata introdotta, i ricavi erano stati stimati in 100 milioni di dollari. (da corriere.it)
Massimo Sideri