"Non sappiamo ancora se l'intervento che stiamo predisponendo sarà oggetto di un decreto legge ad hoc o del decreto Ronchi - chiarisce la Gelmini - . Si tratta di una norma di legge che coinvolge i ministeri dell'istruzione e del Welfare e l'Inps".
Di che si tratta? Dei cosiddetti contratti di disponibilità a favore di coloro che nel 2008/2009 hanno avuto un contratto annuale o fino al 30 giugno. A un numero imprecisato ancora di supplenti (da 10 a 18 mila) verrà assicurato l'anticipo dell'indennità di disoccupazione (di competenza del dicastero guidato da Maurizio Sacconi) e la precedenza nel conferimento delle supplenze brevi, di qualche giorno o poche settimane, e per quelle attività che le scuole organizzano per il recupero della dispersione scolastica o a favore dei soggetti più deboli. Ma per fare questo occorre predisporre delle apposite liste predisposte da reti di scuole. E sono ancora in cantiere con le diverse regioni intese atte a limitare i danni dei tagli.
La Gelmini non perde l'occasione di indirizzare una stoccata al centro-sinistra. "La sinistra fa credere che il precariato sia nato con questo governo. In passato - ammonisce - si facevano concorsi per centinaia di migliaia di persone anche senza posti disponibili". Così le graduatorie si sono gonfiate di pretendenti al posto fisso. "La scuola - continua il ministro - è stata pensata come un ammortizzatore sociale, senza stabilire quanti posti fossero davvero necessari, non un servizio". E incalza: "Non serve andare sui tetti per dimostrare attenzione, ma rimboccarsi le maniche: per questa ragione abbiamo affrontato la formazione iniziale a numero programmato. Non voglio essere compartecipe della creazione di nuovo precariato".
Poi snocciola i suoi dati: 42mila posti tagliati e 30mila pensionamenti. Con un taglio effettivo di 12mila precari che saranno salvati con i contratti di disponibilità. Ma da Palermo, l'ex ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, avverte: "E' una farsa. Il costo dell'operazione dei contratti di disponibilità - spiega - è lo stesso a conti fatti della riconferma dei precari dello scorso anno. Perché - si chiede Fioroni - non si è percorsa la strada più semplice di riconfermare chi ha lavorato l'anno scorso?".
"In realtà - continua - , come si evince dalla stessa relazione agli emendamenti al decreto anticrisi presentati in aula, l'entità del taglio è ben maggiore, superiore alle 30mila unità, e soprattutto il governo vuole continuare a tagliare anche in futuro senza stabilizzare sui posti che si renderanno vacanti per effetto dei prossimi pensionamenti. In questo modo - conclude Fioroni - si vuole far passare un idea: che le graduatorie ad esaurimento siano da cestinare". Con un grosso punto interrogativo per i 273 mila precari inseriti nelle liste provinciali.
di SALVO INTRAVAIA
La Repubblica (3 settembre 2009)
La Repubblica (3 settembre 2009)